Per la sesta volta in carriera, la prima dal 2015, Novak Djokovic trionfa alle Nitto ATP Finals, battendo in finale Casper Ruud e eguagliando il record all-time di Roger Federer di vittorie in questo torneo. Al termine dell’atto conclusivo, è intervenuto in conferenza stampa anche Goran Ivanisevic, allenatore del serbo. Di seguito quanto dichiarato dal campione di Wimbledon 2001.
D: Goran, hai partecipato e condiviso con Novak tante settimane vincenti in questi anni. Che voto dai a questa?
Goran Ivanisevic: “Per tutto quanto accaduto quest’anno è stato davvero complicato. La vittoria a Wimbledon è stata molto speciale, ma anche questa non è da meno. Finire la stagione in questo modo, vincendo un torneo di questo calibro sette anni dopo l’ultima volta è incredibile. Se qualcuno guarda indietro e vede quanto è successo, penso sia normale dire che Novak meritasse questo titolo. Non è stato facile essere parte del suo team, ma ha pagato. Devo menzionare tutti i componenti del team perché mi rendono il lavoro più facile: Marco, Uli, Ella, Edo e io stesso. È stato difficile per noi, immaginatevi per lui. Si merita questo trionfo, specialmente per il modo in cui ha giocato questa settimana”.
D: Qual è stata la cosa più difficile da affrontare durante l’anno? Forse la pressione?
Goran Ivanisevic: “Quando giochi a tennis devi sempre gestire la pressione. Davvero complicata è stata l’attesa: non puoi stilare un calendario, perché prima ti consentono di giocare, poi vengono aggiunte restrizioni e non è più possibile. Ti prepari per eventi che non potrai disputare. Non sai quale torneo né dove prepararlo, è una montagna russa. Dopo Wimbledon aspettavamo risposte positive dallo US Open, ma non sono arrivate. Ora aspettavamo notizie dall’Australia, che per il momento sono positive. È complicato perché l’unica cosa che si vuole in questi casi è giocare, ma non sai quando né dove potrai farlo. Novak sarebbe quasi potuto essere il numero 1 del mondo con i 2000 punti di Wimbledon, figuriamoci con i quasi 8000 che non ha potuto difendere“.
D: Hai parlato della difficoltà dell’attesa, specialmente in estate. A Wimbledon hai detto che sareste andati in vacanza, ma Djokovic raccontava di quanto vi foste allenati in quel periodo. Che cosa avete fatto a luglio e ad agosto per rimanere in forma?
Goran Ivanisevic: “Io a dire il vero sono stato per la maggior parte del tempo a casa e in spiaggia! In ogni caso, come già detto, dopo la vittoria a Wimbledon Novak si è preso qualche giorno libero, ma ha subito ripreso ad allenarsi perché speravamo in buone notizie da New York. Stavamo aspettando tutti, avevo già le valigie pronte. Di fatto abbiamo capito di non poter andare negli Stati Uniti solo quando lo US Open è iniziato. Spero che riaprano quanto prima“.
D: Djokovic ha 35 anni, un’età nella quale molti altri ex giocatori si erano già ritirati. Che cosa cambia nel programma degli allenamenti? Immagino che le sessioni non siano le stesse di un 22enne…
Goran Ivanisevic: “Si allena anche più duramente di quando aveva 22 anni. Questo è il motivo per cui è ancora così forte e la ragione per cui sarà ancora migliore. Ha voglia di allenarsi e di migliorare, si prende cura del proprio corpo. Ai miei tempi ci si fermava a 30, 31 anni: eri già considerato vecchio. Però guardate lui, Roger fino ad un paio di anni fa, lo stesso Rafa. Si parla delle nuove generazioni ed è bellissimo, quest’anno abbiamo anche il più giovane n°1 della storia. Però guardate Nole: ha ancora fame, vince ancora tanti tornei e gioca un tennis incredibile. Già adesso pensa alla preparazione della prossima stagione. Fino a quando manterrà questo stato mentale, rimarrà competitivo ai massimi livelli, favorito per la vittoria di Slam e dei più grandi tornei”.
D: Puoi dirci qualcosa sul suo servizio? Credo sia incredibile, pensi ci sia margine per ulteriori miglioramenti o è quasi perfetto?
Goran Ivanisevic: “Il servizio di Djokovic è stato sottovalutato per tutta la sua carriera. Già cinque o dieci anni fa c’erano molte partite in cui si affidava al servizio nei momenti di difficoltà. Ora però è ancora meglio, lui vuole sempre migliorarlo. Questa settimana poi ha fatto registrare percentuali incredibili, oltre che una precisione chirurgica. Tutte le volte di cui ne ha avuto bisogno è sempre uscito dal pericolo grazie ad un’ottima prima di servizio. Anche la seconda è eccezionale. Se ne parla poco, ma lui ha uno dei migliori servizi in circolazione“.
D: Perché nella vostra epoca tantissimi giocatori si fermavano a 30 o 31 anni invece di continuare? Come mai oggi i big3 sono arrivati al meglio a 37/38 e sono messi meglio fisicamente di voi? Che differenza c’è da un punto di vista fisico tra loro tre e, ad esempio, tu, Sampras e Agassi?
Goran Ivanisevic: “Io ho dovuto smettere per via della mia spalla, mi sono dovuto operare e non sono riuscito a tornare al top. Non direi che fisicamente i big3 stanno meglio di noi, non sono d’accordo. Io ho iniziato a giocare con una racchetta di legno ad inizio carriera, ed è molto più faticoso. Oggi ci si prende molta più cura del proprio corpo, i team sono molto più grandi: prima si viaggiava solo con il coach. I materiali delle racchette sono incredibili. Novak comunque è un genio in questo, ha una cura maniacale del proprio corpo. Basta guardare come si muove e scivola in campo: è pazzesco. Addirittura oggi molti giocatori arrivano a giocare il loro miglior tennis in età più avanzata. Penso sia questione solamente di come si evolvono i tempi. Noi non ci prendevamo troppa cura del nostro corpo: se potessi andare indietro, rifarei diversamente molte cose. Oggi sono tutti fantastici atleti prima ancora che tennisti”.