Il prestigioso Arthur Ashe Humanitarian Award va a Andy Murray come riconoscimento per il sostegno agli sforzi umanitari in Ucraina. Andy, che aveva già ricevuto il premio nel 2014, aggiunge dunque il proprio nome alla lista dei plurivincitori insieme ad Andre Agassi, Roger Federer e Aisam-Ul-Haq Qureshi.
Murray ha scritto un saggio per il sito dell’ATP spiegando come hanno avuto origine le sue motivazioni per l’impegno filantropico. Spiega quanto sia stato sconvolto dagli effetti sulle famiglie provocati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la sua decisione di donare il proprio montepremi a partire da Indian Wells – saranno oltre 630.000 dollari – all’UNICEF, che “lavora incessantemente per tenere al sicuro i bambini, assicurando la continuità dei servizi di salute e protezione, che siano consegnate alle famiglie generi essenziali e che i bambini abbiano acqua pulita e cibo nutriente”.
“Sono nella fortunata posizione di tentare di fare una qualche differenza” scrive ancora Andy. “Quando ero giovane, poco più che ventenne, non pensavo ad altro che al mio tennis. Con l’età, diventi un po’ più maturo e ti rendi conto che ci sono cose più importanti dello sport”.
Dopo aver citato i meriti fuori dal campo di Arthur Ashe e Billie Jean King, oltre che di Agassi, Federer e Qureshi, conclude: “Tanti giovani giocatori che stanno venendo alla ribalta sembrano dei bravi ragazzi. Sono certo che in futuro saranno ottimi ambasciatori del tennis. Li esorterei a trovare cause che importanti e ricche di significato per loro e cercare di restituire quando ne hanno la possibilità”.