Dopo un anno di purgatorio la favola del Tennis Club Sinalunga è diventata realtà. Il club toscano ha sbaragliato la concorrenza laureandosi Campione d’Italia, per la prima volta nella sua storia, nel gran finale disputatosi al Circolo Stampa Sporting di Torino. La matricola terribile ha visto tra i protagonisti della sua corsa da sogno un tennista del proprio vivaio, il ventenne Marcello Serafini. Il tennista di Riccione, numero 517 del ranking ATP in singolare e 383 in doppio, è stato grande protagonista per la squadra toscana durante tutta la stagione. Di rilevante importanza per la strada verso il titolo, i successi ottenuti sia nella semifinale di andata contro il Park Genova, sia nel match scudetto contro il CT Palermo.
In particolare nel gran finale di Torino, Serafini ha avuto l’onere di giocare il primo match della sfida. Compito svolto con diligenza dal nativo di Riccione che ha conquistato il primo punto per la squadra toscana al termine di una battaglia durata quasi due ore contro il palermitano Piraino. Un stagione che, oltre al titolo di Campione d’Italia con il TC Sinalunga, ha visto Serafini conquistare sei titoli a livello ITF: 3 in singolare (i primi della sua giovane carriera) e altrettanti in doppio (che si uniscono a quello conquistato nel 2021 ad Ulcinj).
Per raccontarci le emozioni vissute durante la grande impresa compiuta con la maglia del Sinalunga e per parlare di quanto fatto nella stagione in corso, abbiamo intervistato in esclusiva Marcello Serafini.
D: Buonasera Marcello, congratulazioni per il titolo di Campione di Italia. Siete partiti da squadra neopromossa e siete giunti fino alla conquista del titolo. Come giudichi questa esperienza?
Serafini: “Sicuramente noi non ci aspettavamo di arrivare fino alla finale, di giocarci lo scudetto o addirittura di vincerlo. Da neopromossa l’obiettivo era inizialmente ottenere la salvezza. Sapevamo di avere una squadra abbastanza competitiva, ma sicuramente non ci aspettavamo questo grande risultato”.
D: Una finale dalle forti emozioni. Vi era una significativa presenza di pubblico sugli spalti. Tu hai dovuto rompere il ghiaccio giocando il primo match contro Piraino. Come giudichi la tua prestazione?
Serafini: “La partita è stata molto difficile. Personalmente non ho giocato il mio miglior tennis, perché sono entrate in gioco molte componenti. Ero abbastanza teso perché era la mia prima partita davanti ad un pubblico così grande. Inoltre, avevo anche una responsabilità non solo mia, ma per tutta la squadra dato che era la prima sfida in programma. Sicuramente è stato difficile, però alla fine sono uscito indenne da dei momenti anche abbastanza difficili. Sono molto contento della partita che ho vinto perché non era assolutamente facile”.
D: Tu sei un giocatore del vivaio. Come è nato il tuo rapporto con Sinalunga? Si tratta di una realtà piccola ma molto solida. La si può considerare come una piccola grande famiglia?
Serafini: “Loro mi contattarono svariati anni fa, perché per essere considerato vivaio bisogna aver fatto almeno due anni prima dell’Under 16. Io all’epoca ero piccolo, avevo circa 15 anni e loro mi chiamarono per rafforzare la componente vivaio. L’idea di giocare la Serie A per me era una cosa molto lontana, quasi un sogno. Ho risposto assolutamente sì, non vedevo l’ora di far parte della squadra. Tutte le persone del circolo, dai soci al Presidente Bernardini (qui l’intervista del nostro Paolo Pinto), passando per tutti i dirigenti sono veramente molto simpatici. Sono stati ospitali sin dalla prima volta che sono andato lì e mi sono sentito sempre come a casa”.
