[13] M. Berrettini b. A. Murray 6-4 6-4 6-7(1) 6-3
L’Open degli Stati Uniti si conferma un torneo fortunato per Matteo Berrettini, che è più forte dei problemi di gioco e del rischio di crollare sotto un quasi ritrovato Andy Murray, fisicamente in forma come non si vedeva da anni. Vittoria che vale ancora di più per come è arrivata, con lo scozzese che inizia la rimonta e ha anche un break di vantaggio nel quarto, ma la lucidità dell’azzurro è superiore. Il livello a tratti è stato altissimo per Matteo, specie al servizio, in altri ha pagato la reattività di Murray e un lato sinistro oggi troppo debole, ma alla lunga la partita è stata ottima, vinta sul piano emotivo più che del gioco, dove comunque ha spesso mantenuto il proprio copione tattico ma ha sofferto il ritmo di Murray, in stato di grazia per lunghi momenti. Questa vittoria può dare molto per il prosieguo del torneo, per consolidare l’alto livello dell’azzurro, nel tabellone per lui delle grandi occasioni
Quarto incontro tra i due, 2-1 i precedenti a favore di Berrettini, ma Murray ha vinto l’unico sul cemento a Beijing nel 2019. Per l’italiano è il settimo terzo turno Slam di fila, allo US Open non ha mai perso a questo livello, cerca il quarto turno per il quarto anno consecutivo. Andy, dal canto suo, ha perso l’ultima volta ai sedicesimi di finale a Flushing Meadows contro Wawrinka nel 2010, e non dimentichiamo che questo torneo è il decimo anniversario dalla sua prima vittoria Slam.
IL MATCH – La prima chance di break è a favore di Berrettini nel terzo game, che non la sfrutta però al meglio mettendo in rete uno slice di rovescio con poca reattività. Inizia bene al servizio l’azzurro, con già 3 ace. Lo slice e l’accelerazione di dritto a seguire sono due carte da cui non può prescindere, oltre naturalmente al servizio, che da destra gli sta regalando tante soddisfazioni, e gli ha permesso di cavarsela in un complicato sesto game, dove annulla palla break. E questa è una bella iniezione di fiducia, come si vede nel gioco successivo, teatro del primo break del match, a favore di Matteo, che Murray suggella con il primo doppio fallo, il secondo punto di fila senza prima, nel tentativo di stanare il rovescio di Berrettini, che ha il merito di variare tanto e danzare tra slice, accelerazioni e palle corte, così da non concedere ritmo all’avversario. Chiude il primo set in scioltezza al servizio l’azzurro, con 11 punti di fila alla battuta vinti, e due ace (nove totali) anche nel decimo gioco, giusto per gradire. Copione tattico immacolato di Matteo, con tante palle corte così da togliere ritmo e soprattutto stancare lo scozzese, da parte sua un po’ contratto nei momenti decisivi.
Inizio di secondo set di altissimo livello di Berrettini, che al primo game subito strappa il servizio a Murray, ancora preoccupato dall’iniziativa di Berrettini sulla seconda, che lo porta a forzare e commettere un doppio fallo che vuol dire palla break, finalizzata con uno scambio in progressione ottimo, dove si sente tutta la differenza di peso del dritto. Stavolta lo scozzese riesce subito a recuperare il break, trovando con più costanza il suo piano di gioco, muovendo dunque lateralmente Berrettini e cercandone più spesso il lato del rovescio, chiaramente trovando più errori da parte di Matteo, che comunque perde un po’ di slancio nel game del contro-break, con un paio di gravi, fatali leggerezze. La partita scorre senza scossoni, ora però Andy sta riuscendo a tenere in scacco Berrettini, facendolo muovere lungo tutto il campo e senza dargli chance di accelerare. Eppure, proprio nel momento probabilmente migliore dello scozzese, il romano riesce a mettere la freccia nel secondo parziale, andando a segno con il break, ancora una volta regalato con un doppio fallo, ma dopo un paio di scambi lunghi di altissimo livello vinti da Matteo, fondamentale in cui stava pagando dazio finora. Il secondo set ancora è appannaggio del n.13 del seeding, sempre con un game immacolato al servizio nel finale, in cui Murray ancora perde un po’ il ritmo e regala qualche punto a Matteo, molto in fiducia dopo aver trovato il break di vantaggio.
Più volte occasioni sprecate in avvio di terzo set da parte di Berrettini, che si fa annullare quattro palle break dallo scozzese, non riuscendo ad incidere come avrebbe dovuto in risposta. Dopo le troppe palle break gettate al vento è Murray che sta facendo la partita, con un ritmo medio-basso che non permette a Matteo le solite folate né di variare come vorrebbe. Il piano tattico dello scozzese per ora è il migliore, e serve qualcosa di più del servizio all’azzurro per chiuderla in tre. Fino al 5-5 la navigazione è liscia come l’olio, nessuno dei due riesce a tracciare il solco in questo set, né appare particolarmente più in fiducia dell’altro. Nell’undicesimo gioco ancora arrivano tre palle break per Berrettini, che stavolta ha ancora più colpe di quelle precedenti, specie sulla seconda, con il campo spalancato sbaglia di metri un comodissimo dritto.
Troppo falloso nel terzo set l’azzurro, che nonostante cominci bene il tie-break con un immediato mini-break, lo sciupa malamente permettendo a Murray di vincere i due punti successivi al servizio. Prestazione decisamente migliore dello scozzese ora, che gioca al suo ritmo e muove l’altro quando vuole. Alla fine Murray va a vincere 7 punti a 1 un tie-break dominato dall’inizio alla fine, in cui lui gioca benissimo ma sfrutta una pessima serie di punti di Berrettini ,che trova poche prime e troppi errori, meritando il quarto set.
Inizio di quarto da incubo per Matteo, per perde il servizio in apertura proseguendo in una serie di grossolani errori. Il problema di fondo è la mancanza di fiducia in questo momento per l’azzurro ,l’arma in più di Murray invece. Insperatamente c’è un immediato contro-break di Berretini, che ritrova sicurezza al servizio e anche offensività e colpi da fondo. Nonostante ormai non gli entri uno slice neanche per sbaglio, l’azzurro riesce a restare a galla e a mettere pressione a Murray, e non molla la presa, annulla palla break nel settimo game, sempre chiamando a raccolta il servizio, rimanendo così nel match per andare poi a prendersi lui di forza il break, ritrovando finalmente la pesantezza con il dritto e addirittura un delizioso passante di rovescio per trovarsi la chance. E alla fine, soffrendo più del previsto per come si era messo il match, Berrettini va a chiudere al servizio, senza tremare, come nei primi due set, mostrando una forza mentale non indifferente, contro un avversario che ha saputo andare ben oltre i propri limiti fisici, ma alla lunga non ha retto. Dunque per il quarto anno di fila Matteo Berrettini giocherà gli ottavi dello US Open, contro Alejandro Davidovich Fokina. Una sola sconfitta a questo punto del torneo, da Rublev nel 2020