T. Paul b. B.Shelton. 7-6(6), 6-3, 5-7, 6-4
Tommy Paul spalanca le braccia al cielo e festeggia la prima semifinale Slam della sua carriera. Anche Ben Shelton ha di che sorridere, perchè questo torneo resterà indimenticabile per lui e, perché no, sarà trampolino di lancio per la carriera di questo ventenne mancino, solido al servizio e che ha tutte le potenzialità per crescere e migliorare. Una “non” testa di serie raggiunge la semifinale dell’Australian Open dopo un torneo pressocchè perfetto, nel quale il servizio e la lucidità non lo hanno mai abbandonato. Paul vince 7-6(8), 6-3, 5-7, 6-4 in 3 ore e 8′ in cui i servizi l’hanno fatta da padrone. Ben Shelton le sue chances le ha avute, ma non le ha sfruttate, ad esempio gettando alle ortiche il tie-break del primo set, o quando nel secondo parziale non ha approfittato del primo momento di calo del suo connazionale sprecando due palle break, prima di subire lo strappo decisivo. Gli Stati Uniti sorridono e applaudono l’impresa del classe ’95 che ha tremato nel terzo set quando si è reso conto di quello che stava per accadere. Le statistiche evidenziano i 24 ace di Shelton con una velocità media della sua prima di servizio che sfiora i 200km/h. Punti ottenuti col servizio che, però, non bilanciano i 50 errori non forzati compiuti. Gara pulita quella di Paul che in oltre tre ore di partita commette solo 26 gratuiti. Adesso per lui Djokovic o Rublev, anche se il partire da sfavoriti gli potrà far giocare una gara senza eccessive pressioni.
PRIMO SET – Entrambi i giocatori non sembrano accusare le due maratone al quinto set a cui sono stati costretti negli ottavi di finale. Sia Shelton che Paul sono molto solidi al servizio – miglior fondamentale per entrambi – e non si risparmiano in risposta. Il mancino di Atlanta cerca di sorprendere Paul con delle apparizioni estemporanee a rete senza né capo né coda. I risultati sono rivedibili. Tommy Paul è più attendista, aspetta l’errore dell’avversario, che, infatti, appena può accelera. Nel settimo gioco si va ai vantaggi ma Shelton ne esce con coraggio: prima con un drop shot ben giocato e successivamente con una demi-volée complicata. I due continuano a macinare punti al servizio, il set sembra ben avviato al tiebreak. Il primo punto è di Shelton, spingendo una seconda palla molto vicina alla riga. Si gira sul 3-3 con i due che si scambiano colpi di fioretto (in battuta) con una racchetta al posto della sciabola. Sembra che nessuno riesca a piazzare l’allungo decisivo, dopo 12 punti nessun mini-break. Il primo è di Paul, sul 6-6 dopo un errore di Shelton con il rovescio. Paul ne approfitta e sul set point Shelton manda un altro rovesci a metà rete. È il punto del set. 7-6 Paul dopo 56′.
SECONDO SET – Forte del vantaggio conquistato nel primo set, Tommy approccia bene nel secondo parziale. Tiene a “0” il primo turno di servizio e in un match che, fin qui, non ha riservato opportunità. Qualcosa cambia sia con lo 0-30 del secondo gioco che la palla break del quarto. Pertugi che Paul avrebbe a portata di mano per poter scappar via, ma Shelton alza il livello del suo tennis proprio nelle situazioni di pericolo. Dopo aver cancellato una palla break, nel quinto gioco il ventenne di Atlanta si ritrova due opportunità per strappare il servizio all’avversario. Sulla prima spreca la risposta su una seconda di Paul, sull’altra il suo dritto esce di centimetri in lunghezza, malgrado una “stecca” di Paul rimasta in campo. Aumentano le palle break in questo secondo set: nel sesto gioco torna in difficoltà Ben che concede due opportunità al suo avversario, non consecutive. Un dritto impreciso in campo aperto regala il break all’avversario, il primo del match dopo un’ora e ventisei minuti. Shelton, tra l’altro, perde il servizio dopo 67 turni tenuti consecutivamente. Nel primo momento di difficoltà di Paul è proprio lui a scappar via, male Shelton a non leggere il momento e a continuare a giocare prendendo rischi su qualsiasi punto. Una pausa che, a differenza di quanto accaduto nel match con Bautista, non costa nulla a Tommy Paul. Sotto 5-2, arriva un game di durata record per Shelton: 46 secondi con tre ace e un servizio vincente, più il tempo passato ad attendere le palline dai raccattapalle che a eseguire i movimenti alla battuta. Con il quarto ace Paul vince il secondo set e comincia a respirare aria di prima semifinale Slam. Stavolta niente maratona e set durato 36′.
