M. Berrettini b T. Monteiro 6-4 7-6 (7)
Dopo una giornata inaugurale di United Cup in cui Italia e Brasile si sono spartiti la posta in palio, unico tie della prima tornata di gare conclusosi in pareggio al termine dei primi due singolari con le affermazioni della punta di diamante della formazione sudamericana Haddad Maia e del n. 2 della compagine azzurra Musetti, Matteo Berrettini porta avanti gli azzurri conquistando il terzo punto di questo confronto battendo Thiago Monteiro con lo score di 6-4 7-6(7) in quasi due ore di partita. Un successo, quello ottenuto dal romano, mostrando lucidità e freddezza nei momenti decisivi. Avvio come sempre diesel, poi però man mano che l’incontro entrava nelle sue fasi più calde il finalista di Wimbledon 2021 ha iniziato a carburare ingranando la marcia superiore. La differenza, infatti, Matteo la prodotta sul rush finale dei due parziali: nel primo set salendo in cattedra con la risposta bimane, nel tie-break conclusivo facendo affidamento a tutta la sua forza mentale per annullare due set point. Ma ciò che veramente ha rappresentato il tratto distintivo di questa vittoria azzurra, nonché l’elemento quest’oggi più continuo del tennis a disposizione del n. 1 italiano, è stato l’eccezionale rendimento al servizio: 15 aces con 52 punti vinti sui 64 giocati complessivamente. Il n. 16 del ranking mondiale grazie a quest’affermazione sul brasiliano, il quale è stato protagonista di un’ottima gara incentrata su una spiccata attitudine a verticalizzare per evitare di venire investito dai comodini di Matteo, potrà inserire nella sua classifica 25 nuovi punti ATP.
IL MATCH – Monteiro vince il sorteggio e sceglie di rispondere. In avvio di partita, nessun problema per i giocatori in campo nella difesa del loro turno di servizio. Berrettini mette in mostra le sue due armi principali, la battuta e il diritto, subito tirate a lucido. Al contrario si dimostra leggermente più contratto sul lato sinistro, e poco fluido negli spostamenti laterali. Quest’ultima, una conseguenza assolutamente fisiologica dopo l’assenza prolungata dalle competizioni ufficiali e il finale della scorsa stagione chiuso da infortunato. Se l’azzurro, in questa prima fase della sfida, si affida alla potenza delle sue bordate, il brasiliano diversamente fa uso sapiente dei propri colpi arrotati tipici dello specialista da terra battuta. In particolar modo, le traiettorie mancine sia nello scambio che soprattutto alla battuta, quando Thiago ricerca lo slice ad uscire da sinistra sul bimane del romano, si rivelano come era prevedibile difficili da gestire per Matteo.
In generale comunque continua una fase di studio con tanti punti diretti prodotti dai rispettivi fondamentali d’inizio gioco. Sul piano tattico si osserva ripetutamente come, quando Berrettini può comandare lo scambio dal lato destro o attraverso lo sventaglio, emerga la sostanziale differenza di pesantezza dei colpi riscontrabile tra i due giocatori. Mentre se Monteiro riesce a giocare con una certa continuità sul rovescio del 26enne italiano, ecco che portare il punto a casa diventa molto più complesso per Matteo anche per via della grande preparazione atletica del mancino di Fortaleza. Il n. 16 ATP carbura gradualmente, come il suo solito, cercando di non limitarsi unicamente a mettere in campo i fiori all’occhiello del proprio tennis ma provando ad implementare il suo gioco con soluzioni tattiche presenti all’interno del proprio bagaglio come il rovescio tagliato e la palla corta. A metà set, sul 3-2 per Berrettini, si manifesta il primo vero momento di pericolo per chi serve – dopo che invece nei primi cinque giochi, i servizi avevano lasciato per strada soltanto due punti e si erano avuti addirittura tre turni di battuta tenuti a zero – con il n. 1 brasiliano costretto a rimontare dal 15-30. L’azzurro a questo punto innalza ancora di più i giri del motore sul proprio servizio, mettendo a segno una striscia vincente di quindici punti consecutivi in battuta, perché consapevole che deve solo rimanere lì in attesa del attimo propizio per affermare la sua superiorità. Anche il capitano, nonché coach del romano, del Team italiano Vincenzo Santopadre lo incoraggia dicendoli che il momento della verità sta per arrivare, e che ha semplicemente bisogno di crescere nella risposta alla seconda per intascarsi la vittoria della frazione. E così difatti vanno le cose da lì a qualche minuto, con l’ex n. 6 al mondo che aumenta a dismisura la pressione sull’avversario per poi raccogliere i frutti nel decimo game proprio con la ribattuta. 6-4 in 41 minuti per l’azzurro, con l’autografo finale sul set firmato dal rovescio italiano sia direttamente in risposta che tramite passante. Un parziale vinto di lucidità e freddezza da parte di Matteo, che si è rivelato praticamente ingiocabile al servizio con un unico punto perso sui 21 giocati.
