CROAZIA – AUSTRIA 2-0
Da Fiume, il nostro inviato
Dopo la prima giornata la Croazia è ad un passo dalla qualificazione alla fase finale della Coppa Davis 2023. Ma se la vittoria del n. 1 di casa Borna Coric sul secondo singolarista austriaco Dennis Novak era preventivabile, la sorpresa è la vittoria del “solito” Borna Gojo sull’ex n. 3 del mondo Dominic Thiem. Già il fatto di usare il termine “solito” fa capire però che quando c’è il 24enne spalatino in campo in un match di Davis non si può parlare del tutto di una sorpresa, dato che il tennista croato ha dimostrato più volte in questi ultimi anni di essere uno di quei giocatori che quando giocano per la propria nazionale sfoderano delle prestazioni di livello superiore a quelle a lui usuali nel circuito. Il nome illustre che ne ha fatto le spese stavolta, come detto, è quello di Thiem, ancora lontano però dal top player che fu in grado di giocare quattro finali Slam (e vincerne una). La squadra di casa potrebbe perciò chiudere la pratica qualificazione già con il primo match di domani, il doppio. Nonostante il forfait di Pavic, infatti, i croati schierano comunque una coppia di assoluto valore, quella composta da Nikola Mektic e Ivan Dodig, rispettivamente n. 8 e n. 11 della classifica ATP di specialità. E che quindi partono favoriti sulla coppia austriaca Erler e Miedler, che posso puntare sul loro maggior affiatamento, dato che giocano insieme anche nel circuito. Inizio del match previsto per le ore 13.
B. Coric (CRO) b D. Novak (AUT) 6-3 7-5
Il match di apertura al Palazzetto dello Sport Zamet di Fiume vedeva di fronte il n. 1 croato Borna Coric ed il n. 2 austriaco Dennis Novak. In quella che era la prima sfida tra i due, il favorito era chiaramente il 26enne zagabrese, ex n. 12 ed attualmente n. 23 ATP, soprattutto grazie al vittorioso exploit dello scorso a Cincinnati, che gli è valso anche il premio “Comeback Player on the Year” considerato che Borna era rientrato solo da pochi mesi dopo da un anno di stop a causa dei problemi alla spalla destra che lo avevano costretto ad operarsi. Il 29enne di Wiener Neustadt (sì, esattamente come Thiem, non è un refuso: i due sono anche grandi amici, ma la loro amicizia è nata a Vienna, quando avevano 14 anni e frequentavano entrambi l’accademia di Gunter Bresnik) è invece attualmente n. 144, con un best ranking n. 85 raggiunto poco meno di 3 anni fa. Insomma, ranking e curriculum parlano di due tennisti di livello diverso: l’austriaco frequenta abitualmente il circuito Challenger (ha vinto un torneo in Thailandia poco meno di un mese fa), mentre a livello di circuito principale conta solo due quarti di finale, anche un po’ datati (l’ultimo due anni fa a Montpellier). Ben diverso il palmares di Coric, che ha vinto tre tornei a livello ATP, in primis il già citato Masters 1000 di Cincinnati dello scorso anno, ma non possiamo non citare la prestigiosa vittoria sull’erba di Halle nel 2018, considerato che in finale battè un certo Roger Federer. La Coppa Davis però sappiamo come spesso sia un mondo a parte. Coric in Croazia è considerato un “animale da Davis”: 14 vittorie e 9 sconfitte per lui, che difficilmente perde quando è favorito, sa vincere da sfavorito e non trema nei momenti decisivi (basterà ricordare le vittorie decisive sul 2 pari contro Sock nel 2016 e contro Tiafoe nel 2018). Ma anche Novak non scherza: 9/6 il suo score, ma soprattutto alcuni scalpi importanti (De Minaur, Garin e Cuevas) e anche per lui la capacità di esaltarsi nei momenti clou, con due vittorie nel quinto decisivo match del tie.
