R. Carballes Baena b. [2] M. Berrettini 5-7 7-6(5) 7-5
È una brutta versione di Matteo Berrettini quella sconfitta in tre ore e venti minuti da un Roberto Carballes Baena che non ha neanche messo in campo la prestazione della vita o, quantomeno, non ne aveva l’intenzione se non gliene fosse stata ripetutamente offerta la possibilità. Certo, lo spagnolo ha risposto parecchio e pure bene (cosa tutt’altro che scontata nonostante la superficie lenta) e corso anche di più (quello si sapeva) sbagliando però molto, soprattutto nei primi due set, più volte tradito dal dritto su palle piuttosto facili sia in palleggio che nei tentativi di affondo. Poi, nel terzo, già che c’era – e c’era perché l’altro ce lo ha fatto arrivare – ci ha provato ed è riuscito a tirare fuori alcuni giochi forse di prestigio che lo hanno fatto diventare un fenomeno quando avrebbe dovuto essere già non sotto la doccia bensì a cena a digerire la comprensibile, ineluttabile sconfitta in due partite.
Dal canto suo, Berrettini ha iniziato come ci si aspettava, con qualche occasione già al primo game, il break al settimo gioco, i set point per chiudere 6-3. Ha infine messo le mani sul parziale, ma le crescenti difficoltà hanno fatto intravvedere all’avversario l’opportunità, tanto che nemmeno sotto di un set e un break ha dato segnali di resa. Ma, segnali o meno, il top player avrebbe dovuto ammazzare il match a quel punto. Trascinato al terzo, Berretto è andato a servire sul 5-3 e Carballes ha infilato quattro giochi pressoché perfetti. Terza vittoria su un top 20 per lui, dopo Shapovalov e Monfils, su ventitré confronti.
PARENTESI RACE – In ottica ATP Finals, Berrettini rimane 15° a 2225 punti. Auger-Aliassime, ottavo nella Race, è anch’egli in gara a Firenze (esordirà giovedì), ma aggiungerà punti al proprio bottino solo superando i quarti di finale. Con Alcaraz, Nadal, Ruud e Tsitsipas già qualificati in virtù dei punti e Djokovic in quanto campione Slam in top 20, ovviamente al netto di eventuali rinunce, nel mirino azzurro c’è il settimo posto attualmente occupato da Taylor Fritz con 2885 punti. Tra Matteo e lo statunitense ci sono però altri cinque tennisti (tolti Nole e Zverev, quest’ultimo con il punto interrogativo) con le stesse ambizioni, tra cui Jannik Sinner a quota 2310.
IL MATCH – Carballes Baena è giocatore da terra battuta, più attivo nel circuito Challenger, e con una quindicina di match pro al coperto in carriera. Questo però significa solo che difficilmente lo vedremo sul tappeto di Ismaning, non che non sia in grado di opporre resistenza alcuna su questa superficie, tanto lenta che il coach Gipo Arbino ci ha detto che Sonego è andato in campo con alcune racchette incordate addirittura quattro chili in meno rispetto al solito.
Carballes non parte centratissimo e si ritrova sotto 15-40, mentre è chiaro quello che lo spagnolo vuole e deve fare: tenere la palla sempre profonda e precisa in modo da muovere il nostro e impedirgli di entrare con il drittone, preferendo la diagonale sinistra. In ogni caso, è bravo ad annullare quelle e altre due palle break, con Berrettini che sfodera subito anche le smorzate. C’è qualche bello spunto da parte di entrambi e al quinto gioco RCB commette per due volte di fila lo stesso errore, vale a dire cambia verso il dritto di Matteo con poca incisività permettendogli di girare l’inerzia dello scambio, ma riesce comunque a tenere senza troppi patemi. Non ci riesce invece al turno di battuta successivo a causa dei troppi errori. Perché, quando giochi con qualcuno a cui sai che potrebbe essere un problema strappare la battuta anche qui sopra, sentirsi costretto a non regalare nulla quando servi ti crea quella pressione che può proprio farti sbagliare. E anche non essere mai entrato fra i primi 70 del ranking potrebbe avere il suo peso quando giochi al Palazzo Wanny contro Berrettini, almeno a giudicare da altri gratuiti in quello che potrebbe essere l’ultimo gioco del parziale; nonostante Matteo faccia anche valere il peso e la velocità del suo dritto, RCB annulla tre set point da sinistra con la partecipazione poco straordinaria del rovescio azzurro.
