I padroni di casa, la Nazionale che ospitava per la terza edizione consecutiva sul suolo amico la fase finale della Coppa Davis, è uscita di scena immediatamente. La squadra capitanata da Sergi Bruguera è stata, difatti, sconfitta – già dopo i singolari – con il punteggio di 2-0 dalla Croazia di Vedran Martic, nonché finalista in carica della competizione. Determinanti per la qualificazione in semifinale del team balcanico, le sconfitte prima di Roberto Bautista Augut – messo al tappeto da un Borna Coric meno attendista dell’iberico, in un match all’insegna della passività – nella sfida tra i numeri due delle formazioni in campo e poi di Pablo Carreno Busta – sconfitto solamente al tie-break decisivo da Marin Cilic, dopo un incontro contraddistinto da svariati ribaltamenti di fronte.
Un risultato che stando al ranking ATP dei tennisti scesi in campo non ha rispettato i pronostici della vigilia. Ma come ben sappiamo, la Davis se ne infischia altamente della classifica e spesso e volentieri è in grado di stimolare fortemente giocatori di seconda fascia a tal punto da fargli over performare e renderli così capaci di imprese incredibili. Tuttavia questo non è il caso di Spagna e Croazia, dove nonostante le ovvie limitazioni di rosa della Roja, i due singolari mettevano di fronte atleti che in questo momento sono assimilabili come livello generale. Anche se come preannunciato, i punti ATP davano un leggero vantaggio alla squadra di casa: Coric n. 26 ATP, Bautista n. 21, Cilic n. 17 ATP, Carreno n. 13 ATP. Come è facilmente intuibile, si tratta di quattro giocatori classificati nella Top 30, dove la differenza in termini di posti che li distanziano nel ranking è veramente minima: cinque posizioni tra i numeri 2, addirittura solamente quattro tra i numeri 1.
Se ciò non bastasse, anche il rendimento dell’ultimo periodo dei quattro protagonisti lasciava presagire un latente equilibrio nella sfide di Malaga. Sia Borna che Roberto venivano da un torneo di Parigi Bercy sottotono, sconfitti al primo turno rispettivamente da Moutet e Paul. Ma allo stesso tempo, erano invece reduci da un ottimo percorso negli ultimi due ‘500’ della stagione: entrambi fermati in semifinale, il croato da Shapovalov a Vienna, lo spagnolo da Rune a Basilea. In realtà un piccolissimo punto in più a favore di Coric era dato, se spulciamo ancora i risultati a ritroso, dal fatto che il 26enne di Zagabria fosse anche riuscito a raggiungere i quarti di finale qualche settima prima del torneo austriaco; nel ‘500’ asiatico di Tokyo dove dopo aver eliminato Kokkinakis e Nakashima la sua corsa fu interrotta sempre dal mancino canadese che poi si sarebbe ripetuto in territori elvetico. Mentre al contrario, Bautista aveva deluso a Napoli uscendo subito di scena.
Un po’ diversa la situazione tra i primi due violini delle compagini in campo, Cilic non aveva brillato né a Bercy né a Basilea venendo estromesso all’esordio dal nostro Musetti in Francia e da Rinderknech nel torneo di “Re Roger”. Anche in Kazakistan, a Nur Sultan, era stato eliminato mestamente da Khachanov al secondo turno. Differentemente Carreno era stato più continuo, pur senza picchi clamorosi, nell’ultima trance della stagione: quarti a Basilea, fatto fuori da Alcaraz, ottavi a Bercy dopo aver sconfitto un rampante Shapovalov. Prima ancora, così e così a Napoli uscito ancora ai quarti per mano di Kecmanovic, e la grande delusione nel torneo di casa di Gijon – bloccato sempre al terzultimo atto -. Marin, al contrario, quantomeno aveva piazzato la finale a Tel Aviv.
