[6] D. Medvedev b. G. Dimitrov 6-1 6-2
Un 6-1 6-2 veritiero ma anche bugiardo, quello fra Daniil Medvedev e Grigor Dimitrov: il russo parte forte, logora il bulgaro con il suo piano di gioco, tiene saldamente il comando della partita. Grigor però ci prova, rimane sempre attaccato al match, e c’è un momento, a metà del secondo parziale, in cui la partita sembra poter cambiare. Ma le tre palle break del bulgaro sul 2-2 si dissolvono in fretta, come lacrime nella pioggia.
IL MATCH – Aspettando Jannik Sinner (19:30), Daniil Medvedev e Grigor Dimitrov si contendono l’altro posto in finale dell’ABN Amro Open. Entrambi vengono da vittorie importanti: battendo Auger Aliassime, il russo ha ritrovato una prestazione solida e convincente contro un top ten, come non gli capitava da molto; Il bulgaro, invece, ha portato a casa una vittoria soffertissima contro Alex De Minaur (7-6 al terzo, due match point annullati, uno realizzato in maniera strabiliante). Rotterdam gli porta fortuna: è già stato finalista qui nel 2018, allora si arrese a Sua Altezza Roger Federer, e la sua prima semifinale è addirittura datata 2013.
4-2 i precedenti per il russo, l’ultimo a Vienna, Il più importante la semifinale dello US Open 2019, quando eravamo all’inizio della parabola vincente (per ora interrotta) di Medvedev. Per il russo questo match può rappresentare una svolta, o perlomeno la conferma del nuovo cammino intrapreso.
Dimitrov, per vincere, deve allontanare Medvedev dal suo inattaccabile feudo, il fondocampo: il bulgaro ci prova fin dal primissimo punto, ma, dopo essersi procurato un’ottima occasione, il suo smash conclusivo si spegne in rete. È la fotografia del match: Medvedev prova a tenere il ritmo basso, a logorare il bulgaro sulla distanza. Il russo si procura una palla break, annullata tuttavia da Grigor che per ora tiene e incamera-dopo 7 minuti-il primo gioco. I successivi trentotto minuti seguono questa trama predefinita ed anzi, ben presto il russo entra in campo e prende il controllo dello scambio. Brekka due volte, sull’1-1 (a zero) e sul 3-1. Dimitrov ci prova, vince come suo solito dei bellissimi punti, ma gli sforzi non ripagano: dopo un lungo sesto gioco in cui non realizza una palla break si ritrova sotto 5-1. Ad ora il bulgaro ha messo in campo sedici prime su diciassette, ma ne ha ricavato soltanto il trentuno per cento dei punti. La sentenza si compie nel game successivo: Medvedev porta a casa 6-1 il primo set, sfruttando l’ultima delle numerose palle break che il bulgaro ha concesso fin qui.
Il secondo parziale prosegue sulla falsariga del primo: già nel secondo game Dimitrov deve fronteggiare tre palle break, cede alla terza. Sul 2-0 40-15 per il russo, la partita sembra indirizzata verso un esito ben preciso. Poi, dal nulla, un lampo: rovescio folgorante, quasi svogliato del bulgaro. Il game, il set, il match sembra d’improvviso mutare: Dimitrov non si risparmia, comincia a vincere quei lunghissimi scambi, si procura una palla break. Lo sforzo psicofisico è finalmente ripagato: il bulgaro riacciuffa la partita, è 2-2. Il momentum di Dimitrov prosegue nel game successivo, quando ottiene tre palle break consecutive. Ma in un lampo-un altro-il russo si riprende in mano il game con qualche servizio vincente, e in quello successivo, per la legge del gol sbagliato gol subito, brekka Grigor e si ritrova 4-2 e servizio. L’ultima demivoleè di Dimitrov, sotto 2-5 15-40, incarna il rimpianto di ciò che il bulgaro non è; qualche istante dopo Medvedev chiude 6-1 6-2. È la sua prima finale dell’anno, da lunedì tornerà in top ten. Jannik Sinner è avvisato.