Mentre Marcello Marchesini e il Presidente della Federazione Spagnola di Tennis Miguel Diaz Romàn, in visita a Tenerife per l’ultimo week-end del trittico di Challenger, parlano di future collaborazioni; Matteo Gigante e Stefano Travaglia hanno discusso del presente immediato, con grande soddisfazione di Matteo che ha vinto il match finora più importante della sua giovane carriera. Ha infatti regolato l’ascolano Stefano Travaglia con un netto 6-3 6-2 in un’ora e dieci di gioco. Per la 21enne promessa del tennis azzurro è stata la conclusione trionfale di una settimana che pure non era iniziata sotto i migliori auspici visto che Giovanni Fonio l’aveva battuto nel turno decisivo delle qualificazioni. Rientrato in tabellone come lucky loser, Matteo ha dimostrato di meritare ampiamente il dono della sorte. Intervistato in esclusiva ad inizio 2021 (in quell’occasione aveva anche fatto un pronostico su Sinner e Musetti, andandoci piuttosto vicino), riconosceva la necessità di dover passare più tempo ad alti livelli e i frutti – dopo la vittoria dello scudetto di Serie A1 – stanno continuando ad arrivare. In questo torneo non solo ha progressivamente alzato il livello del proprio gioco, ma ha saputo rimanere freddo quando si è ritrovato in svantaggio e le cose sembravano volgere al peggio.
Come nei due derby contro Francesco Passaro e Riccardo Bonadio in cui ha sempre dovuto recuperare un set di svantaggio. Il terzo derby, quello in finale, è stato paradossalmente il più facile con il suo avversario che probabilmente ha sofferto la pressione più di lui. Per Travaglia si trattava infatti di mettere il sigillo ad un’ottima settimana, con un trofeo che avrebbe significato per lui una vera rinascita dopo un paio d’anni davvero sfortunati (il suo ultimo successo risale al Challenger di Sibiu nell’ottobre 2021). Con questo risultato Stefano torna comunque al n.311 ATP, dopo essere precipitato oltre la 400esima posizione.
Gigante da parte sua migliora di gran lunga il proprio best alla posizione n.194. Ultimamente il suo percorso era stato un po’ up and down e aveva sollevato qualche malumore tra gli appassionati, ma un simile andamento altalenante a 21 anni ci sta eccome. E siamo assolutamente convinti (per dirla con Musetti) che il meglio debba ancora venire. Per essere convinti di questo non servono approfondite analisi tecnico-tattiche ma è sufficiente ascoltare con attenzione il rumore che fa la pallina quando viene colpita dalla sua racchetta, soprattutto sul rovescio. Dopo la premiazione il vincitore ha dichiarato: ”Si vede che nei posti belli riesco ad esprimere il mio miglior tennis…battute a parte non mi aspettavo davvero di vincere il torneo, non solo perché nelle qualificazioni avevo già perso con Fonio ma anche per il problema al piede che mi ha tormentato nei primi giorni. Con Stefano è stata una partita tosta e contro gli amici è sempre durissima giocare. Poi ci conosciamo fin troppo bene visto che spesso ci alleniamo insieme e che ci eravamo già affrontati proprio su questi campi la scorsa settimana (successo di Matteo 6-3 6-1 nel secondo turno delle qualificazioni, ndr). Una vittoria importante per il ranking ma rimarrò con i piedi ben piantati a terra e la prossima settimana sarò già al lavoro col maestro Alessandro Galli sui campi dello Junior Casal Palocco in vista del Challenger di Rovereto”.
Si giocava anche a Vilnius (Challenger 100, cemento indoor) dove il trofeo è stato alzato dal britannico Liam Broady che in finale ha battuto il 26enne ceco Zdenek Kolar (n.214 ATP), a torto conosciuto soprattutto come doppista. Il 6-4 6-4 finale ci racconta di un match che non è mai stato veramente in bilico e che ha premiato Broady che questo torneo l’ha letteralmente dominato. Basti pensare che in tutta la settimana non ha lasciato un solo set, pur contro avversari di tutto rispetto come, oltre allo stesso Kolar, Dzumhur, Furness, Elias Ymer e Moraing. Questa vittoria consente al 29enne nativo di Stockport di conquistare il suo secondo titolo Challenger (dopo 7 finali perse) e di risalire alla posizione n.140 (quinto giocatore inglese in classifica), ad una ventina di posizioni dal suo best.