La vita è un’enorme curva di apprendimento, oltre che una costante crescita personale derivante dalle esperienze accumulate. Ebbene, tale concetto sembra essere riassunto e rappresentato perfettamente dalle WTA Finale 2022, di scena questa settimana a Fort Worth in Texas. Nelle prime due giornate dei Round Robin, infatti, le quattro tenniste che hanno ottenuto la vittoria avevano già partecipato in precedenza, nelle stagioni passate, al torneo di fine anno che mette a confronto le migliori otto giocatrici dell’anno solare. Questa statistica non può essere una coincidenza, anche considerando che la classifica è stata totalmente ribaltata in tre dei quattro incontri con le sconfitte della n. 2, della n. 3 e della n. 4 del seeding: Ons Jabeur, Jessica Pegula e Coco Gauff. Dunque potremmo affermare come, all’esordio, l’abitudine ad aver già vissuto e affrontato un contesto così particolare rispetto ai canonici appuntamenti del Tour, abbia pagato più dell’attuale ranking frutto dei risultati degli ultimi dodici mesi e per cui – sulla carta – maggiormente affidabile in termini di rapporti di forza. Ma basta poco per invertire la rotta, o quantomeno per farsi trovare pronte nello scontro tra debuttanti: ad aprire di fatti il terzo giorno di gare sulla Dickies Arena, è stato il duello fra due 28enni che hanno indiscutibilmente fatto registrare in questo 2022 la miglior stagione della loro carriera: da una parte Jabeur e dell’altra Pegula. Per entrambe era un’opportunità per dimostrare la loro crescita, alle prese con il formato a gironi – da sempre anti convenzionale nel tennis – e con la pressione che scaturisce dal prendere parte all’evento di fine anno. Come ha anche sottolineato la n. 1 del mondo Iga Swiatek – la donna da battere -, nel Media Day prima dell’inizio del torneo, è necessario uscire dai blocchi di partenza in maniera feroce e aggressiva poiché non ci sono – ai nastri del via – giocatrici di rango inferiore che popolano i primi turni del tabellone come accade normalmente durante l’anno. Inoltre l’altra grande particolarità, rispetto alla consuetudine dei tornei WTA, è che perdendo una partita puoi rimanere ancora in gioco. Per chi si trova per la prima volta a disputare un torneo che presenta queste regole “rivoluzionarie” in relazione alla concezione della sconfitta nello sport con la racchetta, è molto complesso emergere positivamente da una cotale situazione mentale in quello che è l’ultimo tratto di una stagione lunga e faticosa.
JABUER RIMONTA E SI RILANCIA – Alla fine ad aver assorbito meglio questi cambiamenti, dopo il KO al debutto è stata la tunisina che ha rimontato la statunitense per 1-6 6-3 6-3 in poco più di un’ora e quaranta di gioco. Un successo che può quasi rappresentare, per la finalista dell’ultima edizione di Wimbledon, la rottura di un vaso di cristallo relativo ai match dell’ultimo periodo contro le Top Players visto che Ons aveva perso sette delle ultime otto partite contro avversarie Top Ten. Un’affermazione sofferta che la rilancia nella corsa alla qualificazione alle semifinali: “Dopo il primo set, stava continuando a giocare molto bene e con grande velocità. I suoi colpi erano pesanti e molto bassi, ma ero consapevole del fatto che lei amasse giocare in quel modo. Per cui dovevo soltanto trovare quel click per poter cambiare il ritmo della gara e imporre il mio stile – queste le parole a caldo in seguito alla vittoria della tennista araba -“. Tuttavia ciò che emerge in modo più sorprendete dall’intervista post successo della talentuosa tunisina, che probabilmente ha avuto un suo contributo nelle dinamiche dell’incontro, è che per lei non si trattava della prima esperienza nel mondo del tennis con un torneo suddiviso tra fase a gironi e fase a eliminazione diretta: “Ho giocato in passato il campionato arabo e quello africano, in più un anno disputati anche la Coppa del Mondo Under 14 con questo format“. Di contro, invece, ennesima delusione negli incontri contro Top 5 per la campionessa di Guadalajara: nona sconfitta consecutiva (0-7 nel 2022), con il bottino che in carriera recita 2-13.
