J. Pegula [USA] b. Trevisan [ITA] 6-4 6-2
Sapevamo che sarebbe stata difficile e il primo match ha confermato le premesse: gli Stati Uniti si portano in vantaggio sull’Italia per 1-0 grazie al successo di Jessica Pegula ai danni di Martina Trevisan con il punteggio di 6-4 6-2 in un’ora e mezzo di gioco. Energie che sono mancate alla tennista toscana per bissare l’impresa firmata due giorni fa su Maria Sakkari: di fronte c’era una giocatrice superiore e dal gioco più costante e continuo. Una sconfitta che non ridimensiona il percorso fatto dall’azzurra in questa United Cup.
L’inizio di partita di Trevisan è incoraggiante: subito un turno di risposta in cui si ritrova 15-30 e costringe Pegula a tirar fuori tre servizi vincenti. Nel game successivo al servizio l’azzurra si fa rimontare da 30-0: la numero 3 del mondo riesce a leggere il servizio dell’italiana e a toglierle il tempo in uscita dal movimento del servizio più di una volta, ottenendo immediatamente il break. La statunitense sembra trovare continuità alla battuta e in risposta si fa minacciosa anche nel quarto game, non riuscendo però a trovare il doppio break. La semifinalista dell’ultimo Roland Garros comincia a rispondere con continuità: Pegula si ritrova impreparata sul drittone carico di Trevisan e cede il servizio per la prima volta.
Dopo un inizio difficoltoso, il game del 2-3 sembra sbloccare la giocatrice fiorentina: cambi di ritmo in back e con il rovescio alto che destabilizzano Pegula. Per la seconda volta però la numero 1 d’Italia si fa rimontare da 40-0 e stavolta ne paga le conseguenze: un paio di scambi sulla diagonale sinistra nei quali prevale il rovescio filante della tennista di Buffalo. L’equilibrio però è notevole rispetto all’inizio del match e Trevisan riesce a trovare nuovamente la via del break grazie a una gran risposta di dritto e all’uscita di dritto lungolinea: questo è il colpo che fa la differenza nella trama offensiva dell’italiana. Stavolta la numero 27 del mondo riesce ad agganciare la sua avversaria sul 4-4 grazie ad un turno di servizio convincente soprattutto per come l’ha interpretato l’azzurra: sempre con un gioco votato all’attacco. Pegula, minacciata dalla sua avversaria, gioca un turno di servizio da vera campionessa mettendo tante prime e non concedendo niente a Trevisan. Concede eccome la toscana sul 4-5: una volée sbagliata a campo aperto, uno schiaffo non chiuso e un errore di rovescio: una tassa troppo dura da pagare in un game così importante. Il prezzo è il primo set perso per 6-4 in 47 minuti dall’azzurra dopo aver giocato per larghi tratti alla pari con la numero 3 del mondo.
Nel secondo set l’inerzia della partita sembra essersi incanalata dalla parte della terza forza del ranking mondiale: la 28enne di Buffalo è sempre più ordinata e solida, in una fase in cui le energie psicofisiche di Trevisan vanno verso l’esaurimento. Il dritto dell’americana è sempre più incisivo e il rovescio è sempre più solido: questa è la svolta per disinnescare sempre più le velleità della toscana. La serenità e lo stato d’animo dell’azzurra adesso non sono più gli stessi rispetto a quelli del primo set: il dritto è sempre meno incisivo e i cambi di ritmo non impensieriscono Pegula. Decisamente più lineare e continuo il tennis della vincitrice dell’ultimo torneo di Guadalajara. Sempre più scoraggiata Trevisan di fronte ad una situazione di punteggio che precipita sempre più e ad un’avversaria che non concede più quello che concedeva nel primo set. L’azzurra si prende quantomeno la soddisfazione di vincere un game in un secondo parziale molto complicato, nel quale scardinare il muro di Pegula è stato arduo in ogni singolo quindici. La giocatrice di Firenze mostra il suo atteggiamento combattivo fino in fondo, recuperando un break grazie ad un ottimo guizzo a rete e a qualche errore di distrazione che arriva dall’altra parte della rete. La statunitense non si fa pregare e chiude sul 6-2 il secondo set. Il rendimento al servizio parla di una prestazione difficoltosa di Trevisan con questo fondamentale: solo il 46% di punti vinti. Energie e brillantezza logicamente diverse rispetto a quelle mostrate venerdì contro Sakkari.
Tiafoe b. Musetti 6-2 rit.
Impatto ottimo nel match per Musetti: un turno di servizio molto solido e tre risposte arrembanti, una con il dritto a 145 km/h e due con il rovescio a un palmo dalla riga. Tiafoe riesce ad annullare le tre palle break con il prezioso aiuto del servizio e una coraggiosa palla corta. Nel game successivo è l’intraprendenza dello statunitense in risposta a pagare oltre ad una grave volée alta comoda sbagliata da Musetti e un dritto a sventaglio: il break per gli Stati Uniti è prematuro e l’Italia è ancora costretta a inseguire. Dopo la fase di assestamento nel secondo e terzo game, entrambi trovano continuità con il servizio. Il semifinalista dell’ultimo US Open, dopo un avvio in sordina, si scatena. Un dritto esplosivo che gli consente di comandare e chiudere gli scambi sui suoi turni di battuta e una risposta sempre iper-aggressiva che toglie il tempo al carrarino. L’azzurro sembra spingere meno con il servizio e comincia a toccarsi la spalla, come se ci fosse un fastidio muscolare. Il giocatore del Maryland chiude il primo set sul 6-2 con il 70% di prime in campo e il 79% di resa con questo colpo: quando serve così diventa difficile da arginare. L’infortunio alla spalla è più grave del previsto e l’azzurro si ritira dopo appena un punto nel secondo set per precauzione in vista degli Australian Open.
Italia chiamata a questo punto ad un miracolo per ribaltare questa sfida, a partire da Berrettini che all’inizio della sessione serale (17.30 locali, le 07.30 in Italia) proverà ad allungare la finale affrontanto il n. 9 mondiale Taylor Fritz.