Girone C – Amburgo
La Francia trascinata dai suoi veterani Gasquet e Mahut, evita lo spauracchio dell’ultimo posto nel girone domando un David Goffin solo sull’isola – ah quanto manca lo squalo Darcis -. Il doppio belga, che nelle scorse edizioni aveva dimostrato di essere un punto affidabile, è crollato fragorosamente. Per l’orgoglio e per la squadra, un Francia-Belgio lontano parente di quello che nel 2017 a Lille assegnò l’insalatiera – e fra l’altro c’erano e ci sono ancora: Richard, Nicolas e David, anche se va sottolineato come il 5 volte campione Slam in doppio non partecipò alla finale, perché allora si potevano convocare soltanto 4 giocatori tuttavia prese comunque parte al percorso dell’intera spedizione – e che inevitabilmente fa venire la lacrimuccia. E’ sempre Davis, ma tre tre su cinque era più bella.
Francia-Belgio 2-1
Penultima sfida del raggruppamento C, quella andata in scena nella giornata odierna, all’Am Rothenbaum di Amburgo. A contendersi il campo Francia e Belgio, in uno scontro che sostanzialmente non valeva nulla visto che le due formazioni avevano raccolto due sconfitte nelle prime due uscite di questa fase a gironi della Coppa Davis 2022 – i transalpini guidati da Grosjean hanno perso sempre al doppio decisivo sia contro la Germania sia al cospetto dell’Australia, i belgi capitanati da Van Herck hanno invece racimolato un 3-0 con il team aussie ed un 2-1 dal finale amarissimo contro i tedeschi -. Per i cultori delle statistiche, ma anche per gli amanti dei numeri, in realtà il tie aveva una qualche valenza formale: assegnare la terza piazza del gruppo, che certamente non garantisce il passaggio del turno ma allo stesso modo evita di far sì che si chiuda all’ultimo posto; un’etichetta negativa, quella dell’ultimo della classe, che nessuno mai vuole avere. Dunque si gioca per l’orgoglio e poi, ovviamente siamo in Davis, si lotta per la Nazione, si combatte per i compagni di squadra, chiaramente non si ha la minima intenzione di deludere il proprio popolo.
R. Gasquet b. M. Geerts 6-3 6-3
Joan Van Herck, capitano dal 2011, – nel 2019 è salito in sella, anche alla guida delle ragazze belghe – cambia rispetto ai primi due incontri mandando in panchina – anche se la vera motivazione per cui il 23enne di Lommel non è stato schierato è quella di preservarlo in vista del primo turno di qualificazione dell’ATP 250 di Metz, programmato per le ore 16:00 di lunedì contro il tedesco Masur – il n. 2 titolare Zizou Bergs per lasciare spazio al n. 268 ATP Michael Geers e permettergli così di esordire in questa settimana (in verità il vero n. 3 dei Diavoli Rossi è il n. 200 ATP Kimmer Coppejans, non convocato per l’occasione). Il 27enne di Anversa, alla sua seconda partita in assoluto con la maglia della nazionale addosso, però si trova di fronte uno che di esperienza in Davis ne ha da vendere: Richard Gasquet, veterano della competizione nella quale ha esordito nel lontano 2005. Come detto il match di fatto non conta praticamente nulla, ma l’insalatiera ha un significato speciale, diverso dai normali tornei del circuito. Una coppa in grado di scovare dentro i giocatori, sempre nuove motivazioni rigenerandole costantemente: e così che si spiega anche, il perché uno con l’usura del 36enne di Béziers e che di certo non è nuovo alle emozioni che suscita intonare la Marsigliese, ha ancora voglia di combattere e lottare per la sua patria. Ebbene pure un Richard ormai non più pimpante sotto il profilo atletico e che troppe volte va in debito di ossigeno, basta e avanza: siamo su due livelli imparagonabili, il n. 79 del mondo domina con un doppio 6-3 in 1h14′. Straordinaria efficacia del servizio francese: un impressionate 93% di punti vinti con la prima, affiancato da un più che ottimo 62% di trasformazione con la seconda. Francia 1, Belgio 0.
