È come avere accettato una sorta di libertà condizionata. O non l’accetti e fai quel che vuoi restandotene a casa tua, oppure l’accetti e sei tenuto a uniformarti, a prescindere che tu condivida o meno.
Ciò detto io non credo che, a prescindere da quelle che siano le sue convinzioni personali, papà Djokovic avesse immaginato di esporsi a un tale casino.
Lo avesse immaginato si sarebbe comportato diversamente. Il fatto che papà Djokovic abbia fatto quelle sue successive dichiarazioni sulla guerra, che il team Djokovic abbia deciso di uscirsene con un comunicato e che si sia annunciato che Srdjan non sarebbe venuto ad assistere alla semifinale, dimostra che un po’ tutti hanno capito l’inopportunità dell’ingenuità commessa. Hanno tutti avvertito, chi più chi meno (consigliati o meno), anche l’innegabile imbarazzo che è conseguito a quella incresciosa (sia pur magari innocente) situazione – con polemiche molto più forti in Australia di quanto noi si possa aver percepito a casa nostra – che, oltretutto, poteva nuocere alla serenità di tutto il team Djokovic cui invece serve la massima tranquillità e concentrazione per raggiungere i vari obiettivi prefissati. Sono tre quegli obiettivi, mentre quelli di Tsitsipas solo due: il primo Slam, il n.1 nel ranking.
Per Djokovic uno in più, anche se ripeterlo per l’ennesima volta può sembrare pleonastico: il decimo trionfo a Melbourne e il ventiduesimo Slam per pareggiare il conto con Nadal (che nessuno può giurare capace di arrivare a quota 23 anche se il prossimo Slam sarà quello del Roland Garros… mentre Djokovic almeno per tutto questo 2023 sarà il favorito n.1 a Wimbledon come a New York). Inoltre e infine, dulcis in fundo, il ritorno sul trono del tennis… tutto sommato meno importante perché a fine di una sontuosa cena si può anche rinunciare alla frutta (ricca di zuccheri, vero Nole?) e al dolce. Soprattutto quando n.1 del mondo si è già stati per 373 settimane e affinché qualcuno ne collezioni di più occorrerà attendere… l’anno 3.000.
Ho letto che secondo alcuni lettori Nole Djokovic avrebbe condiviso pensiero e azione del padre. Ma mi domando come facciano a saperlo.
E quanti invece ritengono che un episodio del genere, e soprattutto le reazioni che ci sono state, non lo abbiano minimamente disturbato, scalfito… beh, forse not too bad, però non sono troppo d’accordo.
Novak è un purosangue, nel senso di cavallo di razza. Un tipo ipersensibile, soprattutto quando viene coinvolta la sua famiglia. E se pensate che è bastata una minidiscussione con l’arbitro del suo match vs Tommy Paul a destabilizzarlo e a fargli perdere l’abituale concentrazione per via di quella chiamata per una time-violation, beh figurarsi se lui abbia trangugiato quanto accaduto come se fosse un bicchiere d’acqua.
Quando invece la tv australiana non ha fatto che riproporre incessantemente le immagini di suo padre con il tizio con la Z colossale e il mega poster di Putin e gli altri simpatizzanti filorussi…
C’è anche chi –secondo me ingiustamente – se l’è presa con i servizi di sicurezza australiani, che magari pensavano di dover controllare il Melbourne Park soltanto all’interno dei recinti tennistici e non anche fuori per far rispettare una norma comunque discutibile. Questo scrivo giusto per far capire a che disserta in Italia quale fosse al proposito l’atmosfera “politica” in Australia. Critiche sono arrivate anche perché quel tizio con la maglietta con su la mega Z stamani era tranquillamente nella Rod Laver Arena gustarsi il match. Senza la t-shirt con la Z però… Mica, poi, si può pensare che all’ingresso di 15.000 spettatori ci sia chi controlla le t-shirt di tutti quanti! E se uno se ne mette una provocatoria sotto il golf che fai, fai spogliare tutti?
Vabbè, basta così sulla vicenda. Ferma restando tuttavia la legittima curiosità di capire se papà Djokovic è rimasto una volta in albergo per una decisione voluta dal team Djokovic oppure imposta da altri. Forse un indizio lo avremo se rimarrà anche una seconda volta in hotel nel giorno della finale oppure no. Io credo che lo rivedremo regolarmente nel box di Nole. Ma mi trovo dall’altra parte del mondo, quindi il mio pronostico vale zero (quasi quanto quelli del Mago Ubaldo).
A queste curiosità e interrogativi Novak Djokovic ha per il momento risposto che “è stata una interpretazione errata. Non c’era assolutamente alcuna intenzione di sostenere alcun tipo di iniziativa bellica. Mio padre, come ho detto, era di passaggio. Non è stato piacevole non averlo nel box. È una decisione che abbiamo preso insieme. Solo non sapevo come andranno a finire le cose. Spero che sarà presente perché mi piacerebbe averlo nel box per la finale”.
Intanto domattina godiamoci lo scontro Sabalenka-Rybakina. Alle tre vittorie su tre (sempre in 3 set) della Sabalenka – che quest’anno ha vinto 10 match e 20 set di fila – seguirà una quarta? Sono curioso di leggere le quote dei bookmakers. Quando, nel titolo forzatamente sincopato, dico che mi piace più la Rybakina della Sabalenka alludo alle sue chance di vittoria. Qui, avendo più spazio, lo preciso per i talebani del politically correct e anche… per mia moglie! Nei loro post i lettori, si esprimano come meglio credono. Ma con juicio, avrebbe detto il Manzoni ai suoi 25 lettori. Ubitennis ne ha di più… (boutade di cui mi vergogno un po’, ma se non si scherza fra noi…)
A me divertirebbe puntare qualche spicciolo sulla Rybakina che mi sembra un po’ più capace di controllare le proprie emozioni. Quando perse quelle tre partite fra il 2020 e il 2021 non era ancora certamente la Rybakina del 2022 e di oggi. Non mi faccio peraltro influenzare da quella statistica tirata fuori dalla WTA secondo cui la ragazza kazaka è la prima ad aver eliminato 3 campionesse Slam (Swiatek, Ostapenko e Azarenka) dai tempi d Jennifer Capriati 2001 (Hingis, Davenport, Seles), perché queste sono statistiche che profumano di storia e solo per tali vanno ricordate, ma lasciano il tempo che trovano. Lascia il tempo che trova anche che cosa possa passare per la testolina di Camila Giorgi: le ultime due volte che lei ha affrontato Sabalenka, l’anno scorso al Roland Garros, due anni fa a Eastbourne, ci ha vinto.
Eppure domani sera Aryna Sabalenka potrebbe avere vinto il suo primo Slam e insediarsi nuovamente al secondo posto del ranking mondiale. Fossi io nei (bei, bellissimi anzi) panni di Camila – e non sarebbe un bel vedere! – soffrirei di fortissimi mal di testa.