Daniil Medvedev è uscito sconfitto dal suo match d’esordio per mano dell’altro russo in tabellone, Andrey Rublev, al termine di un’estenuante battaglia. Ecco le sue parole al termine dell’incontro.
D: È stato uno dei match più strani che abbiate mai giocato?
Medvedev: Ne abbiamo giocati altri che non sono stati così equilibrati nell’ultimo set, ma abbiamo giocato due tiebreak allo US Open una volta. Abbiamo avuto dei match molto duri.
Ovviamente sono molto deluso per aver perso. Sono abbastanza contento per come è andata la partita in generale, comunque, ed ora sono proiettato verso le prossime partite per provare a vincerle tutte e passare il girone.
D: Ci sono stati molti punti giocati un po’ qua e là. Pensi che avresti potuto fare qualcosa di diverso per cambiare la partita?
Medvedev: In realtà no. Forse avrei dovuto servire meglio dato che i campi sono così veloci. Il concetto di “servire meglio” è un po’ ambiguo. È meglio fare ace nel tiebreak e che lui non la prenda piuttosto che lui riesca a rispondere sul sette pari. Se fossi andato esterno, sarebbe stato ace. Fa parte del tennis. Preferirei semplicemente giocare un tennis migliore al momento, ma non mi sentivo molto in fiducia prima del match. È stata comunque una buona partita sul piano mentale e dell’attitudine. Proverò a crescere in fiducia nei prossimi due match.
D: Hai detto che non avevi molta fiducia prima del match. Molte persone ti considerano il miglior giocatore del mondo sul duro. Cos’è che non ti fa essere in fiducia quando giochi su un campo del genere?
Medvedev: Non è stato facile passare da Vienna, che è un cemento molto veloce (e generalmente preferisco quelli veloci) a Bercy dove probabilmente ci sono i campi indoor più lenti. Mentre questi sono praticamente i più veloci dell’anno. Per abituarti devi giocare tante partite. Oggi era una di esse, è per questo che spero che la prossima partita sarà migliore. Per questo ho commesso alcuni errori, ero lento sulle gambe e arrivavo tardi sulla palla.
D: E’ stato un anno difficile per te e per tutti i russi a causa di Wimbledon e di tutto il resto. La settimana prossima si disputerà una Coppa Davis alla quale la Russia non potrà prendere parte. È qualcosa che ti infastidisce o te lo aspettavi? Non sto dicendo che non ti interessi, ma è meno importante di cinque mesi fa?
Medvedev: Dipende di cosa parliamo, certe cose sono più importanti di altre. Se parliamo della Coppa Davis e della United Cup, mi aspettavo questa decisione. Riguardo a Wimbledon, credo che sarebbe potuta andare diversamente.
Lo ripeto, la mia filosofia di vita è preoccuparmi di me stesso. Devo fare ciò che devo fare, ovvero giocare a tennis. Voglio allenarmi bene, provare a vincere partite e tornei. Sono molto deluso di non essere riuscito a farlo oggi. Credo che la vita sia già difficile di per sé e che tu debba preoccuparti soprattutto di te stesso.
D: Avete giocato alcuni punti eccezionali. Non so se ti sei reso conto che alcuni di essi hanno provocato delle standing ovation. Per noi che le abbiamo viste è stato fantastico. Quando sei nel mezzo di un match del genere, riesci a godertelo? O stanno accadendo troppe cose che te lo impediscono?
Medvedev: È una domanda ambigua, perché con gli altri giocatori non parliamo molto di tennis, e se riveli i tuoi segreti diventi più vulnerabile. Ma diciamo che ci sono delle partite in cui ti senti intoccabile e ti rendi conto che ogni cosa che fai si trasforma in oro. Oggi non era uno di quelli.
Tornando alla prima domanda, è facile dire cosa avrei potuto far meglio. Alcuni punti sono stati pazzeschi. Forse se fossi stato in grado di giocare un diritto più in diagonale non l’avrebbe presa e avrei fatto punto più facilmente.
Oggi non mi sentivo al massimo. Me la sarei goduta di più se mi fossi sentito meglio tennisticamente. Ma comunque sono stati dei grandi punti: possono farti giocare meglio e trasformare le cose in oro nelle prossime partite.
Pietro Keller