Il direttore di Ubitennis, Ubaldo Scanagatta, è intervenuto su Radio Sportiva per commentare il match di addio di Roger Federer alla Laver Cup. Ecco l’intervista.
Uno dei momenti più belli della storia dello sport?
“Non c’è dubbio. Penso che chi abbia vissuto la serata in tv non possa aver evitato di versare delle lacrime. Federer ha contraddistinto gli ultimi vent’anni di questo sport, è stato il personaggio più carismatico. Anche Nadal, Djokovic e Murray lo sono, ma lui ha un’eleganza e un fascino diverso, una capacità di farsi amare da tutti. Ovunque abbia giocato il tifo è sempre stato per lui. La conclusione di ieri sera è stata degna del mito che è stato per vent’anni. A me è capitato di vedere tutti i venti Slam che ha vinto dal vivo. Tributato un omaggio doveroso e splendido, non si poteva finire meglio. Qualcuno mi ha scritto: ma c’era proprio bisogno delle pallate addosso che hanno tirato Sock e Tiafoe? Io dico che questa è la conclusione più giusta. Nello sport si perde più volte di quanto si vinca… Si impara a convivere con la gioia del trionfo e la disperazione della sconfitta. Ieri sera lui ha perso ma non era disperato, anche se ha pianto come un vitello. La fotografia di lui e Nadal che piangono tenendosi per mano credo farà la storia del tennis un po’ come quella di Coppi e Bartali quando si passarono la borraccia. Un simbolo di due che si battono ferocemente l’uno contro l’altro ma si rispettano profondamente”.
La scelta di chiudere con Nadal come compagno di doppio come la commenti?
“Nadal è stato il primo che, pur essendo di cinque anni più giovane, si è affacciato a fronteggiare davvero un Federer che in quel momento stava dominando il tennis. Era diventato n.1, lo è stato per 270 settimane consecutive, c’è chi ha fatto più settimane come Djokovic ma non consecutive, il suo è stato un record. E Nadal, dicevo, è stato il primo a fronteggiarlo da pari a pari. Ha vinto un Wimbledon contro di lui in finale quando nessuno pensava potesse accadere. Bellissimo, dunque, questo rapporto tra i due. C’è chi mi ha detto che sarebbe stato più bello se si fossero messi d’accordo per far vincere la partita a Nadal e Federer. Ma è stato giusto che la partita fosse giocata davvero. Lui ha avuto un match point sul servizio e questa è una storia che si ripete perché tutti ricordano la finale di Wimbledon 2019 in cui ha avuto due match point sul servizio sull’8-7, non è riuscito a sfruttarli e poi ha finito per perdere contro Djokovic. Anche ieri avrebbe potuto fare ace come fatto poco prima, ma non ci è riuscito, e poi Sock ha giustamente fatto quello che doveva per vincere. Se posso chiudere, dico che una conclusione così, che ha commosso milioni di persone, non poteva succedere che a Federer. Ha voluto questa competizione per rendere omaggio a Rod Laver, perché lui è sempre stato un fanatico del tennis e i giocatori australiani degli anni Sessanta-Settanta per lui erano leggendari. E si è creato così uno scenario ideale per il suo addio. Non so se rivedremo mai qualcosa di simile”.