Casper Ruud non è riuscito a sfatare il tabù dei grandi eventi e alle sconfitte in finale a Miami, Roland Garros e US Open si aggiunge quella contro Novak Djokovic alle Nitto ATP Finals. Tranquillo come appare in campo, tuttavia, il norvegese si dice sorpreso e soddisfatto dei risultati della stagione, soprattutto di quelli sui campi duri, e risponde alle domande descrivendo i propri margini di miglioramento, i match migliori, la caratteristica davvero vincente di Djokovic e Nadal e le aspettative per il 2023.
D. Sarai senz’altro molto deluso, ma è stato un anno notevole per te. Ciò compensa il risultato di stasera quando ci pensi?
Casper Ruud: “Sicuramente. Certo, è stato deludente perdere queste finali. Tutto sommato, se il primo gennaio mi avessi offerto il numero 3 del mondo e di giocare quelle finali, avrei probabilmente firmato. Nessun dubbio. Sento che c’è ancora margine per migliorare ed è una cosa positiva. Ho giocato un gran tennis quest’anno, ma sento di non aver ancora raggiunto il massimo o giocato il miglior tennis della mia vita. Questo risultato è il più sorprendente per me, finire l’anno qui su un campo indoor veloce, in finale, non qualcosa che ritenevo probabile. Forse neanche allo US Open. Ho ottenuto più di quanto pensassi.”
D. Margini di miglioramento. Tecnicamente, per esempio, cosa serve per accorciare la distanza con Djokovic?
“Giochiamo un tennis un po’ diverso, lui più piatto rispetto a me. Può essere complicato a volte. Oggi ho sentito di non riuscire a giocare i colpi che volevo per prendere il controllo del gioco perché lui manteneva una buona profondità, colpi piatti che schizzavano, difficili da attaccare. Spero di poter imparare a giocare così al coperto.
“Tecnicamente non sono affatto perfetto, anche se sono migliorato parecchio quest’anno. Ci sono ancora colpi sui quali non sono ancora a mio agio, specialmente muovendomi in avanti, venendo a rete. Credo di poter giocare un tennis migliore di quello di quest’anno.”
D. Ti sei detto sorpreso di queste finali sui campi duri. Il prossimo anno non ne sarai più sorpreso, ti aspetterai di arrivare in finale sul duro?
“Non penso che me lo aspetterò, ma inizierò la prossima stagione con un diverso approccio mentale. Avrò probabilmente grossi obiettivi da raggiungere in Australia. Se non succederà, non succederà, ma la mia mentalità è diversa da quello degli anni precedenti. Quest’anno non ho nemmeno potuto giocare l’Australian Open, quindi ho una grande opportunità di rivincita e fare un bel risultato. Però ci sono ottimi giocatori, so che posso batterli, ma anche che posso perdere da chiunque. Non vedo l’ora che cominci la stagione e di giocare al meglio dei cinque set. Cercherò di migliorare rispetto a quest’anno anche se non sarà facile perché ho fatto molto bene in certi tornei.”
D. Sempre sul miglioramento, quest’anno hai perso le tre finali che hai fatto, senza vincere set con Rafa e Djokovic. Il tennis ha pochi margini. Cosa ti è mancato?
“Novak e Rafa sono eccezionali. Hanno questa capacità di salire quando devono che io non ho. Questo aspetto è da sviluppare. Ho giocato ormai alcune volte con Novak, non tutti i set sono stati tirati ma qualcuno è finito 7-6 o 7-5 e io non riesco a fare un ulteriore passo quando ne ho bisogno. Se guardi gli avversari, Rafa al Roland Garros e Novak qui, sono i peggiori. Perderci non mi fa sentire così male, ma mi fornisce le motivazioni per la prossima volta se mai raggiungerò un’altra finale come questa.”
D. Quali sono stati i due match migliori che hai giocato quest’anno? Di quelle tre finali, in quale pensi di aver avuto una chance?
“La più combattuta è stata quello dello US Open, un set pari. Nel terzo, purtroppo non sono riuscito a vincere alcuni punti. Difficile scegliere i due match migliori, non me li ricordo neanche tutti. Uno potrebbe essere quello contro Berrettini nei quarti a New York, tre set a zero contro di lui non è facile. Anche quello di ieri contro Rublev.”
D. Quest’anno è stato notevole per te. Come eviterai certe delusioni il prossimo anno ci sarà più attenzione su di te?
“È sempre tonificante ripartire dall’Australia. Vuoi fare bene ma sai che solo l’inizio dell’anno. Uno dei principali obiettivi è di non avere troppi infortuni. Quest’anno ho dovuto saltare l’Australia. Sì, avrò più occhi puntati addosso, cercherò di gestirla e vediamo come va. Non gioco a tennis perché i media scrivano bene di me, che ho vinto o quello che è. Gioco perché amo la competizione, cercare di vincere. Su questo devo concentrarmi, non su quello che scriveranno di me. In Australia, sai che probabilmente giocherai decine di migliaia di punti durante l’anno, magari ne hai uno buono con 80-90 match. È l’inizio di una maratona e sei motivato per correrla.”