Il copione del match è parso da subito chiaro, con Coric superiore da fondo e Novak che doveva chiedere tanto alla sua prima di servizio per chiudere con la combinazione servizio/dritto ed evitare di entrare nello scambio, dove alla lunga era destinato a soccombere vista la maggior qualità e consistenza dell’avversario. Ed infatti non appena la prima calava di efficacia l’austriaco non sfruttava due occasioni per il due pari, mentre invece il suo avversario coglieva la seconda per il break. Le due palle consecutive per il secondo break ed il conseguente 5-1 sembravano far presagire la fine del primo parziale da lì a breve. Ma Novak si ribellava, lottava, le annullava e addirittura nel game successivo, approfittando di un Coric che si era messo a giocare un po’ troppo corto e gli permetteva di prendere l’iniziativa con il dritto, arrivava due volte a palle break. Per la gioia del rumoroso gruppetto di connazionali presenti sugli spalti. Il croato era costretto a salire di livello per annullarle, entrambe con due rovesci vincenti, prima di chiudere il game grazie ad un lob millimetrico, sempre di rovescio. Il n. 144 ATP annullava nel gioco successivo altre due palle break, che erano anche due set point, ma Coric stavolta non si distraeva e affidandosi alla prima di servizio chiudeva subito dopo il parziale (6-3). E la banda musicale croata – presente come di consueto nei match casalinghi di Davis – poteva scatenarsi sugli spalti. Spalti peraltro pieni ma non pienissimi, come invece si augurava il ct croato Martic alla vigilia. Del resto i prezzi dei biglietti (50 euro il meno costoso) non sono proprio economici, peraltro in una nazione che sta registrando un notevole aumento dei prezzi dopo l’introduzione dal 1° gennaio dell’euro.
La prima parte del secondo set faceva registrare un sostanziale equilibrio, con una sola palla break (annullata) nel primo gioco sul servizio Austria. Novak cercava di rimanere aggrappato alla partita affidandosi come di consueto al servizio e al dritto per chiudere il punto entro pochi scambi. Coric, pur trovando anche lui molto aiuto dal servizio (nonostante la superficie di gioco del palazzetto fiumano – dove di solito gioca la squadra locale di pallamano – non appare velocissima, come dimostrato anche dai molti scambi prolungati), si affidava alla maggior solidità da fondo, sebbene talvolta la nota mancanza di punch, per dirla in gergo pugilistico, lo costringesse a prendere qualche di rischio di troppo e a commettere di conseguenza qualche errore. Tanto da essere costretto a ricorrere due volte ai vantaggi per portare a casa il proprio turno di battuta, nel quarto e nel sesto gioco. Il set si infiammava nel settimo gioco, come vuole la tradizione. Il n. 2 austriaco aveva un leggero passaggio a vuoto e Coric aveva per ben tre volte (di cui due consecutive) la palla per strappargli la battuta, ma Novak ritrovava servizio e dritto e portava a casa il game. La sensazione però era che a breve l’equilibrio fosse destinato a rompersi: Borna infatti non soffriva più nei suoi turni di servizio, al contrario dell’austriaco. Ed infatti nell’undicesimo gioco il n. 23 del ranking decideva che era il momento di premere il piede sull’acceleratore. Saliva 0-30 (bravo nel ribaltare l’inerzia dello scambio con un bel lob di dritto) e poi – nonostante il rammarico per il rovescio del possibile 15-40 uscito veramente di un’inezia – si procurava la palla break che trasformava subito dopo, per passare a condurre 6-5. E chiudere poi a zero il game di servizio successivo e conquistare così il primo punto per la Croazia.
B. Gojo (CRO) b. D. Thiem (AUT) 6-3 7-6(2)
Anche il secondo match della giornata ha visto affrontarsi due giocatori dal lignaggio molto diverso. Il n. 1 degli ospiti è infatti Dominic Thiem, ex n. 3 del mondo, vincitore (US Open 2020) e plurifinalista (Roland Garros 2018 e 2019 e Australian Open 2020) Slam. Che proprio dopo il trofeo vinto a New York, l‘ultimo e più prestigioso dei 17 della bacheca del 29enne austriaco, non è stato più lui. Prima i problemi alle ginocchia, poi l’infortunio e la conseguente operazione al polso che lo ha tenuto fermo per un anno, lo hanno fatto scivolare lontano in classifica (ora è n. 99). Ma soprattutto dal livello di gioco che aveva espresso dalla metà del 2016 a fine 2020, gli anni che lo avevano visto costantemente nella top 10, e che ora sta faticosamente cercando di ritrovare. Il n. 2 croato Borna Gojo, n. 121 ATP (suo best ranking), è anche lui, come Dennis Novak, un giocatore che frequenta soprattutto il circuito Challenger ma che in Coppa Davis si esalta. Cinque vittorie e cinque sconfitte per il 24enne spalatino nella manifestazione, ma soprattutto assoluto protagonista delle Finals 2021, dove fu capace di battere da sfavorito Popyrin, Sonego e Lajovic, perdendo solo in finale – in due set combattuti – contro Rublev. E che anche lo scorso anno è stato capace di vincere contro pronostico, superando in tre set l’argentino Baez. Nettamente positivo (9/4) anche lo score in Davis di Thiem, che dopo tre sconfitte consecutive nei primi tre match aveva infilato nove vittorie di fila. Serie interrotta da quello che sino ad oggi era stato il suo ultimo match nella manifestazione, quello perso nel 2019 contro Ruusuvuori che costrinse l’Austria ad affidarsi proprio a Novak per portare a casa il punto del 3-2.
