Un altro tassello della conquista di Nikola Mektic e Mate Pavic si inserisce nel mosaico. I due croati l’anno scorso hanno disputato una stagione superlativa, vincendo uno Slam, l’oro olimpico e diversi titoli, ma a Torino si erano fermati in semifinale delle Nitto ATP Finals. La seconda vittoria al match tiebreak dopo quella con Dodig e Krajicek, il quarto successo in quattro match. Battuti il britannico Lloyd Glasspool e il finlandese Harri Heliovaara con il punteggio di 6-4 6-7 10-6.
Un match non giocato in maniera perfetta dalla coppia numero 4 di quest’anno: Pavic appare piuttosto spento rispetto al solito, commettendo degli errori insoliti per la sua classe. Nel primo set il break decisivo arriva nel terzo gioco, ma la coppia anglo-finlandese hanno chance di rientrare sul 2-1 e sul 5-4, momenti risolti bene con l’ausilio del servizio. Altre possibilità di break per Glasspool ed Heliovaara arrivano anche nel secondo set, ma non vengono convertite. L’impressione è che i croati stiano soffrendo e i nodi vengono al pettine nel tiebreak, nel quale Mektic e Pavic concedono due punti al servizio e non riescono a recuperare. Il match scivola al supertiebreak e i balcanici riescono a spuntarla con tutta l’esperienza accumulata in questi anni: esperienza che manca ancora al duo anglo-finlandese su questi palcoscenici, considerando il fatto che lo scorso anno di questi tempi vincevano il Challenger di Bergamo. In finale Mektic e Pavic se la vedranno con Ram e Salisbury, nel replay della finale di Wimbledon vinta dai croati lo scorso anno.
Ram e Salisbury hanno conquistato questa mattina la seconda finale consecutiva al Master, battendo in due set Koolhof e Skupski, coppia numero uno del mondo, con il punteggio di 7-6 6-4. Un primo set tiratissimo nel quale il duo anglo-americano non aveva sfruttato un vantaggio di 6-2 e ha chiuso il parziale solo al sesto set point. Nel secondo set decisivo il break nel primo game. Il britannico e l’americano proveranno a sovvertire l’esito della passata edizione nella quale si inchinarono ai francesi Herbert e Mahut.
Giulio Vitali