Jiri Lehecka ha raggiunto la finale delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano, eliminando Dominic Stricker in quattro set, dominati quasi totalmente dall’inizio alla fine. Ecco le sue parole al termine dell’incontro.
D: È stata di per certo una grande sorpresa. Lo è stata nel punteggio, o in cos’altro? Ti aspettavi di più da lui e dal suo servizio forse?
LEHECKA: Certamente non è stato il suo match. Ha giocato in maniera incredibile per tutta la settimana, lo sappiamo tutti. Sapevo che anche se non è attualmente in top 100 non sarebbe stato affatto facile. Ci ho giocato già una volta quest’anno, perciò sapevo che serve molto bene, che può giocare ottimi colpi col diritto…quindi io e il mio team abbiamo preparato il match tatticamente per farmi giocare il più aggressivo possibile e andare a rete, e oggi sono stato semplicemente il migliore in campo. Sono molto contento della mia prestazione.
Ubaldo Scanagatta: Il tennis ceco ha grande tradizione. Vorrei sapere chi ti ha ispirato di più, e a quale giocatore ceco il tuo gioco somiglia maggiormente. Berdych, o chi altro?
LEHECKA: Quand’ero piccolo Berdych era senza dubbio la mia più grande fonte di ispirazione. Quando il team ceco ha vinto nel 2012 e 2013 la Coppa Davis, è stata per me una grandissima esperienza poter osservarli con i miei stessi occhi giocare e vincere di fronte a ventimila tifosi cechi. Poi certo, durante la mia carriera e mentre crescevo ho notato alcune somiglianze nel nostro gioco: abbiamo entrambi un buon equilibrio, siamo veloci, abbiamo una tecnica del diritto simile, serve anche lui molto bene. Tra i giocatori cechi è Berdych quello da cui sto tentando di trarre insegnamento il più possibile.
D: In generale, a quale giocatore ti ispiri maggiormente? Djokovic o un altro?
LEHECKA: È una domanda difficile, perché stiamo parlando dei migliori del mondo Non so se la flessibilità di Djokovic, il tocco di Federer o la mentalità guerriera di Rafa. Il mio obiettivo è di trarre ciò che posso almeno un po’ da tutti questi giocatori…ma il mio più grande obiettivo è creare il mio gioco, con il mio stile da mostrare sul campo, cercando sempre di cogliere qualcosa da loro.
Ubaldo Scanagatta: Quando hai cominciato a giocare, perché hai scelto il tennis? È stato per la Coppa Davis o per qualcos’altro? Perché i tuoi genitori sono atleti ma non tennisti.
LEHECKA: Abitavo molto vicino al campo da tennis. Mio nonno mi ha portato a giocare la prima volta con mia madre. Giocavo con mia sorella più grande a quel tempo. Da fratello minore non è stato molto difficile scegliere cosa fare, volevo fare ciò che faceva mia sorella. Da piccolo facevo tutto quello che i miei genitori mi facevano fare. Probabilmente quando ho visto i momenti della vittoria in Davis, è stato il momento in cui mi sono detto: posso giocare anch’io questo sport. Proverò a portare avanti quell’eredità.
D: Puoi dirci un segreto su di te? Qualcosa che ti piace fare?
LEHECKA: Mi piace molto fare scalate in montagna, è qualcosa che mi aiuta a liberare la mente e stare a contatto con la natura. Poi ovviamente passare il tempo con i miei amici perché ovviamente per via del mio calendario non ci vediamo molto spesso.
Ubaldo Scanagatta: Tra i vari campioni come Kvitova, Navratilova, Lendl, chi è il più celebre in Repubblica Ceca? È quant’è popolare il tennis rispetto agli altri sport?
LEHECKA: Petra Kvitova è la più famosa perché lei ha vinto Wimbledon due volte ed è qualcosa di enorme, secondo me. Vincere due volte sull’erba lil torneo più famoso del pianeta, insomma. Per me credo sia lei la più famosa, ma è difficile da dire perché io sono molto giovane. Magari nelle vecchie generazioni c’è ancora Ivan Lendl nelle loro menti, non ne sono sicuro.
Parlando di tennis, direi che è tra i primi tre… o forse due. Al primo posto c’è sicuramente il calcio, poi molto vicini il tennis e l’hockey su ghiaccio ma direi che è il tennis è un po’ più giocato.