Emma Raducanu, insignita appena due settimane fa del titolo di Cavaliere dell’Ordine britannico da Re Carlo III in persona in una cerimonia tenutasi al castello di Windsor, è stata per molti la vera grande delusione del 2022 nel circuito WTA. La giovane tennista britannica, che aveva sorpreso l’intero mondo del tennis con quella storica – prima tennista del Regno Unito a trionfare in una prova del Grande Slam dal successo nel 1977 di Virginia Wade a Wimbledon – affermazione allo US Open 2021, ha dovuto affrontare la stagione con tutti i fari della ribalta puntati addosso. Come è normale che sia, d’altra parte, nell’anno della riconferma dopo aver centrato un traguardo prestigioso. Infatti, quando per la prima volta si raggiunge un risultato straordinario; l’incognita più pesante sta proprio nel fatto di appurare se la protagonista di tale impresa riuscirà a ripetersi, non più da cenerentola sconosciuta, bensì da giocatrice di alto rango oramai affermatasi.
Ebbene, la prova ha visto fallire la ventenne nativa di Toronto nel tentativo di stabilizzarsi come esponente di punta del tennis femminile nell’era post Barty – perché forse quella del dopo Serena Williams era già iniziata da un pezzo. La mancata ufficializzazione della candidatura dell’ex n. 10 al mondo a indiscussa leader del movimento è dipesa da una serie di fattori per certi versi casuali ma che, se si osservassero da punto di vista differente, sembrerebbero invece concatenati a vicenda all’interno di un circolo vizioso nel quale la classe 2002 di origini rumene è rimasta perennemente incatenata. Una stagione, dunque, certamente negativa e che sarebbe meglio dimenticare il prima possibile, tra continui stop fisici, svariati cambi in panchina e innumerevoli nuovi contratti di sponsorizzazione che non hanno fatto altro che destabilizzarla ulteriormente.
Tuttavia, considerando la giovane età non bisogna neanche esagerare nell’esposizione di giudizi per nulla lusinghieri nei suoi confronti. E’ assolutamente fisiologico incontrare delle oggettive difficoltà, per una tennista alla sua prima vera stagione nel Tour maggiore, in seguito ad un successo così importante come la vittoria di uno Slam. Quella del 2022, per Emma, è stata infatti la “cosiddetta” annata di assestamento: un’opportunità di crescita ed una fonte di accumulazione di esperienza. Quando, infatti, vinse a New York non aveva ancora preso piena coscienza di cosa significhi disputare una stagione ad alti livelli. Flushing Meadows era stato il primo squillo nel silenzio del deserto, poi però per avere continuità e rimanere nel gota del tennis; bisogna sviluppare la capacità di trasformare quell’isolato suono di tromba in un’armoniosa orchestra musicale dalle svariate sinfonie. Per cui, Raducanu nel 2022 ha dovuto misurare il proprio corpo sulla lunga distanza di un anno tennistico sempre più probante sul piano atletico, e i responsi non sono stati quelli sperati. Ma come detto, la carta d’identità è dalla sua parte: il potenziale per compiere il salto di qualità sotto ogni aspetto, c’è. Forse, però, dove veramente la tennista di Sua Maestà dovrebbe attuare una radicale svolta, è quella riguardante la questione mentale. Difatti, è proprio per quanto riguarda il carattere psicologico che pare aver commesso più errori nell’ultimo anno, di conseguenza inevitabilmente ha fatto registrare dei passi indietro rispetto alla versione ammirata nella Grande Mela.
Non più sicura di sé e carica a pallettoni, ma svuotata di qualsiasi energia psichica. Ciononostante, la giocatrice di madre cinese che ha rilasciato una nuova intervista per SheerLuxe, si ritiene comunque soddisfatta e non delusa per la stagione appena trascorsa. È orgogliosa per essere finalmente riuscita a completare un anno intero prendendo parte alle varie tappe del calendario WTA – anche se come detto inframezzate dai problemi di natura fisica – oltre a valutare come più consona per la sua età, l’attuale piazzamento nel ranking (n. 76 WTA) rispetto a quello in Top Ten dopo il grande exploit newyorchese. Dunque, adesso è arrivato il momento per proiettarsi al 2023 e alla prima parte della nuova stagione: la campagna australiana, dove il torneo di preparazione scelto da Emma è quello di Auckland. Ma prima c’è comunque tempo, per permetterle di aprirci una finestra nella sua quotidianità; dalle passioni come la lettura e l’apprendimento del mandarino fino a giungere alla lista dei desideri, i viaggi e le sue mete da sogno.
