Carlos Alcaraz e Casper Ruud, Casper Ruud e Carlos Alcaraz: cambiando l’ordine dei fattori il risultato di vedere una grande partita non cambia. È probabilmente la sfida migliore che si possa avere in questo momento, di sicuro quella dal significato più intenso e profondo che va oltre la vittoria di uno Slam, abbracciando anche il tema del numero 1 al mondo. Non propriamente “peanuts”, per dirla come la direbbero a New York.
Ma per analizzare il match bisogna non vedere l’arrivo di ciò che potrebbe essere ma focalizzarsi sul punto di partenza guardandosi anche indietro per capire ciò che è stato. I giocatori sono quel punto di partenza. E chi meglio di altri giocatori (che siano degli ex è un mero dato anagrafico/statistico) possono capire il momento di due che a questi palcoscenici non sono propriamente abituati, ma che si ritroveranno a vivere tanti e tanti altri ancora di momenti come questi?
Padrone di casa a New York è John McEnroe che da queste parti qualcosa ha vinto e le cui opinioni sono sempre piuttosto influenti e precise. Prova ne è l’analisi del percorso fatto fin qui da Casper Ruud: “ha ripetuto ciò che ha fatto al Roland Garros, è andato alla grande. Ha la possibilità di vincere questa volta e soprattutto di diventare il numero uno al mondo tra un paio di giorni. È un giocatore solido, che lavora sodo e che ha preso il meglio che poteva dagli ultimi anni trascorsi alla Nadal Accademy. Credo che vedere il metodo di lavoro di Rafa lo abbia aiutato a capire che avrebbe dovuto lavorare di più. Probabilmente in finale a Parigi è stato sopraffatto dall’idea di giocare appunto contro Nadal ma…chi non lo sarebbe? Adesso deve pensare di aver nuovamente una grande occasione. So che gli piace di più la terra battuta ma sta adattando il suo gioco anche al cemento grazie soprattutto al servizio, che è diventato molto solido. È diventato un grande giocatore”.
Sulla stessa falsariga anche Mats Wilander, scandinavo come Ruud e come Ruud terraiolo riproposto sul cemento: “Penso che questa sia l’inizio di una grande carriera di Casper anche sul cemento. Sappiamo che avrà una grande carriera sulla terra ma grazie al suo servizio, che è migliorato molto, può essere decisivo anche sul cemento. Credo che abbia le sue carte da giocarsi in finale, anche girandola su una battaglia fisica”.
E fin qui ok. Ma cosa ne penserà Alcaraz? O meglio, restando in topic, cosa ne penseranno altri grandi (ex) giocatori delle possibilità di Alcaraz in finale?
A rispondere per primo è sempre John: “Alcaraz è un giocatore fenomenale che arriva in finale dopo aver giocato tre match consecutivi al quinto set. È un agonista incredibile che ha mostrato anche grandi doti tecniche. La partita con Sinner è stata una delle più belle dell’anno; con Tiafoe è stato bravo a restare sempre concentrato sull’obiettivo finale nonostante il tifo del pubblico di casa non fosse per lui. Oltre a vincere uno Slam ha la possibilità di diventare numero uno al mondo. È fantastico”.
“Alcaraz in un solo anno è passato ad essere il numero uno della Next Gen a poter diventare il numero uno assoluto; non ci sono parole per descrivere questo salto”. Così Wilander sul Carlitos che prosegue: “Potrebbe diventare il più giovane giocatore della storia ad essere numero 1 e contemporaneamente vincere uno Slam. Sinceramente credo che una stagione così, a questa età, sia una sorpresa per tutti. Compreso lui. Credo che un giocatore se potessero scegliere, entrambi, preferirebbero vincere uno Slam che essere numero 1 al mondo. Ma hanno l’occasione di raggiungere entrambi gli obiettivi. Non vedo l’ora inizino a giocare”. E credo che su quest’ultima frase si possa essere tutti, unanimemente, d’accordo.