S. Williams b. D. Kovinic 6-3 6-3
La più grande giocatrice di tutti i tempi non poteva congedarsi dal tennis con una sconfitta al primo turno dello US Open, evento che per lei mai si era verificato nelle sue precedenti 20 partecipazioni. L’ultima volta che Serena Williams aveva perso un set all’esordio in questo torneo è stato nel 2001 e anche questa sera ha trionfato in straight sets. Lo ha fatto sotto gli occhi di diversi VIP, da Martina Navratilova a Mike Tyson, dai gemelli Bryan a Lindsey Vonn fino a Bill Clinton e Billie Jean King, vestita di rosa perché “Serena, so che è il tuo colore preferito!”.
In un abito nero elegantemente ricoperto di paillettes – riprodotto fedelmente in miniatura dalla figlia Alexis Olympia – la vincitrice di 23 Major entra in campo accolta dal boato dell’Arthur Ashe Stadium, che esulterà ad ogni suo punto come se fosse l’ultimo e la aiuterà a regalarsi una notte comunque indimenticabile, con le varie celebrazioni pre e post partita. L’incontro in sé, infatti, quasi passa in secondo piano, almeno a livello di spettacolo. La tensione di certo non aiuta le due giocatrici, che riescono a sciogliersi soltanto a partire dal secondo set, in cui però Serena aumenta i giri del motore. La vittoria finale per 6-3 6-3 le consentirà di scendere nuovamente in campo tra due giorni (oltre al torneo di doppio in cui tornerà a fare coppia con la sorella Venus). Ad attenderla al secondo turno ci sarà Anett Kontaveit, numero due del mondo ma decisamente in crisi di risultati sul cemento.
IL MATCH – Nel primo punto del match c’è il succo di quello che dovrà fare Williams per provare a vincere la partita, ovvero essere molto aggressiva fin dal primo colpo dopo il servizio. La tensione della statunitense, in ogni caso, si avverte facilmente: due doppi falli e un gratuito di dritto regalano a Kovinic le prime due palle break del match. Con altrettanti ace, però, Serena le cancella e conquista il game inaugurale, portandosi poco dopo sul 2-0. L’Arthur Ashe è una bolgia ed esplode ad ogni punto della sua beniamina che, tuttavia, nonostante il vantaggio continua ad essere vistosamente nervosa. Il momento non è certamente dei più facili per Williams, che dimostra grandi problemi al servizio nei primi tre turni di battuta (come testimonia il 40% di prime in campo).
Anche Kovinic sente l’importanza del momento – lei che certamente non è abituata a certi palcoscenici – e sbaglia spesso, comunque meno della sua avversaria in questa fase del match. Insomma, quanto le risulta sufficiente per ribaltare tutto, ottenere due break di fila e portarsi sul 3-2 e servizio. Qui ha anche una chance per il 4-2, ma la risposta di Serena bacia l’incrocio delle righe per pochi millimetri. La numero 80 del mondo commette poi due doppi falli consecutivi e regala il controbreak alla statunitense, che tiene agilmente a zero la battuta nel turno successivo: 4-3.
Certamente non è facile per Kovinic vincere un punto e ricevere gli applausi praticamente solo dal proprio angolo, o peggio sbagliare e sentire lo stadio crollarsi addosso. Non ci si poteva aspettare, in ogni caso, accoglienza diversa per il possibile ultimo ballo della più grande tennista di tutti i tempi. La parentesi dei tre game di fila conquistati dalla montenegrina rimane effettivamente tale: Williams vince gli ultimi quattro giochi del primo set, conquistato 6-3 dopo quasi un’ora. Un primo parziale decisamente complicato per entrambe, certamente non spettacolare, ricco di gratuiti e difficoltà al servizio per entrambe (Serena ha annullato tre break point anche nel nono game).
Con il passare dei minuti in campo le due giocatrici sembrano sciogliersi e, a beneficiarne, è principalmente lo spettacolo. La cornice dell’Arthur Ashe continua ad essere splendida (per tutti tranne che per Kovinic ovviamente, praticamente silenziata ad ogni quindici), cercando di coinvolgere il più possibile la 23 volte campionessa Slam, che sale decisamente di rendimento. In avvio la montenegrina annulla una chance di break portando a casa il punto più bello del match con un gran dritto vincente, che le valgono l’applauso della sua rivale e persino qualche sussulto del pubblico. Nei suoi turni di servizio Williams appare ora decisamente più sciolta ed aggressiva, non concedendo nessuna opportunità di break in tutto il set (erano state addirittura 10 nel primo parziale).
La 40enne statunitense – spegnerà 41 candeline il 26 settembre – riesce a districarsi meglio nelle difficoltà che un incontro del genere inevitabilmente presenta per entrambe le giocatrici. L’allungo decisivo avviene nel quinto game, in cui Serena strappa a 15 il servizio a Kovinic e sale 4-2. La montenegrina continua a non riuscire a muovere più di tanto la sua avversaria e, inevitabilmente, ne paga le conseguenze. Williams cresce in maniera evidente con il servizio, sbaglia decisamente meno con il dritto e si procura tre match point consecutivi nel nono gioco. Tutto il pubblico è in piedi per la sua regina, che alla prima occasione chiude 6-3 6-3. Sarà difficile, per usare un eufemismo, che Serena possa arrivare almeno in semifinale, traguardo tagliato nelle ultime 11 edizioni di questo torneo. È davvero complicato poter pensare che tra due giorni possa battere la numero due del mondo Anett Kontaveit, seppur quest’ultima non attraversi certo un gran momento di forma. Eppure, ne siamo certi, in una serata del genere questi pensieri passano inevitabilmente in secondo piano.
Intervistata a fine partita, la più giovane delle sorelle Williams non ha potuto far altro che ringraziare il fantastico pubblico che l’ha supportata dall’inizio alla fine.
“Prima di tutto grazie, non mi aspettavo niente di tutto questo. Ho sempre cercato di dare il meglio su questo campo, mi sono sempre sentita benissimo. Il pubblico è stato incredibile, mi ha davvero aiutato a vincere. La decisione di ritirarmi è stata veramente difficile, soprattutto quando si tratta di qualcosa che ami così tanto. Lo adoro anche perché ti consente di restare in forma, però credo sia il momento giusto di lasciare. Ho una famiglia e la vita si evolve, ci sono altri capitoli. Voglio soltanto essere una buona mamma e alzarmi dal letto senza il pensiero pressante di dover correre in campo. Nascerà una Serena 2.0.
Mi piacerebbe che, pensando al mio nome, le persone pensassero quanto sia importante dare tutto, non importa quanti ostacoli tu abbia davanti. Sembra un cliché, però mi piacerebbe che le persone traessero ispirazione dalla mia storia. Il doppio con Venus? Sarà molto divertente, non vedo l’ora di giocare! Grazie, vi adoro!”.