[4] B. Nakashima b. [5] J. Lehecka 4-3 (5) 4-3 (6) 4-2
Brandon is Next. Nel futuro prossimo del tennis, ai vertici mondiali, c’è spazio anche per Nakashima. È infatti lui il vincitore delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals: il secondo non europeo e il primo americano, a dimostrazione del nuovo splendore che sta vivendo il tennis a stelle e strisce. Il californiano ha superato, per la seconda volta nel torneo, Jiri Lehecka in tre set e un’ora e 19 minuti di gioco. Vince così il torneo, alla seconda partecipazione, da imbattuto, come tutti i precedenti campioni a esclusione di Sinner, e porta a casa un premio di oltre 430 mila dollari.
È la sua seconda affermazione in un evento ATP dopo quella nel 250 di San Diego (dove è nato – Milano diventerà così la sua seconda casa) che gli aveva fruttato “solo” 92 mila dollari. Lo stesso percorso lo aveva fatto nel 2018 Tsitsipas. Il futuro di Nakashima è ancora tutto da scoprire, ma questa settimana milanese (iniziata con un incontro soffertissimo contro Arnaldo) ci ha detto che siamo già al cospetto di una bellissima realtà.
IL MATCH – L’Allianz Cloud è praticamente sold out per la quinta finale della storia – ancora breve ma già ricca – di questo torneo. Le prime misurazioni dell’applausometro rilevano un leggero favore del pubblico per Nakashima che però entra nel match a dir poco contratto. La tensione si sostanzia non solo in un doppio fallo sul 30 pari ma anche in seconde palle al rallenty e in un lancio sbagliato. Anche il braccio di Lehecka non è subito sciolto, ma sul punto decisivo il ceco prende l’iniziativa e si merita il primo break dell’incontro con un rovescio incrociato fulminante. Jiri, allora, inizia a martellare con il dritto senza remore, mentre Brandon ci mette ancora qualche minuto a entrare effettivamente in partite.
Il mini-set sembra quindi compromesso per l’americano, ma Lehecka si irrigidisce proprio quando si trova a due punti dal 4-2 sul 30-0. Il ceco sbaglia scelte e realizzazioni e Nakashima si ritrova così in dono il tie-break. Il californiano gioca i primi cinque in modo straordinario: in particolare, in un paio di occasioni, Brandon prevede la direzione degli attacchi dell’avversario, forse anche in virtù dell’incontro giocato (e vinto) mercoledì, e lo passa senza pietà. Jiri, comunque, non lascia andare il set e risale fino al 6-5: il 2001 di San Diego non fa un piega e si mette in tasca il primo parziale con la combinazione servizio a uscire e rovescio lungo linea.
Il pubblico dell’Allianz inizia così a schierarsi in maniera leggermente più decisa dalla parte di Lehecka che inizia bene il secondo set: si procura due palle break nel secondo game, ma Nakashima si affida alla prima di servizio con cui praticamente non perde un punto. Il numero 74 del mondo, infatti, fatica a uscire da situazioni difensive. Questa volta, comunque, il tie-break viene raggiunto in modo piuttosto spedito: Brandon parte di nuovo forte e senza sbagliare nulla arriva sul 4-1, ma poi il dritto lo tradisce. Il ceco lo rimonta e si guadagna addirittura un set point sul servizio. Lo spreca però malamente scentrando un dritto nel mezzo dello scambio. Il californiano annusa quindi l’odore del sangue e non sbaglia più nulla e si aggiudica anche questo tie-break: di nove giocati in questo torneo, è l’ottavo vinto. Non può essere un caso. Dopo un’ora e spiccioli il totale dei punti è in parità (46 a testa) ma Nakashima è avanti di due set.
L’americano prova subito a dare il colpo di grazia al match nel terzo parziale, ma sul punto decisivo del secondo game (quindi su palla break) sbaglia un passante non impossibile e tiene quindi in vita l’avversario. Lehecka, però, non riesce più a impensierire Nakashima in risposta. Il numero 49 sale allora sul 3-2 e può giocare senza avere nulla da perdere il sesto game. Jiri, invece, sente la pressione: Brandon gli fa giocare palle sempre più scomode utilizzando il back e ottiene due match point. Basta il primo: il ceco non regge l’ennesima sbracciata di dritto di Nakashima. L’americano è il quinto campione delle Next Gen Finals. Chissà se anche per lui, come per gli ultimi tre vincitori (Tsitsipas, Sinner e Alcaraz), ci sarà un futuro in top ten.