M-A Huesler b. [5] H. Rune 6-4 7-6(8)
Sono trascorsi appena otto giorni dal momento che ha segnato questa stagione tennsitica, insieme “all’evoluzione” di Serena Williams, e più in generale un’era del tennis maschile: il ritiro dalle competizioni di Roger Federer. Ebbene dopo più di una settimana da quell’evento, che ha costretto il mondo tutto a versare lacrime su lacrime; un altro svizzero ci riconcilia con il tennis. Ovviamente non stiamo parlando di un facsimile di Re Roger, perché questo sarebbe impossibile; ma il 26enne di Zurigo Marc-Andrea Huesler incarna l’essenza di quello che era il modo d’intendere questo sport del 20 volte campione Slam: protagonisti sul campo, cercando a tutti i costi di essere artefici del proprio destino. Il mancino elvetico, n. 95 ATP – ancora per poco – ha giocato un torneo sensazionale, sublimando il suo cammino bulgaro con il successo in finale sulla tds n. 5 Holger Rune per 6-4 7-6(8) dopo 1h42′ di gioco. Una partita nel quale ha dimostrato di possedere diverse e differenti frecce nella propria faretra, oltre al serve&volley con il quale ci è stato presentato è in grado di sapersi districare anche attraverso altre soluzioni.
Prima di tutto, come detto, è tanto di più, molto di più del solo servizio e volée. Può contare su una pesantezza di palla, anche grazie al suo metro e 96 per 86 kg, devastante quando in giornata; una potenza che può essere sprigionata da entrambi i lati con la medesima efficacia. Poi chiaramente quando si può chiamare in causa un servizio di tale portata, è tutto più semplice. Anche se volendo farne una questione meramente numerica, per certi versi oggi il danese ha fatto anche meglio; ma la costanza di Huesler è impareggiabile. In aggiunta cio che desta enorme sorpresa, è la mobilità negli spostamenti di Huesler: si muove benissimo per un giocatore delle sue leve, a tal punto da coprire perfettamente il campo. Infine è vero che Rune, avendo mancato quattro set point – due nel dodicesimo gioco e altrettanti nel tie-break – avrà parecchi rimpianti, tuttavia allo stesso modo si può affermare che se il mancino delle Alpi avesse sfruttato l’0-40 in apertura di secondo set, forse staremmo parlando di un parziale a senso unico, dato che nel primo il classe 2003 ha pagato l’unico piccolo svarione – fra l’altro a freddo – nonostante poi abbia davvero servito molto bene.
Si tratta del primo titolo in carriera a livello ATP per Huesler, che diventa il primo mancino ad imporsi all’Arena Amreec del Sofia Open in sette edizioni del torneo, oltre che il terzo dopo Basic e Sinner – ci si riferisce alla vittoria nel 2020 – a trionfare da non testa di serie. In aggiunta lo svizzero ha un record assolutamente invidiabile nelle finali, seppur tutte – ad eccezione del match odierno – di livello inferiore, con 7 vittorie e 2 sole sconfitte. Ma la vera particolarità di questo dato, sta nel fatto che ha sempre trionfato in eventi disputatisi sopra i 300 metri sul livello del mare; oggi poi si è addirittura superato affermandosi in una cornice geografica che è situata a 500 metri sul livello del mare. Inoltre per il 26enne rossocrociato questa è la quarta vittoria contro un Top 50, altre due sono arrivate questa settimana: la prima invece era giunta in Svezia, all’ATP 250 di Bastad, in cui batté proprio Holger nel loro unico confronto diretto prima dello scontro in terra bulgara. Per il n. 31 dellle classifiche niente seconda gioia, dopo quella giunta in maggio a Monaco di Baviera anche per mezzo del ritiro di Van De Zandschulp.
La straordinaria cavalcata in quel di Sofia, garantirà a Huesler di guadagnare ben 31 posizioni, a partire da domani, issandosi così al best ranking di n. 64 del mondo. Anche per il classe 2003, ci sarà un piccolo miglioramento in termini di posizioni scalate: un +5, che lo porterà alla miglior classifica di sempre di n. 26 ATP.
