[1] I. Swiatek b. E. Alexandrova 7-6(5) 2-6 6-4
inizio un po’ opaco di Swiatek, con qualche difficoltà di troppo al servizio e diversi errori evitabili, certamente dovuti anche all’ottima pressione messa da Alexandrova, che già sta applicando in pieno il suo piano tattico di disegnare il campo e cercare di non dare punti di riferimento alla polacca. Non a caso la prima palla break, maturata in un quinto gioco in cui Alexandrova si mostra devastante in risposta, da ambo i lati, è proprio a favore della russa, che però quasi non può giocarsela data la rinascita proprio nel momento caldo (come spesso le accade) del servizio della n.1 al mondo. Cresce alla battuta nel corso del primo set Swiatek, che non deve più affrontare problemi causati in risposta dalla russa, comunque abbastanza solida da parte sua, ma senza tentare l’affondo, e con qualche errore di troppo da ambo le parti. Passaggio a vuoto nel dodicesimo game di Alexandrova, che da 40-0 perde quattro punti di fila con una serie di errori e un doppio fallo, salvo ritrovare servizio e lucidità per annullare un set point alla polacca e forzare poi il tie-break. Dopo 12 punti non esattamente esaltanti, salvati solo da quel pizzico d’incertezza nei primi punti, in cui le due giocatrici si rincorrono passando in vantaggio prima l’una poi l’altra, è Swiatek, con una prima vincente (!), a portare a casa il primo parziale vincendo il tie-break 7 punti a 5. Pesa però un netto calo di Alexandrova in risposta e da fondo negli ultimi punti.
Si riscatta però subito in avvio di secondo set la russa, rispondendo in modo molto più propositivo e mostrandosi ben aggressiva, dunque obbligando la polacca a rischiare anche di più con il servizio, oltre che nello scambio, trovando contemporaneamente più vincenti (Alexandrova ne ha il doppio) e regali di Iga, che portano così in dote un prezioso break alla n.21 al mondo. Il secondo parziale prosegue nel peggiore dei modi per Swiatek, sempre più fallosa, con errori di misura neanche così piccoli, in parte motivati dal pressing e la bravura nel ribattere di Alexandrova, ma soprattutto da una certa tensione della polacca, che la fa essere troppo contratta e soprattutto la porta a trovarsi sotto di due break. La n.1 al mondo ha però uno scatto d’orgoglio, e trova un gran settimo game quando deve cercare di rimanere nel set, in cui piazza due risposte vincenti, di dritto e rovescio, e ributta un po’ di tensione sulla russa, che con un doppio fallo cede uno dei due break. Si tratta però solo di un fuoco fatuo questa coppia di game vinti dalla polacca, dato che torna a tremare al servizio, subisce l’iniziativa delle risposte di Alexandrova ed è costretta a cedere il secondo set alla russa, che lo ha dominato sotto tutti i punti di vista, ancora mostrando il proprio valore in risposta (anche aiutata dal servizio appena sopra i limiti della decenza della sua avversaria).
Sulla scia del secondo set appena vinto e veleggiando sulle ali dell’entusiasmo per il gioco espresso nella seconda frazione, Alexandrova parte fortissimo nel terzo set. Dopo aver tenuto a zero il suo primo turno di servizio nel parziale, il game d’apertura della partita finale, la giocatrice russa dà la continua sensazione di essere la migliore – in campo, in questo momento – quando lo scambio si allunga. Sembra quasi che Ekaterina ricerchi la sofferenza, derivante da un quindici prolungato, e che si giovi nettamente di codesta situazione tattica: vince tre punti di fila nel suo primo game di risposta, ma Swiatek prima di crollare definitivamente stampa un ace che cancella la palla break e la tiene in vita. La n. 21 WTA non smette di sciorinare un tennis scintillante, è veramente in uno straordinario momento di forma e per cui, conseguentemente, possiede – al momento – una consapevolezza nei propri mezzi oltre che un grado di fiducia in sé stessa, alquanto inscalfibili: vedere per credere uno spettacolare dritto lungolinea vincente, per di più in corsa, eseguito alla perfezione nel quinto game. La pressione sulla n. 1 del ranking è asfissiante, la difficoltà in battuta sono costanti, tuttavia il pianto di un bambino tra gli spalti distrae l’avversaria e permette ad Iga di rimanere aggrappata al match. E quando una campionessa del calibro della vincitrice di due titoli dello Slam nel 2022, non viene distanziata a dovere finisce che alla fine a scottarsi sono le avversarie. Nel settimo game infatti si assiste al turning point dell’intero duello, dopo che la polacca aveva rischiato in tutti i suoi turni al servizio – portandoseli a casa il primo ai vantaggi, con un break point frantumato, e i successivi due a 30 -; al contrario di una Alexandrova, che invece aveva concesso appena due punti in tre game alla battuta: si materializza un’incredibile strappo a zero a favore della 21enne di Varsavia, complice un doppio fallo ed un gratuito della russa in uscita dal fondamentale d’inizio gioco. Ekaterina ormai si è bloccata, Swiatek contestualmente è tornata quella in versione robotica ammirata per tutta la stagione: parziale di 8 punti a 3, e match point sul 5-3. La n. 21 WTA, tuttavia, non ci pensa minimamente a mollare, non solo annulla quel match ball ma ne cancella altri due, sfruttando invece la prima chance avuta a disposizione per accorciare ulteriormente e rifarsi sotto (5-4). Il quarto tentativo però è quello buono, Swiatek al servizio per chiudere non perdona: sessantesima vittoria stagionale – eguagliato il traguardo di Caroline Wozniacki, ottenuto dalla danese nel 2017 -, domani per lei sarà la dodicesima finale della carriera, l’ottava del suo stupefacente 2022.
