Ashleigh Barty è tornata a parlare dopo diverso tempo. L’ex tennista aussie si è ritirata nello scorso febbraio dopo la vittoria agli Australian Open e ha appena scritto un libro, dal titolo My Dream Time, che verrà pubblicato la prossima settimana. Nel libro risponde a delle questioni ancora in sospeso, come quella dell’improvviso ritiro. Ecco le osservazioni dell’australiana nella lunga intervista a News Corp: “Vincere Wimbledon era l’unica cosa che volevo nella mia carriera. Da lì in poi mi sono detta: non sto perché sto ancora giocando, penso di aver finito”. Già prima del successo di quest’anno nello Slam di casa, la campionessa di Ipswich aveva già deciso insieme al suo team di terminare l’avventura professionistica e hanno deciso di tenere questa decisione segreta fino alla fine. Durante tutta la carriera Barty ha sofferto le pressioni derivanti proprio dal tennis, ma alla fine del 2021, avendo preso la decisione di ritirarsi, ha acquisito una spensieratezza diversa in campo, lo stress è diminuito e ha vissuto con maggiore serenità gli Australian Open. L’ex numero uno del mondo ha chiuso la porta anche a un possibile ritorno: “Gli ultimi sei/sette mesi della mia vita sono quello che ho sempre desiderato. Mi sono sposata (con Garry Kissick, ndr) e sono contenta di come sto vivendo in questo momento”.
Molto interessante il pezzo dell’intervista nel quale Barty parla del rapporto non sempre semplice avuto con il proprio fisico: “Durante la mia adolescenza non apprezzavo il mio corpo, avevo sempre paura di non essere all’altezza. Le altre giocatrici si cambiavano apertamente negli spogliatoi, mentre io mi spogliavo in privato. Inoltre odiavo l’impatto che l’allenamento aveva sul mio corpo e sulle mie abitudini. Con il tempo ho imparato a convivere con le mie imperfezioni e con questo libro voglio incoraggiare ragazzi e ragazze ad apprezzarsi per ciò che sono, accettando anche le insicurezze e i difetti”. In My Dream Time la campionessa australiana si è raccontata in tutte le sue sfaccettature e i suoi aspetti, facendoci conoscere ancora più da vicino una figura poco conforme ad un mondo sempre più omologato.
Giulio Vitali