Alla ripresa delle ostilità, Berrettini deve affrontare una situazione inedita nel match: sull’1-1 alla battuta si ritrova sul 30-30 ma ne esce da vero campione scagliando un provvidenziale ace. Aldilà però di questo specifico momento, la sensazione è che ora Matteo sia decisamente più sciolto. A testimonianza di ciò, la crescita vertiginosa avuta dal tennista laziale sul lato sinistro e in risposta, mentre il servizio e il dritto stanno viaggiando su livelli altissimi fin dall’inizio. Sul 2-2 del secondo round, tra i numeri uno al maschile di Italia e Brasile, The Hammer parrebbe avere l’occasione per involarsi definitivamente verso il successo. Tuttavia il brasiliano non molla neanche di un centimetro e di cuore evita ad oltranza lo spauracchio di un nuovo break, non concedendo nemmeno palla break. Dev’essere Matteo ad andarsi a prendere la vittoria, di sicuro il brasiliano non si farà da parte senza lottare. Thiago, inoltre, non si limita solo a sventare pericoli ma prova anche ad incunearsi in quelle pochissime crepe lasciare sguarnite dal romano: ancora un 30-30 nel turno di servizio azzurro e Berretto si ripete con un altro ace.
Adesso si tratta solo, per usare le parole di Santopadre, di “martellare e avere il veleno” necessario per compiere l’ultimo passo. Ma come detto già in precedenza, il n. 71 del ranking mondiale sta fornendo una prova assolutamente di livello, a certificare anche gli enormi progressi compiuti nell’ultimo anno sul cemento – 12 partite vinte dal brasiliano nel 2022 su questa superficie, non ne aveva mai vinte così tante nelle passate stagioni della sua carriera, che si inseriscono all’interno di un quadro da 43 successi stagionali e che non a caso lo ha portato al Best Ranking di n. 61 ATP lo scorso ottobre – e a suon di uncinate mancine si mantiene in scia nel punteggio. Nonostante ciò, alla fine, il finale della partita è lo stesso del primo set con la differenza non però così banale che questa volta si materializza tre games più tardi. Ovvero sia al tie-break, un gioco decisivo dalle mille emozioni con Monteiro che è il primo a rompere gli indugi sul 4-3 estraendo dal cilindro un’incredibile risposta di rovescio. Ma conosciamo bene Matteo, prima che getti la spugna ce ne deve passare di acqua sotto i ponti, e così anche con un pò di fortuna – nastro italico – si riprende il mini-break ceduto in precedenza nell’undicesimo punto annullando pure il secondo set point al sudamericano, per poi chiudere i conti al secondo match point dopo essersi portato in vantaggio grazie alla steccata del dritto di Thiago con il 15 ace della sua partita. Un finale di match che conferma ancora una volta la grande forza mentale del semifinalista all’ultimo Australian Open, visto che la maggior parte dei giocatori si sarebbe sciolto nel gioco decisivo ripensando a quella volée sbagliata a campo aperto sul 5-4, 30-30. Italia 2, Brasile 1.
L. Bronzetti b. L. Pigossi 6-0 6-2
Toccava a Lucia Bronzetti provare a completare l’opera iniziata giovedì notte da Lorenzo Musetti – pronto al grande balzo in classifica nel 2023 -, e la romagnola ha svolto magistralmente il proprio compito regalando così il successo all’Italia. Una prestazione straripante, quella fornita dalla n. 2 del nostro tennis femminile che ha maramaldeggiato sui resti di una Laura Pigossi asfaltata e che si è vista infliggere un severissimo 6-0 6-2 in appena un’ora e diciassette con un solo piccolissimo brivido finale: Italia 3, Brasile 1. Questa è un’affermazione, in termini di fiducia che può portarle in dote, molto importante per Lucia dopo che aveva chiuso il suo 2022 con sette sconfitte in fila tra fine agosto e metà ottobre ed in generale con un bilancio di 17 eliminazioni al primo o al massimo al secondo turno nei 22 tornei a cui aveva preso parte. In netto contrasto invece con quanto ammirato nei primi sei mesi dell’anno, dove a partire dal 2T conquistato a Melbourne aveva iniziato una scalata dà che era fuori dalle prime 150 si era poi ritrovata alla soglia della Top 50 con anche risultati prestigiosi come la semifinale a Rabat e gli ottavi a Miami. Ora il team capitanato da Vincenzo Santopadre – al suo terzo anno consecutivo nelle vesti di leader della squadra azzurra in Australia, dopo le esperienze in ATP Cup nel 2021 e a gennaio 2022 – avrà un turno di riposo prima di ritornare in campo la prossima settimana contro la Norvegia di Casper Ruud alla ricerca del primato nel Gruppo E.