Speravano in una finale tutta azzurra, l’ottava di sempre dell’Era Open, ma alla fine ci possiamo comunque ritienere soddisfatti. I nostri sensi tennistici sono stati soddisfatti da uno spettacolo piu che degno: stili opposti che hanno fatto divertire, consegandoci bellezza.
IL TABELLONE DELL’ATP 250 DI SOFIA 2022
IL MATCH – Pronti via ed è subito break. Lo svizzero gioca un primo game magistrale, infilando Rune prima con uno strettino di rovescio spettacolare e poi lasciando tutti a bocca aperta attraverso uno straordinario drittone in contropiede. Il 19enne danese è un giocatore che certamente ha in serbo nel proprio bagaglio tecnico, la capacità d’imprimere un ritmo agli scambi che sarebbe insostenibile per il 26enne di Zurigo. Ciò può avvenire, però, solo a patto che non lasci l’iniziativa a Huesler; per cui sarà fondamentale per lui mettere subito pressione, nei game di risposta, ricercando profondità per togliere il tempo al mancino rossocrociato. Il problema, come ha ampiamente dimostrato il match di Lorenzo Musetti, è che contro Marc non ci si può permettere il minimo calo al servizio, perché se ciò dovesse accadere l’elvetico potrebbe anche non offrire mai l’aggancio per rialzarsi. Infatti, il n. 95 ATP è dotato di un fondamentale d’inizio gioco, assolutamente tra i più letali del circuito: è un colpo che praticamente non lascia intravedere punti deboli, è estremamente completo. Innanzitutto possiede la curva mancina, che è già un bel biglietto da visita, ma la vera grandezza – dell’arma svizzera – sta nella modalità in cui viene utilizzato. E’ efficacie sia sulla prima che sulla seconda, oltre che potersi affidare a qualsiasi angolo – esterno, alla T, al corpo – oltre che a qualunque taglio – slice, kick, piatto -. Holger, quindi, non può ovviamente essere tranquillo in questo avvio di gara, poiché si è visto strappare la battuta nonostante due ace ma più di tutto, Huesler si sta dimostrando superiore nel terreno di caccia che invece dovrebbe essere quello preferito del classe 2003, ovvero le martellate da fondo. Difatti, per ora, le progressioni a rete del nativo di Zurigo sono state alquanto sporadiche.
Tuttavia non appena cala anche solo leggermente la presenza della prima palla mancina, nel rettangolo del servizio, e contestualmente il n. 31 del mondo riesce ad essere più incisivo in ribattuta, ecco che le difficoltà iniziano a manifestarsi anche per Marc-Andrea: si materializza così il primo break point per Rune, ma incredibilmente dopo un punto sul filo del rasoio ad alto pathos emotivo il metro e 91 si salva grazie ad un autentico miracolo a rete. Al volo, infatti, para un rovescio devastante in avanzamento del tennista scandinavo, mediante una volée che s’inerpica lobbando il giovane di Copenaghen. Holger riesce ad arrivare sulla palla e ad eseguire il tweener, ma Huesler è attento e con una – assolutamente non banale – veronica cancella la chance. Qualche instante dopo il fumantino Vitus Nodskov sbaglia un passante di rovescio incrociato, e allora la rabbia montante di Holgerino nostro non può che esplodere e abbattersi sulla sua povera racchetta. Il quartofinalista dell’ultimo Roland Garros non demorde, anzi, continua ad aumentare i giri del motore cercando di far valere le sue fiammate. Ancora palla break, tuttavia questa volta ci pensa la prima vincente a togliere le castagne dal fuoco per lo svizzero. Non ci saranno più opportunità per il danese, con il n. 1 di Svizzera a mettere in cascina il primo set: 6-4 dopo 36 minuti.
Rune è nervoso, sa perfettamente di essere il favorito per aggiudicarsi il titolo, ma l’avversario odierno è uno di quelli tosti e ostici, che neanche nella partita domenicale del proprio circolo si vorrebbero affrontare, e che come ha già fatto vedere: non perdona svarioni. Per nulla facile la situazione nel quale si trova il danese, considerando che ha perso il primo set vincendo più punti sulla prima al servizio (81% contro 75%) e con lo svizzero che ha messo in campo solo il 63% di prime oltre che raccolto soltanto il 58% sulla seconda. Ciò significa che può unicamente migliorare questi numeri, considerando le sue caratteristiche e il valore del suo servizio ammirato questa settimana. E non a caso, Holger si trova ad un passo dal baratro già in apertura di seconda frazione: va immediatamente sotto 0-40. Tuttavia, anche se ogni tanto inciampa in qualche eccesso caratteriale, la tds n. 5 ha nella capacità combattiva da lottatore purosangue uno dei suoi maggiori punti di forza: risale punto dopo punto ed esce indenne dal turning point che avrebbe potuto segnare in maniera indelebile il match, anche grazie ad uno strabiliante passante di dritto, giocato in corsa sul 40-40 con la palla radente il suolo.