D. Goffin b. B. Bonzi 3-6 7-5 6-3
Dopo che l’ex n. 4 del ranking Grosjean ha incredibilmente messo da parte Mannarino, nonostante il n. 1 transalpino avesse battuto in prima giornata Oscar Otte – almeno che non ci siano stati problemi fisici, di cui non si è a conoscenza – inserendo nello scacchiere titolare Gasquet; Benjamin Bonzi è divenuto inevitabilmente la punta di diamante della sua squadra e di conseguenza ciò vuol dire occuparsi del secondo singolare di giornata. Alla prima in questo nuovo ruolo è stato superato in tre set dal diavolo De Minaur, offrendo però un’ottima prestazione e sfiorando il successo – gli è mancata una manciata di punti -. Dunque presentatosi alla prova del nove non ha tradito le attese, ben disimpegnandosi e riproponendo una performance assolutamente positiva, ciò nonostante ancora una volta è uscito dal campo sconfitto e con l’amaro in bocca: questa volta subendo addirittura la rimonta per 3-6 7-5 6-3 dopo una battaglia agonistica – a dimostrazione di come l’indomito spirito di questo evento non sia mancato, neppure in duello all’apparenza inutile – di oltre due ore e venti di passione. A spuntarla, lui, l’imperscrutabile 31enne di Liegi David Goffin, che pur non essendo più quel giocatore in grado di issarsi fino al n. 7 del mondo o di diventare Vice-Maestro delle Finals 2017 – anche se lo scorso luglio è andato vicinissimo alla prima semifinale Slam della carriera sui sacri prati lodinesi – rimane al contrario di quello che potrebbe far pensare il suo carattere timido e taciturno: un uomo Davis, di quelli veramente duri da scalfire. La rapidità degli spostamenti e l’agilità nelle movenze che ne hanno caratterizzato la carriera, hanno perso qualcosa negli ultimi anni a causa del logorio fisico dovuto ai tanti infortuni accusati nel recente passato; tuttavia il dritto inside-out dal centro del campo – questo specifico fondamentale è uno dei più letali in assoluto nel Tour – ha fatto faville garantendo a David la bellezza di 41 winners, contro solo 25 errori non forzati. Se confrontati con il bottino del 26enne di Nimes, 16-20, si comprende chi abbia realmente condotto la partita e questo ha tracciato la differenza decisiva nei momenti cruciali. Francia 1, Belgio 1.
N. Mahut / A. Rinderknech b. S. Gille / J. Vliegen 6-3 7-6(6)
Come accade spesso, con questo nuovo formato della competizione – già rivisto parecchie volte da Pique e soci -, a delineare le sorti dei vari ties è il doppio, che vale quindi il 33% nel computo totale. In campo tre doppisti classici come Mahut e i due belgi, più Rinderknech. Il 27enne di Gassin è esploso nel grande tennis, all’inizio di questa stagione con la finale conquistata ad Adelaide, e pur non essendo uno specialista puro ben si adatta alla specialità grazie al suo imperioso metro e 96 centimetri, e alla sua ottima capacità nell’esibirsi a rete visto il suo stile – da singolarista – impregnato vistosamente di Serve&volley. Al suo fianco un tennista che potrebbe scrivere “L’enciclopedia del Doppista perfetto”: il buon Nicolas da Angers con i suoi gesti eleganti, anche se oramai le candeline spente sono 40. Ma il vero problema, è che non lo spalleggia più il suo compagno di mille battaglie Pierugo Herbert – persosi, anche per via di problemi extra campo come il non essere vaccinato contro il Covid – e l’affinità con Arthur non può essere la stessa. Non a caso, seppur al cospetto di coppie molto forti, finora non ancora vinto durante questa fase a gironi. Dall’altra parte invece, Sander Gille e Joran Vliegen: rispettivamente n. 78 e 90 di doppio, un’accoppiata decisamente di buon livello e che fra l’altro fa coppia fissa durante l’anno. Questa settimana però non si sono espressi al meglio, alquanto sottotono, raccogliendo la terza sconfitta su tre: 6-3 7-6(6) in 1h30′, grandi rimpianti nel secondo set per i belgi dove hanno sprecato due set point nel sul 5-4 in risposta, più un altro nel tie-break prima di capitolare al primo match point concesso. Ancora una volta sono mancati nelle fasi clou, contro Krawietz/Puetz gettarono al vento un vantaggio si 5-2 nel tie-break finale, ma meriti ad uno scintillante Mahut che ha trascinato il compagno verso il successo. Francia 2, Belgio 1. Transalpini terzi, Diavoli Rossi in fondo al raggruppamento.