Insomma alla fine i croati, considerando che se si fosse arrivati al doppio con il risultato ancora in bilico sarebbero partiti nettamente favoriti potendo contare sui finalisti di Torino Mektic e Pavic, non hanno sorpreso più del dovuto; anzi. Infine riportiamo alcuni spifferi provenienti dalla Spagna, Bruguera dovrebbe rimanere in sella del team iberico. Sono circolate alcune indiscrezioni di un suo possibile addio, ma presto e rapidamente smentite. Dall’altra parte i risultati parlano per lui e sono sotto gli occhi di tutti: in carica dal 2018 ha raccolto pronti via una semifinale e un successo finale nel 2019 – sesta della loro storia. Poi c’è stato lo stop per la Pandemia, e subito dopo due edizioni fortemente condizionate da un roster rimaneggiato: il secondo posto del girone lo scorso anno dietro la Russia che poi sarebbe giunta alla vittoria della manifestazione, dovendo schierare in singolare l’immarcescibile ed eterno Feliciano Lopez – che pure fu in grado di compiere l’impresa contro Rublev e trascinare la sfida al doppio, poi perso – visto anche il Covid abbattutosi su Alcaraz.
Dunque nonostante le polemiche scaturite in patria nell’avvicinamento alla fase finale, per la mancata – a più riprese – non convocazione di Davidovich Fokina, va comunque sottolineato che non è semplice dover ogni anno affrontare la competizione con la pressione extra di giocare davanti al proprio pubblico, che certamente è un vantaggio ma che se ti ritrovi sprovvisto dei tuoi leader si può quasi rivelare contro producente.
Ecco la conferenza stampa conclusiva di giornata di Carreno e Bruguera, e quella post partita di Bautista.
D: Quali sono le tue sensazioni a caldo, dopo questa sconfitta? Sei rimasto sorpreso dal livello espresso da Borna Coric oppure non sei riuscito a mostrare il tuo abituale livello?
Roberto Bautista Agut: “Tutti conosciamo molto bene Borna [Coric, ndr]. E’ un giocatore in grado di mostrare un ottimo tennis. Ero consapevole, prima del match, che stessi per affrontare un avversario davvero ostico da battere”.
D: Roberto [Bautista Agut, ndr], quanto è più difficile assorbire questo KO e andare oltre considerando che si avvenuta in Coppa Davis e non in un evento regolare del Tour?
Roberto Bautista Agut: “Non è mai facile perdere, in nessuna circostanza. Ma quando riesci a dare tutto quello che hai, in quel momento in campo, provando ad esprimere il meglio del tuo potenziale, anche se non dovessi ottenere il risultato che ti sei prefissato; la tua mente deve rimanere sgombra da ogni tipo di frustrazione o rimpianto. Deve avere la capacità e la lucidità di restare calmo, perché questo è lo sport. Non si può pensare di vincere sempre. È così, l’importante è mettere sul campo tutto ciò di cui sei in possesso in quella giornata specifica della partita. A volte puoi vincere, altre volte. Il tennis è così e bisogna esserne tutti consci. La discriminante tra l’essere frustato e insoddisfatto, o il non esserlo e quindi essere contento e fiducioso; non è il risultato finale ma se darai o meno il massimo con quello che hai a tua disposizione in quella precisa circostanza che non potrà sempre essere il 100% del tuo potenziale. Se farai così, anche non ottenessi il successo non potresti rimproverarti nulla. Poi oggi [ieri, ndr] credo di aver giocato una buona partita, e con il passare dei minuti e dell’andare della partita mi stavo sentendo sempre meglio. Penso che ciò che a livello tecnico e tattico abbia delineato la vera differenza nell’incontro, sia stato il suo rendimento al servizio. Congratulatevi con lui. Adesso spero che Pablo [Carreno Busta, ndr] possa vincere e permetterci di giocarci il passaggio del turno al doppio decisivo – chiaramente il 34enne di Castellon De La Plana si è presentato in sala stampa quando il match del suo compagno di squadra era ancora in corso e dunque la qualificazione era ancora possibile”.
