J. Sinner b. [WC] T. Griekspoor 7-5 7-6(5)
Jannik Sinner non si ferma più. Il tennista altoatesino centra la settima vittoria consecutiva e la nona finale ATP in carriera, la quinta indoor. L’ultimo sconfitto, in ordine di tempo, per raggiungere questo traguardo è l’olandese Tallon Griekspoor che, davanti al pubblico di casa dell’ABN AMRO Open di Rotterdam, ha dato filo da torcere all’italiano ma si è dovuto arrendere in due tirati set con il punteggio di 7-5 7-6.
Per il nativo di San Candido, che non ha concesso alcuna possibilità di break al rivale pur non servendo al meglio, si trattava di una vera e propria prova del nove dopo aver battuto due giocatori di ben altra caratura rispetto all’olandese – Tsitsipas e Wawrinka – concedendo loro le briciole.
Sinner ha risposto presente a un confronto che poteva nascondere insidie, non solo perché si trattava del primo scontro diretto tra i due e per un tifo decisamente sbilanciato a favore del giocatore di casa, ma anche perché dopo sette successi di fila nell’arco di neanche due settimane, per il n° 1 azzurro e da settimana prossima al dodicesimo posto in classifica ATP poteva subentrare un po’ di fisiologica stanchezza. Ma così non è stato.
Griekspoor si è battuto e ha dato vita a scambi e punti spettacolari, contribuendo a regalare un match piacevole e provando a rimanere sempre a contatto – a livello di punteggio – con l’avversario, ma contro questo Jannik – capace man mano di spazzare via anche la tensione di inizio partita – per spuntarla bisogna giocare alla perfezione dall’inizio alla fine, e ogni sbavatura si paga.
Sinner glaciale nei punti importanti
Se è stato infatti l’equilibrio a regnare sovrano in entrambi i parziali, con il servizio vero padrone dell’incontro, Sinner ha fatto la differenza in tutti i punti che contavano. La sicurezza che ha dimostrato sui 30-30 e i 40-40, specie nei suoi turni di battuta, ha pian piano destabilizzato l’olandese, e gli ha permesso di essere lucido e di piazzare la zampata nei momenti decisivi.
Uno di questi è giunto nel dodicesimo gioco del primo set, quando Sinner ha approfittato delle poche prime del suo avversario per entrare coi piedi in campo e spingere a tutta, nel tentativo di scongiurare un sempre insidioso tie-break. A due punti dalla conquista del parziale, sul 30-30, Sinner costruisce benissimo e battezza il punto a rete, in una delle tante discese vincenti della sua serata, prima di chiudere per 7-5 grazie a un errore dell’olandese.
Il secondo turning point del match si materializza invece nel tie-break del secondo set. Un set ancora una volta con game alla battuta piuttosto rapidi, nessuna chance per un’inversione di tendenza e un conseguente 6-6 è piuttosto scontato. Ed è qui che esce il vero campione e che si manifestano le lacune di chi partite di questo livello non è abituato a giocarle. Sul 5-4 per Jannik, infatti, prima Griekspoor sbaglia un dritto in manovra da fondocampo e, poi, sul 6-5, è l’altoatesino a prendersi la vittoria con un lob di rovescio millimetrico che termina la sua corsa sulla riga. E il bacio verso il cielo a ricordare nonno Josef, scomparso di recente.
I punti decisivi, dunque, quei 4/5 in ogni singola partita equilibrata che i veri fenomeni di questo sport difficilmente si lasciano sfuggire. E Sinner sta imparando a giocarli tutti al meglio. Ora, per vincere il secondo titolo di fila, manca solo un ostacolo, forse il più solido, ovvero Daniil Medvedev.
All’assalto di Medvedev
Il russo ha lasciato solo tre game nell’altra semifinale del pomeriggio a Grigor Dimitrov e sembra aver ritrovato la continuità dei giorni migliori, quella che lo aveva portato a diventare n° 1 del mondo. Un avversario che Sinner non ha mai sconfitto in carriera – i precedenti recitano 4-0 – pur essendoci andato vicino alle Nitto ATP Finals del 2021 – ma per crescere Sinner ha bisogno di sfidare i migliori, e domani ne avrà l’occasione. Intanto, l’altoatesino ha riportato il tennis italiano in finale a Rotterdam 32 anni dopo Omar Camporese. Ma, a questo punto, è legittimo crederci fino in fondo.
(Federico Martegani)