Qualcuno dice che è il bello della formula delle Finals (se volete chiamarlo Masters sarete perdonati): le due giocatrici che erano arrivate imbattute in semifinale non sono state quelle a conquistare l’accesso alla finale.
Ma se per il match tra Caroline Garcia e Maria Sakkari il pronostico era abbastanza equilibrato, nella seconda semifinale Iga Swiatek, 67 vittorie e 8 sconfitte finora in questa stagione, era largamente favorita su una giocatrice da lei battuta quattro volte su quattro durante l’anno.
E invece è stata proprio Aryna Sabalenka, quella che all’inizio del 2022 sembrava avesse smarrito il servizio e che poi si era trovata bandita da Wimbledon per le vicende della guerra russo-ucraina, a fare il colpo della settimana e a regalarsi la chance per un titolo di grande prestigio.
[6] C. Garcia b. [5] M. Sakkari 6-3 6-2
Non ha quasi avuto modo di tremare, Caroline, nella prima semifinale delle WTA Finals. Partita concentrata e in palla, ha preso il volo subito ottenendo il primo break per il 3-1 grazie al suo tipico gioco aggressivo di risposta: quattro punti conquistati di cui tre arrivati subito dopo la risposta hanno messo la francese subito a suo agio nella partita probabilmente più importante dell’anno per lei, contro un’avversaria notoriamente debole di nervi quando deve fronteggiare situazioni di tensione.
Sakkari provava a tenere il palleggio sulla diagonale rovescia per poi aprirsi dei lungolinea da giocare tagliati e con rotazione a uscire sul diritto dell’avversaria, ma Garcia era troppo veloce e potente per cadere in quel tranello. Tre errori gratuiti della francese restituivano immediatamente il break di vantaggio per il 3-2, ma quando subito dopo Sakkari doveva cedere nuovamente la battuta, questa volta a zero, con altri tre punti raccolti in risposta da Garcia, quelle poche nubi che si erano addensate su Caroline si diradavano immediatamente, lasciando il cielo sopra di lei all’interno della Dickies Arena limpido e azzurro come quello che aveva accolto Fort Worth in questa domenica di inizio novembre da quasi 30 gradi.
Il primo set finiva 6-3 in 35 minuti con uno scarto di punti sorprendentemente ampio (29-18) per un punteggio tutto sommato equilibrato, ma Sakkari pagava la bassa percentuale di realizzazione sulla seconda (42%) che le costava un saldo negativo nei suoi game di servizio.
Nel secondo set il tema del match non cambiava, ma con i primi game tutti chiusi con il minimo scarto, gli errori da fondo di Sakkari costavano cari: la greca doveva trovarsi 0-4 0-30 per darsi una scossa e provare a dare una chance all’avversaria di tremare. Ma non era questa la giornata giusta: quattro ace e tre servizi vincenti negli ultimi tre turni di battuta chiudevano la partita dopo 75 minuti e mandavano Caroline Garcia alla sua prima finale delle WTA Finals. Lei che a metà agosto era n. 75 del ranking e aveva dovuto passare attraverso le qualificazioni a Cincinnati per andare a conquistare il Western&Southern Open.
[7] A. Sabalenka b. [1] I. Swiatek 6-2 2-6 6-1
E quella che sicuramente è la sorpresa del torneo è arrivata nella serata di domenica, quando in un match che definire schizofrenico è forse riduttivo la dominatrice della stagione e colei che aveva perso appena 13 games in tre incontri eliminatori è stata battuta da una giocatrice che l’aveva sconfitta solo una volta in cinque incontri e mai in questa stagione.
Aryna Sabalenka è andata in campo con l’idea di andare a tutto gas dall’inizio alla fine per evitare di far giocare Iga Swiatek, troppo superiore a lei quando si passa dal braccio di ferro al tennis. Al servizio la bielorussa ha iniziato servendo quasi 15 chilometri orari sopra alla sua media del torneo, scegliendo molto spesso il servizio al centro per accorciare la traiettoria del colpo e puntare all’ace (che saranno 11 alla fine della partita, contro 9 doppi falli) e cercando di togliere tranquillità a Swiatek nei suoi turni di battuta.
La polacca ha iniziato decisamente nervosa, quasi infastidita da qualcosa in campo, forse i riflettori che possono sì dar noia, ma sono sempre quelli dei precedenti tre incontri da lei stravinti sullo stesso campo. Il “tennis dragster” di Sabalenka ha funzionato alla perfezione nonostante il 2/15 sulla seconda di servizio. In 39 minuti il primo set era in cascina per la bielorussa, e Swiatek si rifugiava negli spogliatoi per cambiarsi d’abito e per ragionare su quanto accaduto.
Sabalenka, mai un esempio di solidità mentale, trascorreva buona parte della pausa a fondocampo ciondolando da una parte all’altra e provando servizi, mentre il computer polacco eseguiva un reboot che subito sembrava essere riuscito alla perfezione: i diritti erano ricomparsi, la risposta temeva meno i missili di Sabalenka e in men che non si dica il punteggio segnava 4-0.
Pareva un film già visto, e invece i fantasmi del primo set pian piano tornavano, anche perché Sabalenka non mollava di un centimetro continuando a martellare (e, certo, anche a sbagliare) sui colpi di inizio gioco.
Il secondo set terminava con un 6-2 figlio di due break consecutivi e di un game finale finalmente concreto da parte della n. 1 del mondo, ma i segnali non erano incoraggianti per i tanti tifosi polacchi in tribuna.
Nel terzo set Swiatek sull’1-2 si invischiava in due doppi falli e, tra la sorpresa generale, iniziava ad assistere alla disintegrazione del suo diritto, soprattutto quello incrociato. Negli scambi sulla diagonale destra era sempre lei a sbagliare per prima, e Sabalenka s’involava sul 3-1. Il gioco seguente era punto a punto, ma sul 30-30 una risposta di diritto di Swiatek che sarebbe stata vincente finiva lunga di un centimetro, e allora arrivava il 4-1 Sabalenka.
Il cortocircuito mentale che così tante volte aveva minato i sogni di gloria di Aryna questa volta sembrava accadere dall’altra parte del campo: le bastava tenere il palleggio sul diritto e l’errore puntualmente arrivava.
Dopo 2 ore e 7 minuti Sabalenka poteva alzare le braccia al cielo celebrando la sua prima finale alle WTA Finals nella quale troverà Caroline Garcia, una giocatrice con la quale è 2-2 nei precedenti confronti diretti, ma che non batte dal 2018.