Nel quarto ed ultimo incontro della sessione diurna, della giornata di martedì, andata in scena sul Centrale del Pala Wanny all’UniCredit Firenze Open, il doppio tutto in famiglia dei fratelli Berrettini è stato sconfitto con il punteggio di 4-6 6-2 10-6 dalla coppia statunitense-australiana Maxime Cressy / John Patrick Smith. Il match, valevole per i quarti di finale, ha visto Jacopo e Matteo subire la rimonta dopo essersi intascati il primo set. Nonostante la precoce eliminazione dal torneo, il duo azzurro ha mostrato di possedere il livello per competere con le migliori coppie del circuito. Infatti anche se, quella nel capoluogo toscano, per Maxime e John è stata la loro prima partita assieme nel Tour di specialità, sono giocatori che ben interpretano la disciplina: Smith è ora n. 95 della classifica di doppio, ma in passato è stato n. 52 del mondo; Cressy invece tenendo fede alla sue caratteristiche tecniche è un tennista che si trova decisamente a proprio agio nel giocare in coppia.
Dunque le sensazioni, che la sfida ha lasciato al doppio italiano sono assolutamente positive. Rimane però il problema delle pochissime occasioni, che i due fratelli hanno per giocare uno accanto all’altro. Come ha confermato lo stesso Jacopo, a caldo nel post match, in esclusiva ai microfoni del Direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta. The Brothers Berrettini avevano disputato l’ultimo incontro di coppia, nella scorsa stagione – ad aprile – in un altro torneo di casa: la seconda edizione del Sardegna Open a Cagliari. In quella circostanza Matteo (oggi in campo) aveva optato per un rientro soft dopo il suo primo infortunio agli addominali, patito ai sedicesimi dell’Australian Open 2021 contro Khachanov e che gli impedì di scendere in campo in ottavi con Tsitsipas, dedicandosi esclusivamente al doppio: vinsero due partite prima di arrendersi in semifinale a Bolelli e Molteni – i quali a loro volta avrebbero perso nell’ultimo atto dell’evento per mano di Sonego e Vavassori. Quest’ultimo, altro tandem azzurro che si pone grandi obbiettivi per insidiare Bolelli/Fognini in Coppa Davis -. Oltre alle tre sfide cagliaritane, e a quella di Firenze, hanno giocato anche altri due match nel lontano 2017 al Challenger di Cortina uscendo ai quarti.
Purtroppo è difficile che in futuro possano giocare assieme con una certa continuità, almeno che Jacopo non abbia una rapida ascesa al grande tennis con conseguente e fulminea scalata in classifica – al momento abbastanza improponibile – che permetterebbe ai due fratelli di poter organizzare una programmazione con gli stessi eventi. Prospettiva, attualmente, in alcun modo verificabile dato che osservando la classifica del minore dei Berretto – n. 905 ATP -, è facile intuire come Jacopo per perseguire – giustamente – le sue ambizioni da singolarista deve necessariamente girovagare tra Challenger e ITF. Insomma un pò le stesse problematiche, anche se a latitudini di ranking diverse, che stanno affrontando i torinesi Lorenzo e Andrea; e che hanno fronteggiato qualche anno fa i Chicchi quando per via degli infortuni Simone era crollato in classifica e provava a rilanciarsi nel circuito minore, prima che prendesse la decisione di appendere definitivamente al chiodo la racchetta da singolarista.
Nell’intervista rilasciata al direttore da Jacopo Berrettini, c’è spazio anche per una curiosità extra tennistica relativa alle emozioni che ha suscitato in Jacopo e Matteo la cornice dell’Artemio Franchi: poiché lunedì sera hanno presenziato sugli spalti dello stadio di Firenze per assistere all’incontro conclusivo della nona giornata di Serie A tra Fiorentina e Lazio. La partita è stata vinta dalla squadra in trasferta per 4-0, per la delusione dei due fratelli da sempre cuore viola; il cui legame speciale con la città si è ulteriormente rafforzato quando Matteo ha ricevuto le “simboliche chiavi” della Culla del Rinascimento. Jacopo stuzzicato dal Direttore, sì è lasciato andare anche un commento tecnico sul match della squadra del cuore.