Nessun problema, i apparenza, perché Berretto va poi 30-0 e ha una palla comoda con l’altro attaccato a rete che un centimetro più avanti farebbe invasione ma, invece di trafiggerlo, gliela mette giusta per fargli fare bella figura. Santopadre e Rianna non paiono tranquilli e lui rimane così impantanato nel game che infine cede con il doppio fallo. Per italica fortuna, l’avversario gli rende il favore tra un brutto errore e il gioco fermato sulla palla break con hawk-eye che gli dà torto. Questa volta Berrettini non li lascia sfuggire l’ennesima occasione e chiude a zero. 90% di punti con la prima e 31% con la seconda per lui, sempre sul 55-50% per Roberto: nessuna sorpresa.
Tutti in bagno e si ricomincia. A soffrire. Roberto illude regalando ancora con il dritto e illude anche più il ventiseienne romano approfittandone subito. Carballes Baena non si fa impressionare dallo 0-2, muove il punteggio, Matteo non ottiene punti gratis (e nemmeno vagamente scontati) con la battuta, si fa sorprendere nell’angolo destro ed è 2 pari, che diventa 2-4 in un’evidente fase di scoramento. Ci pensa il ventinovenne di Tenerife a tirarlo su di morale allungandogli un vassoio con un paio di errori che stuzzicano l’appetito del 4 pari. Match ondivago, insomma, nel caso ci fosse bisogno di rimarcarlo, e non parliamo di quelle onde che ti ci tuffi felice vicino alla riva, bensì di quelle che provocano il rollio dell’imbarcazione.
Sulla sedis, Richard Haigh aveva già sbagliato martedì sera in una situazione di punteggio delicata annullando l’ace di Zhang sulla protesta di Passaro che sosteneva di non essere pronto. Ora, con Matteo che serve per andare al tie-break sul 15-30, fa overrule sul vincente spagnolo chiamato out, ma decide di far rigiocare il punto nonostante la chiamata non abbia assolutamente influito sul tentativo di Matteo. A differenza del cinese, però, Roberto fatica a dimenticare e rischia di uscire dal match. Berrettini però non se ne avvale, anzi, sbaglia, stecca ed è terzo set.
I due ricominciano tenendo agevolmente i rispettivi servizi, poi Matteo mette la freccia al sesto gioco, con il lungo punto decisivo ben costruito da RCB che però fallisce la volée non elementare ma a campo aperto. Berretto consolida non prima di essere andato sotto 0-30, ringraziando l’altro per il poco cinismo nel punto che l’avrebbe portato a doppia palla del contro-break.
5-3, momento della verità, Carballes tira fuori tutto il fiato che gli resta (parecchio), ma soprattutto risponde tanto e bene, anche se pesa la smorzata azzurra che va larga ad avversario battuto, il quale nel giro di quattro minuti si prende il 5 pari. Gran game di risposta e tocca a lui servire per chiudere; la sua battuta non si avvicina neanche per sbaglio a quella di Berrettini, ma la risposta azzurra è decisamente peggiore: a Roberto riesce il colpaccio e va ai quarti contro contro Mikael Ymer, vincitore di Karatsev. “Su questa superficie, Cressy è meno pericoloso di Karatsev” diceva Vincenzo Santopadre. E Aslan è meno pericoloso di Ymer e Berrettini di…
LE PAROLE DI CARBALLES – “L’atmosfera mi ha eccitato, avere tanta gente che tifava per Matteo mi ha caricato. Questa settimana ho giocato qui invece che in Spagna perché ero al Challenger di Parma, poi andrò a Napoli, mentre Gijon è lontano rispetto a dove sta la mia famiglia” ha spiegato. “Sul 5-2 al terzo per Matteo non ero ottimista, però mi sono detto sto giocando bene, posso essere più aggressivo” e c’è riuscito. “Questa è una delle mie vittorie più importanti, ma non quella più importante in assoluto” ha concluso riferendosi alla vittoria in cinque set su Shapovalov al Roland Garros nel 2020.
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