Il 2022 di Miomir Kecmanovic si era aperto in maniera sfavillante, con tante vittorie brillanti e grandi risultati, tra cui i quarti di finale sia a Indian Wells che a Miami. Indizi che tracciavano, apparentemente, il sentiero di una stagione ricca di traguardi e soddisfazioni, una stagione di consacrazione. Alla fine, così non è stato, con il serbo che ha ancora come ultima finale nel circuito quella di Kitzbuhel nel 2020, vinta contro Hanfmann. E dire che aver ingaggiato l’ex campione David Nalbandian insieme a Johan Ortegren aveva alzato le aspettative, come se la presenza dell’argentino sarebbe potuta bastare a smussare tutti i limiti di Kecmanovic. Così non è stato, e allora il n.33 al mondo, dopo aver rotto con l’ex finalista di Wimbledon lo scorso dicembre, ha optato per un cambio di rotta ingaggiando Ivan Cinkus. Il 42enne ha raggiunto in passato ottimi successi nello staff di Marin Cilic, che passerà 5 mesi lontano dai campi per infortunio, non necessitando dunque dei servigi di Cinkus, il quale ha accettato con entusiasmo l’offerta di Kecmanovic.
I due si inizieranno ad allenare insieme dalla prossima settimana, in vista del loro primo torneo che sarà l’ATP 500 di Acapulco al via il 27 febbraio. “Miomir gioca davvero bene“, dice il suo nuovo allenatore a Sportske Novosti, “ma ciò che un po’ gli manca è un atteggiamento positivo in campo. Ad esempio, a Dallas ha perso un match che avrebbe dovuto vincere (con Emilio Gomez). É un giocatore giovane che ha bisogno di un coach che lo faccia lavorare duro e lo mantenga disciplinato. Da quello che ho capito parlando con lui, con Nalbandian c’erano molte cose non definite“. Il serbo, che stanotte affronterà Giron nei quarti di Delray Beach, necessita di un’inversione di tendenza dato che si avvicina un periodo dell’anno delicato in termini di punti: dovrà infatti difendere due quarti di finale 1000 consecutivi, e sarà importante trovare il prima possibile le giuste sensazioni.
“Tutti pensano che un ex giocatore semplicemente arrivi con una bacchetta magica, ma non funziona così“, puntualizza Cinkus, “l’allenatore e un giocatore hanno bisogno di passare attraverso determinate cose insieme e di essere sulla stessa lunghezza d’onda. Non sono sicuro di come andrà con Kecmanovic. Forse gli chiederò troppo, forse lo farà lui, ma quello di cui sono sicuro è che sia un giocatore da top 20“. Detto da uno che ha visto Cilic arrivare al n.3 del mondo e ad un set dal battere Federer in una finale Slam, c’è da fidarsi. Ora tocca a Miomir dimostrare al suo nuovo coach che non si sbaglia.