UNA SAKKARI LIBERATA DALLE PRESSIONI STA VOLANDO – Nel secondo singolare, andato in scena nella notte italiana – ricordiamo che tra gli Stati Uniti e il Bel Paese ci sono ben sei ore di fuso orario a causa dell’introduzione dell’ora solare nel Continente americano una settimana dopo rispetto all’Europa -, Maria Sakkari si è garantita l’accesso – vidimato anche dalla matematica – per il secondo anno consecutivo alla Final Four delle WTA Finals. La 27enne di Atene aveva bisogno di una vittoria in due set per poter staccare definitivamente, con una giornata d’anticipo, il pass per la semifinale e l’ha ottenuta superando con il punteggio 6-2 6-4 la tds n. 7 Aryna Sabalenka in 97 minuti. La quinta favorita del torneo si è così espressa, subito dopo la qualificazione al penultimo atto dell’evento: “Se non ti dimostri aggressiva su questo campo in questo torneo, allora per te non può che essere solo game over; se hai un atteggiamento passivo contro la miglior battitrice del Tour, la sconfitta è assicurata“. La potente atleta ellenica è stata l’ultima delle magnifiche otto ad aver strappato un posto per le Finals texane di Fort Worth, ottenendo l’approdo all’evento finale della stagione grazie alla vittoria su Veronika Kudermetova nei quarti del ‘1000’ di Guadalajara – appena una settimana orsono -. Da quando ha raggiunto questo grande risultato, il suo gioco è come se si fosse liberato completamente dalle pressioni e dalle aspettative che molte volte l’hanno attanagliata nel corso della carriera fermandola sul più bello. A raffigurare questo deciso e repentino cambio di rotta delle sue prestazioni, la statistica che rivela come durante tutto il 2022 abbia ottenuto una sola affermazione al cospetto di una Top 10; mentre al contrario in questa settimana ha messo a segno due successi di fila con giocatrici classificate tra le prime dieci del ranking proprio nella stesso modo in cui ci riuscì un anno fa, quando in Messico batté Swiatek e Sabalenka in back-to-back. “È passato molto tempo da quando ho vinto in due set contro questo tipo di giocatrici, quindi la sento una situazione nuova per me. Essere in grado di vincere contro queste giocatrici in due set è impressionante, alla fine il lavoro sta dando i suoi frutti“.
Un match condizionato pesantemente da numerosi break. Maria ha preso immediatamente la testa dell’incontro portandosi sul 6-2 3-0, apparentemente navigando in tranquillità verso la semifinale. Tuttavia Aryna ha alzato drasticamente all’improvviso i giri del motore, lasciando andare alcune fiammate devastanti che le hanno permesso di vincere ben quattro giochi consecutivi e prendere il vantaggio anche nella seconda frazione (4-3). La giocatrice ateniese alla fine ha prevalso, dopo un battaglia di lunghi e faticosi scambi prima di rompere nuovamente l’equilibro, ed in questo caso senza possibilità di reazione, sul 5-4. Anche al servizio per il match, nel game successivo, Sakkari ha dovuto affrontare l’ennesima sfida della sua partita salvando tre break point prima di convertire il suo primo match point con un dritto incrociato che ha forzato l’errore della nativa di Minsk. Proprio questo è stato il dato maggiormente significativo a fini del risultato, con la greca che ha salvato cinque dei sette break point offerti nel match. Frantumare i break point è stata la carta vincente che ha scandito il suo percorso verso la finale a Guadalajara, un anno fa, vedremo se si rivelerà nuovamente tale considerando anche che la finalista di Parma ha messo a referto il maggior numero di break point salvati nella stagione: ben 282, nessuno come lei. Ma ad essere determinante è stato anche il posizionamento in risposta, modificato dopo il match vinto con Pegula arretrando per darsi più tempo nel contrastare i penetranti servizi avversari: la tattica ha pagato, facendo sì che Sakkari vincesse il 65% dei punti sulla seconda di Sabalenka.
NULLA DI DECISO, TUTTO DA DEFINIRE – A parte la qualificazione aritmetica di Maria Sakkari alle semifinali, tutto è ancora in discussione nel Round Robin dedicato alla figura di Nancy Richey, compreso il primato del girone. Nonostante il KO in seconda giornata, Sabalenka è ancora in lizza per un posto tra le migliori quattro e si giocherà le ultime cartucce a sua disposizione nell’ultima sfida contro Pegula. Anche la tennista americana, pur con due sconfitte in altrettanti match, ha ancora – seppure residue – speranze di qualificarsi alla fase a eliminazione diretta. Infine la stessa Ons Jabuer può ancora rimanere con il cerino in mano e troverà nel match decisivo l’attuale leader del raggruppamento Sakkari, che ha appena raggiunto il maggior numero di vittorie in una singola stagione: 39 battendo il precedente record personale di 38 dello scorso anno.