Ubaldo Scanagatta: Parliamo prima di tennis, oggi avete vinto il primo set contro Cressy/Smith però poi avete perso in tre set. Che esperienza è stata rigiocare nuovamente assieme a Matteo, dopo che in coppia non disputavate un match dal torneo di Cagliari dello scorso anno?
Jacopo Berrettini: “E’ sempre molto bello, infatti ora ci rode abbastanza perché l’occasione di giocare insieme non capita tutti i giorni. Ed oggi secondo me stavano giocando molto bene, abbastanza in controllo; poi purtroppo come succede spesso in doppio è girata su due punti e loro sono stati molto bravi a sfruttare le occasioni che hanno avuto. Ad un certo punto abbiamo fatto molta fatica a trovare le soluzioni giuste. Quindi sono stati più bravi loro di noi, però sicuramente giocare con Matteo è molto speciale”.
Ubaldo Scanagatta: Ho avuto la sensazione durante il doppio, che fossi più te quello che faceva le cose giuste in campo. Ad esempio, ad un certo punto ti ho visto giocare una palla bassa e lenta nei piedi dell’avversario. Mentre Matteo gioca più di forza, e qualche volta gli è capitato di giocare la volée di rovescio anche se in quella circostanza sarebbe stato più giusto eseguire quella di dritto. Quelli sono segnali di disabitudine al doppio?
Jacopo Berrettini: “Non direi. Matteo ha alle spalle un background di doppio, che si può assolutamente dire che gioca bene anche in questa specialità. Lo abbiamo visto anche in Laver Cup, ma anche vincere altri tornei. Sicuramente non è abituato a giocare il doppio, ma non direi che oggi io giochi meglio di lui il doppio. Non è una cosa che dico, perché semplicemente non è così. Il doppio lo sappiamo si gioca sempre in due, sicuramente lui ha la dote del servizio che io non ho. Magari io ho altre caratteristiche, però non è così”.
Ubaldo Scanagatta: Oggi avete perso soltanto al tie-brek del terzo set, quindi vuol dire che eravate ai livelli dei vostri avversari, che sono avversari molto forti in doppio. Questo cosa ti fa pensare, anche per il tuo futuro?
Jacopo Berrettini: “Lo sapevamo, comunque, che il livello ce l’abbiamo. Possiamo giocare bene insieme, sicuramente giochiamo pochissimo: come hai detto tu, abbiamo giocato l’ultima volta insieme ad aprile dell’anno scorso. Quindi è pure difficile, il livello però c’è. Peccato perché al prossimo turno avremmo incontrato una coppia molto esperta, e sarebbe stato bello giocarci contro. Però è così, lo sport è così”.
Ubaldo Scanagatta: Infine volevo chiederti che cosa ti ha lasciato l’esperienza allo stadio Artemio Franchi, due fratelli tifosi viola in particolare te. Non è che abbiate portato molta buona fortuna alla squadra viola. Vorrei avere da te un commento tecnico sulla partita.
Jacopo Berrettini: “Purtroppo non abbiamo portato benissimo. Per quanto riguarda la partita diciamo che si può riassumere semplicemente con il fatto che loro hanno segnato, e noi no. E’ così, abbiamo creato tanto, mille occasioni: la Fiorentina secondo me ha giocato molto bene, però ovviamente se gli altri segnano e tu no è un po’ difficile vincere a calcio. Quindi un po’ questo”.
Ubaldo Scanagatta: L’atmosfera dello stadio, il pubblico com’è stato. Ci eri già stato allo stadio di Firenze oppure era la prima volta?
Jacopo Berrettini: “No ci ero già stato tante volte. E’ sempre bello tornarci, poi con anche la consegna delle chiavi a Matteo è stato anche più speciale. Quindi molto bella l’atmosfera, peccato per il risultato”.
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