La scelta di Taylor Fritz di giocare i tornei su cemento in terra natia continua a pagare. Dopo la semifinale della settimana scorsa a Dallas (poi persa) il n.1 d’America si ritrova per la seconda volta di fila tra gli ultimi quattro, al Delray Beach Open, dopo aver superato una prova non banale contro Adrian Mannarino. 7-6(10) 6-4 il punteggio a favore della tds n.1, che nel primo se si è anche trovato sotto di un break e ha dovuto inseguire il francese, bravo a trovare tante variazioni e cercare il cambio di rovescio lungolinea per stancare Fritz ai lati. L’americano però, che ha un peso di palla ben diverso, e fondamentai più efficienti, ha trovato sempre l’antidoto, sia col servizio (8 ace e 74% di punti vinti con la prima) sia imponendo buon ritmo da fondo campo, elementi che gli hanno permesso anche di annullare un set point nel tie-break prima di portarsi a casa il primo parziale. Nel secondo set è bastato invece un break all’inizio a Taylor, che una volta prese le misure al suo avversario ha preso in mano la partita lasciandogli ben poco. Si è anche issato a un doppio break, che ha però rapidamente perso più per noia e sufficienza che altro, prima di andare a chiudere 6-4 e staccare il pass per la semifinale.
IL TABELLONE COMPLETO DELL’ATP 250 DI DELRAY BEACH
Una bella vittoria dunque quella del n.7 al mondo, che ha gestito con tranquillità e mentalità da grande giocatore un avversario comunque esperto e che fa sempre la sua partita su queste superfici, per trovare la prima semifinale della carriera qui a Delray Beach e prima sul cemento outdoor americano dallo scorso Indian Wells. Affronterà Mackenzie McDonald, per la quarta volta tra gli ultimi 4 a livello ATP (record di 1-2, ultima volta contro Berrettini a Napoli), dopo aver battuto in rimonta 3-6 6-3 6-4 un Michael Mmoh che finalmente sta iniziando a mantenere qualcuna delle tante promesse che circolavano in passato su di lui. Il n.87 al mondo ha mancato un po’ di solidità mentale e costanza, qualità che invece figurano a pieno titolo nel bagaglio di McDonald, che ha ben gestito l’eclettico avversario per ribaltare la partita e trovare la seconda semifinale qui a Delray Beach, dopo quella del 2019 persa contro il vero protagonista della notte americana, Radu Albot.
Il moldavo infatti, che qui 4 anni fa vinse il primo (e finora unico) titolo della carriera, conferma di avere ottime sensazioni su questi campi. Nella sua partita di quarti di finale ha avuto ragione, in maniera netta, del n.2 del tabellone e 18 al mondo Tommy Paul, sconfitto con un 6-2 6-2 senza possibilità di appello. L’americano raramente è riuscito ad anticipare la palla come gli piace fare, e dunque ad imporre un ritmo alto da fondo sin dalla risposta o dal colpo di uscita al servizio (che lo ha tradito, con un pessimo 60% di prime in campo e una resa con la seconda del 37%), non potendo quindi controbattere come si deve alla solidità e alla costanza di Albot. Il n.113 del mondo raramente concede perle ai fotografi, ma anche raramente sbaglia o regala troppo agli avversari: stanotte era uno di quei casi, una partita quasi perfetta, che per lui è andata ben d’accordo con un brutto Paul, che quasi sembrava paralizzato dall’incapacità di trovare il suo gioco e più che dare vero filo da torcere al moldavo è sembrato cercare le sue sensazioni per tutta la partita. Resta una grande prestazione del campione del 2019, che da lunedì tornerà tra i primi 100 (al n.99) e trova la settima semifinale in tour (prima dal febbraio 2021 a Singapore) e seconda in questo torneo, l’unica volta in cui raggiunse la finale. Affronterà Miomir Kecmanovic, che ha regolato per 7-6(5) 6-3 Marcos Giron, arrivando per la decima volta tra gli ultimi 4 (viene da quattro sconfitte di fila a questo punto di un torneo, compresa quella con Musetti a Napoli), e già apparentemente traendo benefici dal nuovo allenatore, con cui inizierà a collaborare però solo dalla prossima settimana.