D: In Serie A1 ha un peso rilevante il doppio, il 33%. Tu hai avuto modo di dimostrare la tua propensione in questa specialità. Hai conquistato 4 titoli a livello ITF, 3 dei quali quest’anno. E in questa stagione di Serie A1 sia con lo spagnolo Roca Batalla sia con Bracciali hai giocato dei match di ottimo livello. Quali sono state le tue sensazioni?
Serafini: “Il doppio è una specialità che mi piace molto, devo dire la verità. Avendo un compagno di fianco è anche più facile rientrare in partita nei momenti più difficili. Inoltre si gioca in maniera molto più strategica e a me piace molto usare tanti schemi in partita. Mi trovo bene con tutti i compagni della squadra, abbiamo un’ottima affinità”.
D: La tua passione per il tennis è nata grazie a tuo padre, sei partito dal tennis Club Riccione, poi è chiamata della FIT e poi la scelta di lavorare alla Vavassori Tennis Academy. Come descriveresti il tuo percorso di crescita?
Serafini: “All’età di 14 anni arrivò questa chiamata da parte della Federazione. L’opportunità di allenarmi in una accademia per provare ad intraprendere la strada del professionismo. Per me era una occasione irripetibile. Avevo l’occasione di allenarmi mattina e pomeriggio, con la Federazione che dava un supporto economico molto importante. Per me è stato fondamentale”.
D: Lo scorso anno al terzo torneo da pro, sei giunto in semifinale a Sharm el-Sheikh. Quest’anno sono arrivati i primi tre titoli ITF con i successi di Ulcinj, in Montenegro, Pescara e Salerno. Qual è il tuo giudizio su questa stagione?
Serafini: “Questa stagione è da dividere in due parti secondo me. La prima molto negativa. Ho avuto molti problemi durante le partite e non riuscivo a trovare il mio gioco. Poi da una settimana all’altra è cambiato tutto. Da quando ho vinto il primo titolo in Montenegro ho acquisito molta più consapevolezza. Il mio gioco ha iniziato ad evolversi così come la mia fiducia. Quello è stato il punto di svolta”.
D: Parlando del tuo stile di gioco, sei un giocatore che ama verticalizzare, scendere a rete e predilige un gioco aggressivo. Su cosa state lavorando in vista della nuova stagione?
Serafini: “Con il mio team stiamo lavorando molto sulla continuità. Spesso capita che io abbia dei cali di attenzione e di concentrazione abbastanza importanti che vanno eliminati per provare a salire ancora di più di livello” .
D: Visti i risultati a livello ITF ottenuti in stagione, quali sono gli obiettivi per il 2023?
Serafini: “Il primo obiettivo a livello di classifica sarà entrare stabilmente nei Challenger, che non sia subito tabellone principale ma anche qualificazioni per comunque giocare partite di livello più alto contro giocatori anche di maggiore esperienza. Sicuramente fare tante partite di quel livello, mi aiutare a far crescere anche il mio tennis”.
D: Hai comunque già giocato a livello Challenger in questa stagione e nella passata. Qual è la principale differenza con il circuito ITF?
Serafini: “La programmazione cambia totalmente tra i due circuiti. A livello di gioco non ho avvertito questa grande differenza ma l’ho percepita di più nel preparare la partita. Nel circuito Challenger sono praticamente tutti dei professionisti quasi affermati, quindi la differenza secondo me sta più nell’approccio mentale.”
D: Come hai detto poc’anzi, l’approccio mentale è un aspetto sui cui state lavorando in vista della prossima stagione. Ritieni che la continuità durante l’intero match sia ciò che ti permetterà di fare il salto di qualità?
Serafini: “Sicuramente sì. Credo sia il mio punto più debole, ma anche quello dove ho più margini di miglioramento. Durante il match capita che ho dei momenti in cui mi estraneo totalmente e sto cercando col mio team di eliminarli piano piano”.
Marcello grazie per il tempo che ci hai dedicato e auguri da parte di tutti noi di Ubitennis di buone feste.
Serafini: “Grazie e auguri di buone feste a tutti voi”.