Atlete vincenti, successi sorprendenti, ritiri, delusioni e assenze. Il bilancio femminile 2022 negli slam mette in luce protagoniste straordinarie, successi da favola e grandi ritorni ma anche prestazioni sottotono e delusioni cocenti. Soprattutto, chi ha segnato il tour al femminile lo ha fatto alla grande, dimostrando grande personalità nei momenti topici della stagione. Ma c’è anche chi, purtroppo, ha reiterato le sconfitte negli appuntamenti che contano, smarrendosi per strada, non riuscendo a ritrovare la chiave che, precedentemente, aveva aperto la porta del successo. Il bilancio della stagione 2022 deve inoltre fare i conti con assenze importanti a causa di ritiri illustri nonché della guerra, con l’assenza delle atlete russe.
Regina indiscussa della stagione è Iga Swiatek. Con otto titoli stagionali, sei di fila, la tennista polacca diventa n. 1 del mondo nell’aprile 2022. Vince Doha, Indian Wells, Miami, Stoccarda, Roma, il Roland Garros, lo US Open e San Diego. Negli altri slam, giunge in semifinale all’Australian Open e inciampa al terzo turno a Wimbledon, per mano di Alizé Cornet. Una solidità prolungata e quasi sempre devastante, con 63 vittorie in tutto a fronte di sole 9 sconfitte. Prima polacca (tra uomini e donne) a raggiungere la vetta del ranking, è anche la prima atleta a vincere due o più slam stagionali dopo Angelique Kerber. È inoltre la più giovane, dal 2008, a vincere tre major (ricordiamo anche la vittoria del Roland Garros 2020), diventando la nona tennista a vincere il terzo sigillo major prima dei 22 anni dopo Maria Sharapova. È la quarta giocatrice ancora in attività, dell’Era Open, ad aver vinto tre slam o più dopo Venus (7), Osaka (4) e Kerber (3) ed è la decima giocatrice ad aver vinto Roland Garros e US Open nella stessa stagione.
Come dicevamo, nel primo major dell’anno Iga Swiatek cade sotto i vincenti di Danielle Collins (una delle belle sorprese dell’inizio di stagione) che, a sua volta, cederà in finale al tennis raffinato di Ashleigh Barty. “Ash” è una delle protagoniste indiscusse di questo 2022. Trionfa a Melbourne portando la sua Australia nella leggenda, prima Aussie a farlo dopo Chris O’Neil (1978). E poi, il colpo di scena. Barty decide di porre fine alla carriera, ritirandosi a soli 25 anni, da n. 1 del mondo, spiazzando tutti. Il circuito perde una campionessa irresistibile, con la speranza, chissà, magari di rivederla in altre vesti o in altri ruoli. Ma quello di Barty non è l’unico ritiro illustre stagionale. Stop alle gare anche per l’icona del tennis femminile per eccellenza, Serena Williams. Per la statunitense sfuma così la possibilità di eguagliare il record dei titoli slam di Margaret Smith Court (24); La 23 volte campionessa slam decide di interrompere la sua leggendaria carriera allo US Open. Dopo aver saltato l’Australian Open (l’ultimo slam vinto, nel 2017) e il Roland Garros, ritorna a Wimbledon dove perde al primo turno per poi salutare definitivamente il suo pubblico a New York, dove cede al terzo turno ad Ajla Tomljanovic. Con il suo commiato sull’Arthur Ashe Stadium finisce un’era. Per adesso. Sì, perché con Serena in realtà non si sa mai, visto che l’americana non ha mai davvero pronunciato la parola “ritiro”…
Per molti versi, è stata una stagione da favola, soprattutto per Ons Jabeur ed Elena Rybakina. La simpatica e talentuosa tennista tunisina, dopo aver vinto Madrid ed essere giunta in finale a Roma, approda alla sua prima finale slam sui sacri prati di Wimbledon. Un torneo perfetto per lei che vive un sogno diventando la prima tennista araba e africana ad approdare ad una finale major; un sogno spezzato in finale dalla grande sorpresa Elena Rybakina. Nel torneo che aveva escluso gli atleti russi, vince una giocatrice nativa di Mosca, ma naturalizzata kazaka: Rybakina, a 23 anni e da n. 17 del mondo, trionfa superando Jabeur al terzo set, mettendo in campo un tennis metodico e devastante al tempo stesso. Niente da fare per Ons, che capitolerà in finale anche a New York, questa volta fermata da Iga Swiatek. Nonostante la sua assenza a Melbourne Park e la sconfitta al primo turno a Parigi, il bilancio di Ons negli slam è comunque notevole, essendo riuscita ad emergere e a dominare le avversarie in due slam su quattro. Deludente il resto della stagione, invece, per Rybakina che, negli altri major, non si mette in luce più di tanto e termina poi la stagione al n. 21 della classifica, complice la mancata assegnazione dei punti di Wimbledon.
