C’erano state scelte forse discutibili e sicuramente discusse da parte di qualche capitano alle Finali di Coppa Davis a Malaga. Mardy Fish, capitano degli Usa, non aveva convocato il numero 1 ATP in doppio Rajeev Ram e al doppio decisivo la nazionale a stelle e strisce è stata eliminata (dall’Italia), ipotesi che peraltro avevamo auspicato con largo anticipo senza che ciò ci abbia fatto sentire dotati di particolare lungimiranza. Una lezione, quella sconfitta, che, per un motivo o per un altro, capitan Volandri non ha appreso, riproponendo anzi l’errore fishiano – non schierare il proprio doppista migliore a prescindere – che aveva (forse) contribuito al passaggio in semifinale proprio dell’Italia. Il primo nome illustre a saltare, tuttavia, è stato quello di Sergi Bruguera, el capitán della nazionale spagnola che, “di comune accordo” con la sua federtennis, ha lasciato la panchina che di lì a poco sarebbe stata occupata da David Ferrer, prima scelta della RFET.
Mentre gli sguardi degli appassionati erano posati sul tennis finalmente ripartito (beh, “finalmente”, appena cinque settimane di pausa), qualcosa cambiava negli Stati Uniti. No, non le regole di ingresso per gli stranieri non vaccinati, il più famoso dei quali ha intanto messo le mani sul serpeggiante trofeo di Adelaide 1, bensì captain America. Infatti, nel comunicato dell’associazione tennis statunitense, si legge che il citato “Mardy Fish e la USTA hanno deciso di comune accordo di muoversi in una nuova direzione con la Coppa Davis 2023″. Nel senso che la squadra Usa si muoverà verso l’Uzbekistan per il tie delle qualificazioni e Mardy no.
Tornando alla controversa decisione di Fish, le relative discussioni, se non accuse più o meno velate, vertevano non solo sul merito, ma sulla paternità stessa di quella scelta, nonostante l’assunzione di responsabilità da parte dell’ex n. 7 del mondo. Tra gli indiziati c’erano anche i giocatori (non che ci fosse una stanza piena di sospetti: il capitano, la USTA e i tennisti). con lo scambio di tweet acidi con colleghi e fan, a partire da Tommy Paul, secondo cui un singolarista top 8000 (!) giocherebbe il doppio meglio di Ram, e Taylor Fritz, impegnato a negare le insinuazioni di ego ed esclusivismo.
Ad andare a Tashkent a inizio febbraio per il confronto con i non irrestibili uzbeki, ci saranno Tommy Paul e… Rajeev Ram, ai quali si uniranno le matricole Jenson Brooksby, Austin Krajicek e Mackenzie McDonald. Se Rajeev sia stato premiato o meno con la scelta di spedirlo in Asia centrale contro Fomin, Istomin e Fayziev, è un dubbio che lasciamo ai lettori. Diversamente dai colleghi spagnoli che avevano già in mente il successore di Bruguera, la USTA scrive che “un capitano ad interim per il tie sarà nominato prossimamente”. Nel frattempo, Team Usa con il capitano David Witt festeggia il successo in United Cup.
Per quanto riguarda invece l’Italia, nessun problema in vista per i qualifiers grazie alla wild card che la porta direttamente alla fase a gironi delle Finals.