Il sogno di una finale tutta tricolore è realtà. Trentaquattro anni dopo l’ultima finale tra due azzurri in Italia, Napoli domani ospiterà l’ultimo atto trai due amici e compagni di nazionale. Per entrambi è la prima finale in patria, nonché la prima sul cemento.
Matteo Berrettini
Ciao Matteo come stai per prima cosa?
Sto bene, un po’ stanco, il piede mi faceva un po’ male durante la partita, adesso stiamo cercando di recuperare. Lo staff medico ha fatto un grande lavoro durante il match, mi hanno aiutato a dare quello che avevo. Sono in finale e farò di tutto per esserci.
Si tratta di una vescica? Con la fasciatura che ti hanno fatto sei andato meglio? C’è stato un momento in cui guardavi il tuo angolo e facevi segno, pensavi di ritirarti? Nel terzo sembrava ti muovessi meglio
No, è un dolore sotto al piede che non so cosa sia. La fasciatura mi ha aiutato molto, ha creato un cuscinetto sotto al piede, anche se non mi muovevo al 100%. Al mio team dicevo che sono una chiavica. Il box mi ha detto di dire basta, io ho detto no, non voglio ritirarmi, non mollo, che mi batta lui e quindi sono stato in campo fino alla fine e ho pure vinto.
Hai sofferto un po’ il suo gioco?
Ho iniziato a servire male, con poche prime e lui mi rispondeva quasi sempre e mi toglieva il tempo. Io sono partito non con il piede giusto…(ride), poi piano piano le cose sono migliorate e spesso mi sono salvato con il servizio come è giusto che sia.
E’ probabile che ci sarà una finale tutta italiana, in tal caso per chi farà il tifo il pubblico?
Credo sarebbe una cosa pazzesca per il tennis italiano e per il torneo, non sarà l’ultima volta, Lorenzo ha un futuro luminosissimo davanti a lui, io all’età sua non giocavo nemmeno i challenger. E’ impressionante quello che sta facendo ma al di là di tutto io scenderò in campo per vincere.
Obiettivo Finals ancora possibile?
Sì sì, ci credo finché la matematica me lo concede, ho giocato poco quest’anno, devo pensare a giocare tante partite, ho tanta voglia di giocare. Se arriva la qualificazione bene ma no sarò promosso o bocciato in base a quello. E dopo c’è la Davis.
E’ la tua prima finale in Italia, è un po’ curioso che accada proprio qui che ci sono stati tanti problemi. Come mai, forse per via della pressione?
Beh, c’è solo Roma… non è facilissimo arrivare in finale a Roma. Con i 250 è sicuramente più semplice. Quest’anno non ho potuto giocare Roma, 2020 e 2021 senza pubblico. Speriamo non sia l’ultima finale in Italia.
IL TABELLONE COMPLETO DELL’ATP 250 DI NAPOLI
Lorenzo Musetti
Per chi farà il tifo il pubblico di Napoli?
E’ un domanda un po’ cattiva, secondo me sarà 50% e 50%, sarà una partita bella ed emozionante, boati non solo da una parte, sarà molto coinvolgente, ce la godremo entrambi.
Domanda di Ubitennis: Ho parlato poco fa con Simone Tartarini, mi ha detto due cose interessanti. La prima è che non sarai condizionato da giocare contro un amico come Matteo e la seconda che lui ha sempre creduto nelle tue possibilità sul cemento ed era solo questione di tempo.
Penso anche io che per la maturità con la quale sto affrontando tutte le partite non mi farò condizionare dal fatto di giocare contro Matteo. Onestamente il salto di qualità sul cemento l’ho fatto già ad Acapulco. E’ una superficie che mi richiede più tempo perché sono nato sulla terra rossa e dovevo adattarmi, adattare il mio tennis alla velocità del cemento, il servizio ed il diritto, ma il tempo era dalla mia parte e ne ero consapevole. Soprattutto servizio e risposta stanno funzionando alla grande.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Lorenzo Musetti al microscopio
Ti aspettavi una partita così semplice oggi?
Non è stata semplice, non è mai semplice in questo sport ed è una cosa che dovremmo spiegare bene ai bambini. Io penso molto a quello che devo fare senza pensare se sono 6-1 o 7-6. Ogni punto va giocato come fosse l’ultimo. Domani non sarà semplice, non lo è stato oggi nemmeno con Djere, ogni match ha dei momenti in cui devi essere concentrato ed affrontare delle difficoltà.
Se dovessi presentare la finale di domani, cosa diresti?
Una finale tra due italiani, tra due giovani, Matteo è un veterano ma è sempre giovane. Ci simao sempre incontrati in campo come amici, anche stamattina ci siamo riscaldati insieme. Sarà la prima volta da rivali, amici ma rivali. Domani chi sarà più bravo a mettere da parte l’amicizia la spunterà, ma influenzerà soprattutto il gioco. Il titolo non può che essere “Che vinca il migliore”.
Su questo campo sembri molto a tuo agio anche senza averlo provato?
Ma si, il primo giorno non ho espresso il miglior tennis e la sera si rallenta un po’, però sin da ieri ho giocato molto bene, mi sono trovato a mio agio, superficie simile a Firenze, il tappeto è quello, ma il passaggio da indoor a outdoor cambia tantissimo, il rimbalzo è diverso, ci sono gli agenti atmosferici, all’aperto bisogna essere bravi ad adattarsi, forse sono stato il più bravo a farlo ma domani dobbiamo.