IL 2022 SECONDO EMMA
“Sono molto orgogliosa della resilienza mostrata quest’anno. Ho dovuto affrontare parecchie avversità, e l’ho fatto continuando a rialzarmi. Si sono dette e si continuano a dire così tante cose su di me che in realtà non sono vere, ma cerco comunque di non esserne influenzata. La stagione scorsa, ha avuto un significato speciale per me: abituarsi a quel tipo di aspetti non prettamente di campo, come ad esempio i discorsi sulle pubblicità e quant’altro. Certamente, non è stato facile dover vivere per la prima volta tutte queste cose, quando io non ne conoscevo neanche l’esistenza. L’attenzione che ho dovuto porre sul percorso è stata molto intensa“.
OBBIETTIVI PER IL 2023
“Non posso credere che siamo già ritornati alla pre-season, gli ultimi dodici mesi sono passati così velocemente, sembrano volati. Il mio più grande obiettivo per il 2023 è quello di essere più libera dagli infortuni. Voglio solo essere più sana, poter contare sul mio fisico per un periodo prolungato senza incorrere in battute d’arresto che poi causino perdita di sicurezza mentale e di forma fisica. Quest’anno, le nuove esigenze che il Tour richiede a questo livello mi hanno fatto passare all’improvviso da una fase in cui non avevo quasi nessun allenamento ad una nella quale devi resistere e competere ai massimi livelli. Il mio corpo ha avuto dei problemi nell’assorbire questo passaggio, e non è stato in grado di reggerlo. Quindi, ora dovrò lavorare ancora più sodo per cercare di mantenere il mio corpo in buona forma e migliorare sotto quest’aspetto. Lavorare ogni singolo giorno è la soluzione“.
LA PREPARAZIONE PER L’AUSTRALIA
“Sarò ad Abu Dhabi per una partita di esibizione a metà dicembre. Non è un vero torneo, ma sono stata fuori dal campo per così tanto tempo, per l’esattezza circa due mesi, a causa di un infortunio al polso che per me diventa fondamentale riassaggiare il campo. Quindi sarà molto interessante poter vedere con quale livello mi presenterò. Ho lavorato molto in palestra nell’ultimo periodo, perché penso che sia un ottimo modo per tornare a fare attività fisica prima dell’inizio ufficiale della stagione. All’inizio dell’anno sarò ad Auckland, per prepararmi al meglio in vista dell’Australian Open“.
CIO’ CHE PIU’ AMA DEL TENNIS
“Adoro lavorare sodo, non importa quale sia l’esercizio o l’allenamento nello specifico, non importa se si tratti di scuola o tennis; amo quella sensazione che si sprigiona quando fai del tuo meglio. Quella percezione di quando pensi di essere ormai giunta al limite, e poi invece riesce ad andare ancora più forte di prima. Infine i profitti che ottieni sono sicuramente molto utili, ma ciò che mi dà tanta soddisfazione è il percorso che devo compiere per raggiungerli. Anche l’elemento competitivo non è di secondaria importanza nella mia visione, sono estremamente competitiva e amo quando una partita vede le due giocatrici vicine nel punteggio. Quando nessuno sa davvero cosa accadrà, c’è suspense, c’è adrenalina … È veramente avvincente“.
I SUOI HOBBY FUORI DAL CAMPO
“Mi piace fare il bagno e leggere in riva al mare, mi piace anche moltissimo mantenermi sempre attiva, sia mentalmente che fisicamente. Approfitto del tempo libero, anche per guardare la TV dove attualmente mi sto concentrando in particolare su diversi programmi cinesi per perfezionare il mio mandarino. Per quanto riguarda la lettura, invece, ho da poco finito ‘Il monaco che vendette la sua Ferrari’ – libro di Robin Sharma, scrittore canadese – , il protagonista del romanzo è un avvocato alla ricerca del senso della vita. Però debbo dire che mi piacciono di più i libri di saggistica. Ma quando sono lontana dal tennis, non mi dispiace neanche passare del tempo parlando con i miei amici“.
LA CITTA’ PREFERITA
“Amo Singapore e amo in generale viaggiare in Asia. Singapore è enorme ed è un luogo molto fresco e vivace. Tutto è decisamente vicino e condensato, forse anche troppo, il che è fantastico. Mi è piaciuta molto anche Seoul, quando lo visitata di recente, e la tecnologia che c’è è così avanzata dal renderlo un posto pazzesco. Poi, naturalmente, New York è una delle mie città preferite. Lo è sempre stata, sin dai tempi del circuito junior. Per quanto riguarda, invece, la mia lista di viaggi dei desideri, la destinazione numero uno sarebbe Tokyo“.