Il Direttore di Ubitennis, Ubaldo Scanagatta è stato la Special Guest dell’evento di apertura della Rassegna Stampa di domenica 20 novembre tenutosi a Palazzo Madama, dove presso la News Room è stato intervistato dalla conduttrice televisiva Ilaria Fratoni e dalla giornalista sportiva Monica Bertini. Tanti i temi affrontati durante l’intervista – che vi riportiamo con alcuni estratti – dove il Direttore ha descritto cosa ha rappresentato e cosa rappresenta per lui il tennis, oltre a regalare agli spettatori presenti per l’occasione diversi aneddoti vissuti nella sua lunga carriera con protagonisti delle leggende di questo sport: da Boris Becker, passando per John McEnroe fino ad arrivare a Steffi Graf e André Agassi, di cui il Direttore fu il primo a scoprire la nascita della loro liaison.
Alla domanda su chi sia il suo giocatore preferito nella storia, Scanagatta riconosce quanto sia difficile dare una risposta ma sicuramente per Roger Federer avrebbe pagato più e più volte il biglietto anche se non sarebbe stato tenuto a farlo. Vi abbiamo proposto alcune pillole sul tennis del passato, tuttavia il Direttore si è anche espresso sulla seconda edizione torinese delle Nitto ATP Finals, sulla stagione travagliata vissuta a causa degli infortuni dai tennisti azzurri, che però per il prossimo anno godono di prospettive e aspettative molto importanti e significative. Infine non poteva mancare il giudizio sull’eterna rivalità dei Big 3, con i quali il Direttore è stato a contatto diretto per tutti questi anni grazie alle sue innumerevole esperienze come inviato in giro per il mondo. Sono argomenti che stuzzicano svariate riflessioni, e proprio per questo, per aumentare la curiosità di voi lettori vi rimandiamo al video integrale dell’intervista – che potrete trovare anche qui sotto – pubblicato sul canale YouTube di Ubitennis.
LE ORIGINI DEL SUO AMORE PER IL TENNIS: DALLE PRIME ESPERIENZE AL CIRCOLO TENNIS ‘LE CASCINE’, PASSANDO PER LA NAZIONALE JUNIOR FINO AL CAMPUS NEGLI STATES E AL PRIMO ARTICOLO PER ‘LA NAZIONE’
“Il tennis è la mia vita. Fin da quando avevo cinque anni, andavo al Circolo Tennis Le Cascine e ho fatto nel corso dei vari tornei di tutto: il raccattapalle, il giudice di linea, quello che metteva i numeri sul tabellone visto che non esisteva ancora il tabellone elettronico. Dopo ho fatto parte dell’Ufficio Stampa, poi sono stato direttore del torneo a Firenze negli anni tra il 1975 e il 1980 quando c’erano Panatta, Bertolucci con i quali avevo giocato perché ero stato in nazionale junior. In seguito vinsi i campionati universitari e andai negli Stati Uniti con una borsa di studio e cominciai a scrivere. Scrissi al giornale della mia città, La Nazione, e chiesi loro se volessero qualcosa sulla vita nel Campus. Quando rientrai in Italia, partecipai ai Campionati Italiani Assoluti. Giocai contro Barazzutti, persi 7-5 6-3 7-5, vincendo il primo e il terzo set per 5-2. Ancora me li sogno, sbagliai una volée che ancora non riesco a dimenticare. Insomma sì, il tennis è stata la mia vita e di fatti il prossimo anno prenderò parte al mio 50esimo Wimbledon consecutivo dal 1974 al 2023. Quindi questo vuol dire che sono molto vecchio“.
GLI ANEDDOTI DI UNA LUNGA CARRIERA
“Sicuramente con John McEnroe si creò un bel feeling. Intanto l’ho scarrozzato in giro per Firenze sulla motocicletta per fargli visitare la città. Lui poi a quel tempo era fidanzato con l’attrice, che poi avrebbe sposato, Tatum O’Neal. E lui in quell’occasione mi disse che il giorno dopo sarebbe stato il compleanno della fidanzata, e che quindi assolutamente doveva andare a comprare un gioiello da regalarle. Io non avevo la minima idea di dove portarlo, perché lui aveva dei mezzi di spesa superiori a quelli che mi sarei potuto permettere io. Allora chiesi a mia madre, dove lo porto? Lui voleva andare assolutamente sul Ponte Vecchio, dove magari c’erano dei bei negozi ma che erano un pochino turistici. Poi comunque mia madre mi disse dove portarlo, e credo che alla fine il gioielliere mi avrà fatto un monumento perché spese una fortuna. Anche con Boris Becker c’è una storia carina, perché quando lui vinse l’Open d’Australia e divenne numero uno del mondo e fu la prima volta che un tedesco diventava numero uno del mondo. Batté Lendl recuperando visto che perse il primo set, per poi vincere in quattro. La sera del giorno dopo eravamo sullo stesso aereo con Becker che offriva champagne a tutta la prima classe. Io avevo affianco a me il medico della nazionale tedesca che si occupava di lui. Ad un certo punto dormivo, visto le 20 ore di volo per arrivare a Francoforte e Becker, un po’ brillo mi cascò addosso ritrovandomelo come se mi stesse per baciare. Io gli dissi, ‘Boris cosa stai facendo? No scusa Ubaldo. Cosa posso fare per farmi perdonare’. Io risposi, ‘guarda è semplice, giovedì l’Italia gioca nel weekend a Dortmund contro la Germania; mi fai un’intervista esclusiva e ti perdono ‘. Io non pesavo che si sarebbe mai ricordato, ero in sala stampa con 200 giornalisti tedeschi entusiasti di avere per la prima volta un numero uno del mondo. Ma lui alla fine ad un certo punto disse, ora uscite tutti perché ho promesso un’intervista esclusiva. Tutti i presenti pensarono che avessi pagato una fortuna, invece avevo avuto solamente la fortuna che un bicchiere mi fosse cascato addosso”.
IL GIOCATORE PREFERITO DELLA STORIA, LO SCOOP DELL NASCITA DELLA COPPA PIU’ FAMOSA DEL TENNIS
“E’ difficili da dire, perché quando vedi giocare Federer ti innamori. E’ un tennista che ti basta vederlo per 10 minuti per accorgerti che è in grado di fare tutto. Fa un rovescio coperto, poi uno in slice, poi un altro in un altro modo. Una palla corta, viene a rete. Fa la veronica, fa delle cose incredibili quindi bellissimo da vedere. Quando giocava Federer, avrei sempre pagato il biglietto anche se io non avrei avuto il bisogno. Anche quando giocavano McEnroe e Navratilova, spettacolo puro. Un mio caro amico e collega, purtroppo scomparso, Gianni Clerici disse una volta: ‘se io fossi un pochino più gay, con il tocco di palla e di delicatezza di McEnroe da lui mi farei accarezzare’. Era lo spirito di Gianni Clerici, che oggi sembrerebbe politicaly non correct. Ma invece era molto carina. Anche André Agassi è stato un grande personaggio, io ebbi la fortuna allo US Open mentre lui stava giocando la finale di vedere Steffi Graf in tribuna in tribuna, in mezzo a tantissimi spettatori. Ma non era un posto d’élite, era in cima. C’era qualcosa di strano, dopodiché la sera dopo mi chiama un cameriere di un ristorante che avevo conosciuto e mi dice: ‘Ieri sera sono venuti Steffi Graf e André Agassi e si sono dati un bacio. Non pensavo sarebbe stata una coppia che sarebbe durata così a lungo, hanno figli e stanno bene insieme. Io all’epoca pensavo fosse qualcosa quasi di organizzato“.