E sin dall’inizio il match ha fatto riemergere negli austriaci quei fantasmi finlandesi. Gojo partiva subito in modalità “Torino/Madrid 2021”, bombardando con il servizio ed il dritto, mentre invece i colpi di Thiem faticavano ad ingranare. Sempre bello da vedere il rovescio a una mano dell’austriaco, ma come efficacia lontano parente di quello dei tempi d’oro. E lo stesso discorso vale anche per il dritto arrotato, che non è più quel micidiale mix di potenza e rotazione che abbiamo ammirato per anni. Chi scrive non vedeva giocare dal vivo Thiem dal Roland Garros 2018 e quindi aveva ben impressa nella memoria l’estrema pesantezza dei colpi da fondo dell’ex n. 3 ATP: la differenza è notevole. Di conseguenza un ottimo Gojo era in grado di fare match pari – e anche qualcosa in più – persino sul terreno a lui in teoria più sfavorevole, gli scambi prolungati da fondo, e sappiamo come la mobilità negli spostamenti laterali sia da sempre il tallone d’Achille dello spilungone croato. Il break a favore della Croazia nel quarto gioco era perciò la logica conseguenza di quello che si stava vedendo il campo. Thiem, con umiltà ed esperienza, provava a mischiare le carte e invece di cercare inutilmente di far gioco, lasciava il comando delle operazioni allo spalatino. Che andava un attimo in confusione e si ritrovava così sotto 15-40 al servizio nel settimo gioco. Si toglieva dagli impicci grazie alla battuta, ma anche vincendo un importante punto dopo uno scambio prolungato. Il croato non si distraeva più, tornava solido ed estremamente efficace con le specialità della casa, il servizio ed il dritto, e vincendo il successivo game al servizio incamerava il primo set con il punteggio di 6-3.
Come nel primo incontro, anche questo match vedeva il secondo parziale svilupparsi all’insegna dell’equilibrio. Entrambi tenevano con sicurezza i propri turni di battuta: da una parte Thiem cercava di comandare gli scambi da fondo muovendo l’avversario, dall’altra Gojo cercava di essere aggressivo, non disdegnando anche qualche puntata a rete grazie alla spinta di servizio e dritto. Le emozioni arrivavano nel settimo gioco, quando Thiem aveva un improvviso passaggio a vuoto mentre era in controllo del game sul 40-15. Gojo infilava tre punti consecutivi e si procurava la prima palla break in assoluto del parziale. Sbagliava però la risposta, lamentandosi – supportato dal ct Martic – di essere stato disturbato da un flash durante l’esecuzione. L’austriaco, grazie anche al servizio che tornava ad aiutarlo al momento giusto, si salvava. Anche il croato doveva affrontare il suo momento di difficoltà nel decimo gioco, quando un paio di rovesci lungolinea simili a quelli dei bei tempi portavano Thiem ad un passo dalla palla break. Probabilmente però, su un rovescio d’antan di Thiem Gojo non sarebbe arrivato a tirare quel passante incrociato stretto di dritto che rimaneva sulla racchetta dell’austriaco e consentiva poi al n. 121 del mondo con il successivo servizio vincente di impattare sul 5 pari. Gojo sembrava riuscire a sfruttare il momentum e si procurava due palle break consecutive. Ed il pubblico sugli spalti iniziava a farsi sentire sul serio, con i croati che cercavano di spingere il connazionale verso l’ennesima impresa. Thiem però sarà ancora convalescente, ma resta pur sempre un campione: con autorità annullava entrambe le palle break ed anche una terza, e teneva la battuta. Si arrivava così poco dopo al tie-break, giusto epilogo di un parziale combattuto ed equilibrato. Gojo scappava sul 2-0, Thiem si riprendeva il mini-break grazie ad una bellissima palla corta dopo uno scambio serratissimo, ma vanificava il tutto con il successivo doppio fallo. Thiem accorciava ancora sul 2-3, ma da quel momento Gojo era assolutamente ”on fire”. Con un bel punto con il dritto, dopo un altro scambio prolungato, ed un servizio vincente saliva 5-2 e si portava a due punti dal match. Ma era sublime negli ultimi due punti alla risposta: erano due vincenti, prima una risposta di rovescio lungolinea e poi un dritto incrociato, con il quale portava la Croazia sul 2-0. E confermava nuovamente di essere un giocatore che è meglio non affrontare in Coppa Davis, soprattutto per chi gli è davanti in classifica…