Non si perde d’animo nonostante la sconfitta con Jiri Lehecka il tennista italiano Matteo Arnaldi, autore di un buon torneo al netto dell’eliminazione con tanto di partita record con il connazionale Francesco Passaro. Il sanremese ha esordito in conferenza stampa parlando della sua partita con Lehecka, molto più equilibrata e tesa di quanto abbia detto il risultato finale. “Un buon avversario, due tie-break oggi e il secondo set mi è scappato via lì. Credo di aver fatto tre partite molto buone, quella di ieri era la partita da portare a casa per stare molto meno in campo ed arrivare molto più riposato oggi.“.
D: Questo torneo per tutti è stata una grande occasione di esperienza, sia per quelli che hanno vinto nel torneo sia per quelli che sono usciti. Hai giocato con due giocatori saldamente nei primi 100 come Lehecka e Nakashima. Su questo campo tu la senti questa differenza o no?
R: Mi avessero detto ad inizio anno che sarei stato qui a giocarmela alla pari con questi giocatori non ci avrei creduto, ci speravo però non ci avrei creduto. Son contento del livello che sto esprimendo in campo e sicuramente se avessi finito ieri in quattro set oggi l’avrei affrontata in un’altra maniera. Penso di essermela giocata e di averla persa in pochi colpi, è un punto di partenza per l’anno prossimo.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Lorenzo Musetti al microscopio
(Ubaldo Scanagatta): Nella vita di un tennista ci sono tante battaglie perse che si potevano vincere o perdere per un soffio. Ti è successo spesso in passato di perdere partite per un matchpoint o al contrario vincerle quando sembravano praticamente perse.
R: Credo che sia una cosa che succede a tutti. ci sono partite che riesci a girarle e altre no. Agli US Open 2019 ho perso una partita con match point con Nava che poi ha fatto finale. Ne ho perse di partite e ne ho vinte anche, fa parte del gioco. C’è rammarico ma ora un po’ di vacanza e poi si riparte con la preparazione dell’anno prossimo.
D: Volevo chiedere il tuo rapporto con Fabio Fognini. Per anni è stato il simbolo del tennis italiano, probabilmente è dal suo successo a Montecarlo che quelli dietro a lui hanno capito di poter arrivare a certi livelli. Volevo chiederti come ti trovi con lui.
R: Mi ha aiutato molto nell’ultimo periodo, ha creato quest’agenzia di management in cui sono dentro, non saprei che altro aggiungere, mi ha dato qualche consiglio sicuramente.
D: Cosa ti è rimasto più impresso del torneo?
R: Secondo me è una cosa diversa. Mi fa solo piacere stare qui, è divertente ma non giocherei con queste regole tutto l’anno. È un altro sport praticamente, però è divertente farlo una volta l’anno e farlo quest’anno è stato divertente, soprattutto col pubblico italiano.