D: Come hai vissuto questa ennesima esperienza nel rappresentare la Spagna in casa, davanti al pubblico spagnolo, nella cornice sempre splendida della Coppa Davis?
Roberto Bautista Agut: “Per me è sempre qualcosa di speciale giocare la Coppa Davis. Ovviamente è molto più bello e stimolante poterlo fare in Spagna, a casa nostra. Le emozioni che si provano sul campo quando partecipi alla Coppa Davis, è un qualcosa di irreale, di emozionante, difficile da spiegare a parole. E’ qualcosa che sogni da quando sei piccolo. Quindi per me, è sempre una fantastica esperienza poter giocare la Coppa Davis”.
D: Pablo [Carreno Busta, ndr], cosa ne pensi della partita. E’ stata veramente estremamente equilibrata e serrata, a tal punto da essere decisa solamente al tie-break finale?
Pablo Carreno Busta: “Sì hai ragione, è stato come compiere un viaggio pieno di peripezie senza che si avesse mai una sensazione chiara e definitiva sulla quale fosse la metà finale del percorso. Probabilmente ad inizio partita è stato lui il giocatore in campo a giocare decisamente meglio. Era molto più aggressivo di me, ma allo stesso tempo lui ha commesso diversi errori, specialmente con il dritto e con il servizio. E questo indubbiamente, ha facilitato il mio rientro nel punteggio e nelle dinamiche del match. Poi però, nel secondo set lui ha iniziato a premere in maniera più incisiva da fondo campo, mettendomi così un sacco di pressione con la risposta e togliendomi il tempo. Perciò da lì in poi, per me, è stato sempre più difficile rimanere agganciato alla partita. Ma non ho mai mollato, cercando di lottare per tutto il tempo. Purtroppo, sono consapevole di aver avuto delle possibilità nei momenti chiave del terzo set grazie alla spinta degli spalti. Ho combattuto e nonostante mi fossi fatto breakkare per ben due volte nel terzo set, alla fine ho avuto la possibilità di andare a servire per il match sul 6-5, 30-30. Lui però in quel momento, è stato esemplare al servizio. Dopodiché al tie-break sul 4-1 per lui, mi ha fatto anche lui due favori che mi hanno rimesso quantomeno in scia ma non è bastato per completare la rimonta. Questo è ciò che penso sulla sfida. Penso di aver giocato nel complesso una buona partita, ma alla fine dei conti lui ha giocato meglio di me e ha vinto meritatamente”.
D: Sergi [Bruguera, ndr], qual è invece il tuo stato d’animo dopo questa giornata negativa per voi? Devi sentirti totalmente svuotato emotivamente in questo momento, o sbaglio?
Sergi Bruguera: “Sì, quando si perde è sempre così. Hai sempre quella sensazione negativa a caldo, soprattutto se entrambe le partite sono come oggi [ieri, ndr] sono state estremamente equilibrate e decise da pochi dettagli. I quattro giocatori in campo erano tutti molto vicini come livello di tennis espresso. Poi, in particolare la seconda partita, è stata ancor di più contesa. Pablo, [Carreno Busta, ndr] ad un certo punto, era avanti addirittura Abbiamo 6-5 e 30-30 in risposta. Era a soli due punti, dalla possibilità di servire per il match. Ma anche nel tie-break, con Cilic che si porta avanti 4-1 giocando un rovescio all’incrocio delle righe e poi servendo due ace consecutivi. Poi sul 5-4, Pablo esegue un approccio incredibile, tuttavia Cilic è stato bravissimo nel tirare un passante molto angolato dove Pablo non è riuscito a giocare una buona volée, anche perché era vicinissimo alla rete e quindi non era per nulla semplice metterla in campo. Infine anche nel punto finale e decisivo, sul 6-5, lui ha preso nuovamente una linea. Penso quindi, che anche la fortuna abbia avuto la sua influenza nella partita. Cilic certamente ne ha potuto godere di più ”.