IL MATCH – La 24enne di Rimini dopo una manciata di quindici in cui prende le misure con il contesto, preme immediatamente forte sull’acceleratore: avvio veemente di Bronzetti che si porta subito sul 3-0. Costruzione del punto ottimale, in particolar modo un dritto – quello di Lucia – scatenato che determina da ogni zona del campo e che viene inserito all’interno di una trama geometrica perfetta. Dall’altra parte della rete, una spaesata Pigossi continua a colpire fuori equilibrio e a non mostrare il men che minimo piano per ottenere il punto. Ogni tanto la brasiliana si getta in avanti alla cieca, lei che è un’ottima doppista e che alle Olimpiadi di Tokyo ha vinto la medaglia di bronzo nella specialità assieme alla connazionale Luisa Stefani – che forse vedremo all’opera più avanti nel doppio misto – ma è una scelta scellerata semplicemente dettata dal fatto di non sapere come provare a contrastare questa brillante versione della riminese. La n. 2 azzurra non cenna a calare, spinge che è una meraviglia in totale decontrazione e si concede anche il lusso di siglare come chi la preceduto sulla Pat Rafter Arena parecchi punti diretti con il servizio (4 aces nel primo set). Dominio assoluto dell’azzurra, 6-0 confezionato in meno di mezz’ora.
La povera Laura è in pieno disarmo e non sa più che pesci prendere, non riesce a giocare profondo e ciò la costringe ad essere in costante balia della “furia Bronzetti“. La palla della n. 54 WTA schiocca che è un piacere, è un fiume i cui argini non possono evitare che straripi: 3-0 ad aprire anche il secondo set. La rottura prolungata della 28enne di San Paolo viene finalmente interrotta, dopo una sequela di dieci games a zero per l’azzurra con la sudamericana che recupera uno dei due break di svantaggio. Differentemente, è ancora una chimera per Pigossi la vittoria del primo turno di servizio. La n. 2 verde-oro però in qualche modo riesce a sfatare anche questo tabù, e caricandosi vocalmente entra in partita abbandonando la perenne fase difensiva che l’aveva accompagnata sin lì oltre che trovando la tanto agognata profondità. Ecco, questo che si prospetta è il vero test che Bronzetti dovrà superare nel match odierno: riuscire a sopravvivere indenne al ritorno dell’avversaria. Infatti, la brasiliana adesso inizia ad alzare la traiettoria dei sui colpi così da incartare in pochissimi minuti quelle certezze costruite durate l’intero arco della partita dalla riminese. Ma l’esame alla fine viene passato a testa alta e petto in fuori da Lucia attraverso un settimo game durissimo, da 11 punti in 12 minuti con anche una palla per ristabilire la parità cancellata dalla giocatrice italiana. Superato il turning point, il rullo compressore emiliano torna prepotentemente a far la voce grossa siglando il 6-2 finale.
L. Stefani/R. Matos b. C. Rosatello/M. Berrettini 6-4 (4)6-7 10-4
A risultato acquisito cambio di formazione nelle file azzurre – ricordiamo che in caso di arrivo di più squadre con il medesimo numero di vittorie, a fare la differenza sarebbero i singoli match conquistati – con Vincenzo Santopadre che sostituisce Marco Bortolotti con il proprio allievo Matteo Berrettini. Dunque straordinari per il tennista romano, che non sazio del successo ottenuto in singolare in apertura di giornata si ripresenta in campo anche per il doppio misto. Probabilmente l’intenzione sua e del suo coach è quella di far sì che lui metta nelle gambe più minuti possibili in match ufficiali, anche in doppio, per prepararsi a puntino in ottica Australian Open dopo la preparazione invernale svolta a Barcellona. Al fianco di Berrettini confermata invece Camilla Rosatello, così come viene schierata dal capitano brasiliano Rafael Paciaroni – coach di Haddad Maia – la formazione presentata alla vigilia del tie, cioè quella costituita da Luisa Stefani e Rafael Matos. Ad aggiudicarsi la sfida è stato il duo sudamericano, che si è imposto al match tie-break con il punteggio di 6-4 (4)6-7 10-4 in 1h55′ di gioco. Alla fine a prevalere è stata la maggiore abitudine ed esperienza alla specialità su cui poteva contare la coppia brasiliana, il match è stato nel suo complesso molto godibile e ha visto l’accoppiata azzurra impegnarsi e metterci il cuore sino all’ultimo come testimonia la rimonta nel tie-break del secondo set dal 2-4. Peccato invece non aver sfruttato la scia del break iniziale maturato in avvio di partita. Molto bene la piemontese, che non ha sfigurato a livello di potenza al cospetto di Matteo e in alcuni frangenti è stata lei a trascinare la coppia. Dunque la sfida tra Italia e Brasile si chiude sul 3-2, rimangono perciò delle speranze di qualificazione alla fase ad eliminazione a diretta della competizione per Haddad Maia e compagni ma dovranno necessariamente battere la Norvegia. Per l’Italia, invece, l’appuntamento contro gli scandinavi guidati da Ruud è fissato al 2 gennaio.