IL TABELLONE DELL’ATP 250 DI SOFIA 2022
Va certamente sottolineato, come l’incontro si stia rivelando alquanto spettacolare e piacevole sotto tutti i punti di vista. L’evidente differenza di stili, non fa che dar vita a scambi assolutamente entusiasmanti: sembra di essere ritornati agli ’90, senza ovviamente voler fare scomodi confronti ma è indubbio che delle similitudini ci siano, quando i passanti di Agassi fronteggiavano le volée di Sampras. Quando il bolide a propulsione, che corrispondeva alla battuta di Pete, si scontrava con i fendenti di contro-attacco di André. Huesler però non è solo servizio e volée, che pure fa egregiamente anche se oggi con meno frequenza, ma anche un tennista dotato di una pesantezza di palla che non sfigura per niente a questi livelli. Tutt’altro, in diverse occasioni ha pietrificato un motorino come Rune, inoltre è in grado di generare potenza da entrambi i lati. Chiaramente con il dritto, lo svizzero ha anche la possibilità di eseguire soluzioni più arcuate, mentre con il bimane ricerca di più l’accelerazione. A testimonianza di ciò, Huesler mette in mostra uno stupefacente rovescio con il peso del corpo leggermente all’indietro. Dopo il momento di grossa paura, vissuta da Rune in apertura di set, il resto del parziale scivola via rapidamente – l’unico altro piccolo scossone giunge nel quinto gioco, con il danese costretto ai vantaggi -. Da par suo, invece, il mancino rossocrociato continua ad essere una macchina impeccabile alla battuta, mettendo pure a segno un filotto di otto punti vinti consecutivamente alla battuta – tra il suo secondo e il suo terzo turno di servizio nel parziale -, e affidandosi spesso e volentieri, per concretizzare la mole prodotta con il fondamentale d’inizio gioco, a ricami al volo di strabiliante fattura, dimostrando di avere una capacità non indifferente nel dosare e controllare – specie di rovescio – i tocchi volanti.
Inevitabile allora, che si giunga al tie-break, ma prima che ci si arrivi c’è da registrare un dodicesimo game in cui Rune produce il massimo sforzo in risposta, arrampicandosi dai vantaggi a due set point – la terza e la quarta palla break offerte nella partita dal mancino, le prime dall’ottavo gioco del primo set -. Tuttavia Marc-Andrea picchia con il dritto, anomalo e non, quando la palla scotta senza tradire la minima tensione, e dunque tredicesimo game sia. Il gioco decisivo segue pedissequamente le battute, sino al settimo punto dove i miracoli difensivi del danese – uno incredibile togliendosi la sfera dalla pancia, con il dritto, correndo verso la direzione opposta – garantiscono il primo strappo. Ora Holger riesce a trovare maggiormente gli angoli, e muovendo di più il lungagnone rossocrociato a lungo andare lo sfianca. Ma mai dare morto lo svizzero, che sta giocando un torneo ed una finale sensazionale, che centra il contro mini-break grazie ad un terrificante drittone inside-out dal centro. Arrivano ambedue a set point in risposta, i servizi però sono implacabili. Sul 7-7, poi è Huelser a regalare affossando un dritto in rete. Rune allora ha disposizione il quarto set point, il secondo del tie-break, ma un profondissimo bimane incrociato dello svizzero termina sulla riga salvandolo – anche con un pò di fortuna – dal terzo set. Infine, il 26enne di Zurigo completa il suo capolavoro: prima passa Rune con uno stratosferico passante lungolinea, in corsa e di dritto, per regalarsi qualche secondo dopo – con una prima al corpo direttamente vincente – il 10-8, che significa primo titolo della carriera.