TERZO SET – Non cambia il monologo nella terza frazione. Shelton è in difficoltà e deve aggrapparsi alla prima di servizio per provare a restare nel match. Paul conquista sei punti in fila che apparecchiano la tavola per il break, ma nelle due occasioni costruite, il suo avversario gioca bene a rete, prima di servire a 217km/h. Shelton non chiude il gioco e torna a offrire palla break a Paul, ma ancora una “prima” a 215 km/h lo tiene in vita. La quarta palla break arriva con un ricamo di lusso del n. 35 del ranking, cancellata da una seconda che “spira” a 213 km/h. Passata la paura, si cambia campo con celerità, con entrambi che fanno valere la propria potenza al servizio. Nel settimo gioco arrivano due errori di dritto di Shelton che sanno di chance per l’americano più accreditato. Col servizio si tira fuori da guai, ma è comunque costretto ai vantaggi. Il ventenne manovra benissimo ma è sciagurato nell’esecuzione di uno smash a rete, poi affossa un rovescio con il quale consegna le chiavi del match a Tommy Paul.
Forse il vedere il traguardo vicinissimo paralizza il n. 35 che, avanti 30-0, si fa recuperare dall’avversario prima di commettere un doppio fallo e un errore di dritto che riequilibrano il set nell’ottavo gioco. Ben va a servire, ma è svuotato di energie e lo si vede quando compie il secondo doppio fallo del set, il terzo complessivo. Sotto 0-30, va a prendersi un quindici a rete provocando l’errore dell’avversario, prima di affossare un altro dritto in rete. Stavolta le due palle break sono parenti di matchpoint per Paul che poco può su due servizi che raggiungono velocità superiori ai 200km/h. Ma il ventenne fa e disfa proprio con la battuta, alternando ace a doppi falli. Cancellata la terza palla break del gioco sale 5-4 con il settimo ace del parziale scagliato a 220km/h. Paul appare un pò più scarico, ma trae energia quando sul 6-5, 30-30, vince uno degli scambi più lunghi del match per portarsi a un punto dal tie-break. Shelton aggredisce subito in risposta e capisce che ha la possibilità di riaprire il match. Poi gioca due quindici meravigliosi mettendo alle corde Paul che perde servizio e set per merito del giovanotto incosciente che ha dall’altra parte della rete.
QUARTO SET – Paul si ritrova subito, o, meglio, il suo avversario rimette subito a posto le cose con due doppi falli e un dritto in rete che gli danno l’immediato break nel primo gioco del set, rafforzato con un turno di servizio sereno. Shelton offre palla break anche nel quarto gioco, ma la annulla con la solita prima di servizio puntuale e precisa. Ma è lui l’americano più in difficoltà dal punto di vista fisico. Deve soffrire sui suoi turni di battuta, mentre non riesce a impensierire in risposta Paul. Dopo tre ore di partita, il n. 35 ha la prima palla per la semifinale nell’ottavo gioco, complice il cinquantesimo errore non forzato di Shelton. E’ ancora un servizio al corpo a rimandare l’appuntamento con la storia per l’altro americano. Paul va nuovamente a servire per il match e questa volta non trema, disegnando traiettorie su cui Ben non può granchè. Il secondo match point vale il pass per la prima storica semifinale in un evento del Grande Slam. Orizzonte che porta al vincitore della sfida tra Djokovic e Rublev.
Con la collaborazione di Matteo Beltrami