Se gli Stati Uniti vivono la cocente delusione del ritiro, di fatto, di Serena Williams, grazie a Coco Gauff, Jessica Pegula e Danielle Collins, ritrovano atlete carismatiche e capaci di brillare sui palcoscenici che contano. L’esplosiva Gauff, dopo aver perso al primo turno in Australia, realizza il più importante exploit della sua giovanissima carriera issandosi in finale a Parigi. Il tennis di Coco travolge tutte le avversarie in due set, compresa la nostra Martina Trevisan; ma in finale è un’altra storia, la statunitense viene infatti travolta da un’irriducibile Swiatek. Dopo un Wimbledon in sordina, disputa i quarti di finale nella sua America, allo US Open, fermata da una ritrovata e ispiratissima Caroline Garcia. Nel mese di ottobre giunge in Top 4, partecipa per la prima volta al Masters di fine anno per poi chiudere la stagione al n. 7 del ranking. Un bilancio positivo anche per Jessica Pegula. La 28enne di Buffalo, infatti, pur non vincendo alcun titolo major, approda ai quarti di finale in tre slam su quatto (perde al terzo turno a Wimbledon), confermando una solida maturazione e un tennis molto più consapevole. A fine anno è nientemeno che n. 3 del mondo.
Un’annata coi fiocchi per la terra di Francia. Caroline Garcia si è ricordata di saper giocare molto molto bene a tennis e, dopo aver allentato i lacci della tensione che ne hanno frenato troppo a lungo l’esplosività, ha riscoperto l’adrenalina della vittoria. Dopo aver disputato una seconda parte di stagione in crescendo e conquistato tre titoli, Garcia corona il 2022 con il titolo più importante della carriera trionfando alle WTA Finals di Fort Worth. Negli slam il bilancio 2022 resta opaco, se non fosse per la semifinale allo US Open, ma è un risultato comunque molto significativo, perché riflette il momento di forma smagliante della francese che esploderà definitivamente nel successo in Texas. Caro ritrova così la top 4 dopo cinque anni, riscrivendo la storia del tennis femminile francese, diventando la prima tennista d’Oltralpe a trionfare al Masters dopo Amélie Mauresmo (2005). Ricordiamo inoltre la bella impresa di Alizé Cornet che, allo US Open, realizza il record di 63 slam giocati di fila, superando Ai Sugiyama, a quota 62 (raggiunta con la partecipazione ai Championships).
Una semifinale allo US Open anche per Aryna Sabalenka, n. 5 del mondo (assente a Wimbledon a causa dell’esclusione di atleti russi e bielorussi), ma Aryna si issa in finale alle WTA Finals, risollevando così una stagione partita con tante difficoltà.
Un’altra bella storia da ricordare è il comeback dell’anno, Tatjana Maria. La tedesca, diventata mamma per la seconda volta l’anno scorso, all’età di 34 anni realizza a Wimbledon una performance straordinaria raggiungendo per la prima volta in carriera la semifinale di uno slam. Verrà fermata da Ons Jabeur che, a fine match, la vorrà con sé al centro del campo per condividere con lei l’ovazione del pubblico.
Tuttavia, non sono mancate le delusioni e i fallimenti dopo tante, a volte troppe, aspettative. È il caso di Emma Raducanu. Nel settembre 2021, la giovane tennista britannica, a soli 18 anni, realizza uno degli exploit più straordinari nella storia del tennis, trionfando allo US Open giungendo dalle qualificazioni e senza neanche perdere un parziale (20 set vinti). Tuttavia, nella stagione 2022 Emma è praticamente “assente” in termini di risultati. Presente, sì, soprattutto con contratti milionari e campagne pubblicitarie ma, sul campo, la 20enne londinese non riesce più a far valere il proprio tennis, ingabbiata, forse, dalla pressione di dover confermare un successo inatteso e troppo pesante per le sue spalle inesperte. Per lei tre secondi turni e un primo round, proprio allo Us Open. Un disastro. E, se nel mese di luglio ottiene il best ranking alla decima posizione, Raducanu termina l’anno scivolando al n. 76. Delusione negli slam anche per Maria Sakkari (n. 6 WTA) e Paula Badosa (13 WTA). Per la tennista greca solo un ottavo di finale a Melbourne mentre la spagnola ne disputa due, a Melbourne e a Wimbledon.
Il rendimento nei major del 2022 è stato alquanto insufficiente anche per le ex campionesse slam Petra Kvitova, Naomi Osaka e Garbiñe Muguruza. Solo Petra è riuscita a spingersi agli ottavi di finale dello US Open. E Naomi? Alla fine è stata debilitata da un infortunio al ginocchio; vedremo dunque in quali condizioni fisiche e psicologiche affronterà il debutto della nuova annata.
Le azzurre? Un’ottima tournée parigina per Martina Trevisan, n. 28 del mondo, che si issa in semifinale al Roland Garros (fermata dalla futura finalista Coco Gauff) e dimostra, ancora una volta, una notevole personalità. Da segnalare i bei progressi di Lucia Bronzetti che, nel 2022, fa il suo debutto nei tabelloni major. Delusione invece per Camila Giorgi che raggiunge soltanto gli ottavi a Porte d’Auteuil. Peccato, considerando il ben noto potenziale di Camila.