LE PAROLE A CALDO DELLA VINCITRICE:
L’intervistatore: “Ben fatto, congratulazioni e benvenuta per la prima volta in finale. Penso che questo match abbia raccontato un po’ tutto”.
Swiatek: “E’ stato molto, molto duro. Siamo verso la fase finale della stagione, nel secondo set ho perso un po’ d’energia. Grazie al pubblico per avermi quasi tenuto viva. Sono riuscita ad alzare notevolmente il livello nel terzo set”.
L’intervistatore: “Riuscirai a trovare energie per domani?”.
Swiatek: “Si penso di sì, sicuramente avrò tempo e modo per potermi riposare. Cercherò di dare del mio meglio. So che sarà dura, ma dobbiamo andare avanti. Immagino che sarà anche una sfida divertente”.
L’intervistatore: “Non hai mai perso una finale quest’anno”.
Swiatek: “Si lo so, questo è lo sport. Ogni cosa può succedere. Cercherò di far fruttare al meglio l’esperienza che ho accumulato durante questo anno”.
L’intervistatore: “Domani è tutto esaurito”.
Swiatek: “Sono contentissima, allora ragazzi ci vediamo domani”.
B. Krejcikova b. E. Rybakina 3-6 7-6(4) 6-4
Barbora Krejcikova ha entusiasmato il suo pubblico, in quel di Ostrava, con una vittoria in rimonta nella prima semifinale dell’Agel Open inflitta ai danni della campionessa di Wimbledon Elena Rybakina, con il punteggio di 3-6 7-6(4) 6-4 in oltre due ore e venti minuti di match. Dopo aver raggiunto una sola finale nei primi nove mesi dell’anno, l’ex numero due del mondo ha visto nuovamente divampare dentro di sé il fuoco sacro, essendosi spinta consecutivamente nell’ultimo atto di un evento del circuito nelle ultime due settimane. La tennista ceca si è ora issata, tra le partite estoni e quelle di scena sul suolo amico, ad una striscia di otto affermazioni consecutive.
La campionessa del Roland Garros 2021 con il successo odierno si conferma quasi imbattibile a questo punto della settimana in un appuntamento del Tour, migliorando ulteriormente il proprio record nelle semifinali WTA e portandolo – complessivamente in carriera – sul bilancio di 8-1. In aggiunta è divenuta, grazie a questa affermazione, la prima atleta di casa a raggiungere l’ultimo atto in tre edizioni del torneo. La vittoria odierna di Krejcikova, infine, porta la 26enne di Brno sul 2-0 negli sconti diretti contro la 23enne di passaporto kazako: l’altro confronto si è consumato, all’inizio della scorsa stagione, nel WTA 500 di Melbourne.
Nonostante Elena sia stata autrice di 39 vincenti, 17 dei quali aces, a fronte di soli 25 non forzati, dunque chiudendo la sua partita con un bilancio positivo che recita un +22; si è dovuta piegare all’eccezionale resa della prima palla di servizio di Barbora: capace far mettere in saccoccia alla n. 23 WTA, l’86% dei punti iniziati con questo fondamentale. L’ex n. 2 del mondo, inoltre, rispetto alla nativa di Mosca ha scagliato soltanto due aces, tuttavia entrambe hanno ceduto per due volte la battuta nel corso del match. Rybakina è stata la giocatrice in campo a partire meglio, intascandosi il primo set grazie al proprio bottino di 10 winners – al cospetto di soli 6 unforced – e riuscendo così a strappare nell’ottavo gioco issandosi sul 5-3. Un parto questo break della ceca, che ha avuto bisogno di ben quattro opportunità nel game per centrare l’obbiettivo; successivamente ha consolidato il vantaggio incamerando la prima frazione.
Il secondo set, invece, non ha avuto alcuna pausa dalle mattanze dei fondamentali d’inizio gioco: si è seguito inesorabilmente, senza nessuno scossone, l’ordine delle battute. Non si è vista neanche l’ombra di una palla break, neppure di un mini-break – o quasi -: perché sì, inevitabilmente si è giunti al tie-break, ma anche qui la storia non è cambiata. Almeno sino al 5-4 Krejcikova, quando la campionessa di Tallinn alzando sensibilmente il livello ha scaraventato due drittoni pazzeschi, che le sono valsi i due quindici essenziali per rimandare ogni discorso al set decisivo.
Il terzo set, ultimo capitolo della vicenda, è stato caratterizzato da una serie di turni di servizio interlocutori, prima che Krejcikova rompesse gli indugi spianandosi la strada a suon di passanti e lob. Così facendo si è garantita l’allungo finale, sigillato da un dritto che non è ritornato nella propria metà campo.