Visto il successo della scorsa settimana vi proponiamo un altro articolo di approfondimento sul nostro Jannik, uscito purtroppo sconfitto contro un Medvedev che ha alzato i giri del proprio motore e ha mandato al tappeto il nostro. Per la cronaca puntuale del match vi rimandiamo all’articolo a firma di Michelangelo Sottili.
La partita di oggi rappresentava una sorta di test di maturità per l’azzurro che è uscito battuto, ma ha dimostrato di essere sulla strada giusta. Il problema semmai è che per scalzare un top 5 che gioca da tale serva ancora qualcosina.
Riepilogo generale: anche stavolta approfittiamo per presentare una elaborazione nostra delle principali dimensioni di analisi rispetto a servizio e risposta:
i dati sono i seguenti (tutti i valori sono espressi in termini percentuali, lungo gli assi del grafico a “radar”):
- 1st_in à prime di servizio in campo
- 1st_won à punti vinti sulla prima di servizio
- 2nd_won à punti vinti sulla seconda di servizio
- Bp_saved à break point salvati
- Bp_converted à break point convertiti
- 1st_ret_won à punti vinti in risposta sulla prima di servizio dell’avversario
- 2nd_ret_won à punti vinti in risposta sulla seconda di servizio dell’avversario
- Pt_won à punti vinti
- Ret_Won à punti vinti in risposta
- Srv_won à punti vinti al servizi
Il vantaggio di questa visualizzazione è quello di vedere immediatamente la dominanza di un giocatore rispetto all’altro per le varie dimensioni di analisi. Quello che si vede è innanzitutto come il grosso della differenza l’abbia fatta la capacità di Medvedev di elevare la % di prime di servizio in campo dopo il primo set. Di solito a questi livelli un gap di primi di servizio in campo di oltre il 12% è un handicap considerevole e quindi tanto di cappello a Daniil per aver scalato un paio di marce del suo gioco. Interessante invece vedere che a livello di rendimento sulle seconde di servizio Jannik sia riuscito a fare match pari; in realtà si tratta di un dato estremamente confortante considerando la qualità del russo in palleggio e che la partita si sia giocata spesso e volentieri su scambi prolungati. Certo una bella differenza per Sinner rispetto al match di domenica scorsa contro Cressy.
Direzioni al servizio: sulla base del charting (mappatura) che potete trovare in fondo all’articolo – abbiamo rappresentato graficamente nel dettaglio le scelte al servizio dei due giocatori:
I grafici si leggono in questo modo: le frecce azzurre rappresentano le direzioni dei servizi dal lato della parità (con i giocatori che servono da destra verso sinistra). Le frecce gialle invece rappresentano le direzioni dei servizi dal lato del vantaggio (con i giocatori che servono da sinistra verso destra). Lo spessore della freccia da visivamente conto di quanto sia stata pronunciata la scelta di una determinata direzione rispetto all’altra. I valori sono espressi in percentuale, con l’area di servizio che è divisa in 6 aree:
- Servizi dal lato della parità
- Servizi ad uscire (wide)
- Servizi centrali (body)
- Servizi sulla “T” del servizio
- Servizi dal lato del vantaggio
- Servizi ad uscire (wide)
- Servizi centrali (body)
- Servizi sulla “T” del servizio
Con riferimento alle scelte sulla prima di servizio abbiamo delle previsioni abbastanza simili, eccetto la distribuzione della prima ad uscire dal lato della parità. In questo caso Medvedev ha avuto una maggiore decisione nel cercare l’angolo aperto.
Dal lato della seconda di servizio la scelta di Sinner è stata prevalentemente quella di cercare un servizio con rimbalzo centrale, carico di kick, con la volontà di dare pochi angoli a Medvedev in risposta. Dal canto suo il russo sulla seconda ha privilegiato anche in questo caso una maggiore ricerca degli angoli esterni. In termini di efficienza delle scelte invece possiamo vedere che Sinner avrebbe potuto privilegiare maggiormente la prima di servizio ad uscire dal lato della parità, mentre in generale ha avuto difficoltà a mandare fuori posizione Medvedev dal lato del vantaggio: in questa situazione di gioco il russo è stato molto bravo a gestire i servizi esterni di Jannik e a far partire lo scambio spesso e volentieri. Da parte sua invece Medvedev è quasi sempre riuscito a costruirsi situazioni di vantaggio sulla prima riuscendo anche a smazzare i servizi al centro e ad uscire con buona variabilità.
Performance in risposta: entrambi i giocatori sono stati estremante conservativi, in quanto in pochissime occasioni hanno cercato di entrare in maniera incisiva sulla seconda di servizio dell’avversario. In particolare Sinner quando Medvedev ha servito una seconda, nel 12% delle occasioni è riuscito ad essere aggressivo e in tutte quelle occasioni è riuscito a portare a casa il punto. Il problema per l’azzurro è stato che le seconde scodellate da Medvedev sono state veramente pochine, per cui lo spazio probabilmente era poco. Ciò non toglie che col passare del match e con l’aumentare della pressione imposta dal nativo di Mosca una soluzione sarebbe potuta essere un fuori tutto con risposte a tutta. Ecco, questo ad esempio potrebbe essere una chiave per lo sviluppo futuro di Jannik, la capacità di aggredire di Jannik sulle seconde dell’avversario. Medvedev invece, si è sempre placidamente posizionato dai teloni di fondocampo, macinando gioco e riducendo al minimo i servizi vincenti per Sinner.
Eloquente in questo senso la grafica della posizione in risposta del russo, sia sulla prima che sulla seconda di servizio:
Sinner invece ha avuto un approccio pià propositivo, sia sulla prima che sulla seconda, ma che purtroppo come visto non si è trasformato come avrebbe voluto in una maggiore capacità di prendere il comando delle operazioni fin dalla risposta.
Lunghezza degli scambi: merita vedere come questa sia stata una partita particolarmente intensa per gli standard indoor; rispetto ad un match come quello di settimana scorsa fra Cressy e Sinner, nel quale la prevalenza degli scambi brevi era netta, oggi abbiamo avuto un contesto completamente diverso:
La distribuzione è abbastanza chiara: Sinner è riuscito a fare partita pari sugli scambi prolungati, cosa assolutamente non scontata contro un fine tattico e maratoneta come Medvedev. Ma purtroppo il russo ha fatto valere una maggiore efficienza sulla prima di servizio che gli ha consentito di sbattere la porta in faccia all’italiano. Emblematico in particolare il sesto gioco del secondo set, dove Sinner si era trovato nella situazione pià unica che rara di poter disporre di 3 palle break consecutive, ma Medvedev è riuscito a tirare fuori una serie di 6 prime di servizio consecutive, che gli hanno permesso di uscire dalla buca.
Conclusioni: la differenza grossa oggi l’ha fatta la capacità di Daniil di elevare la propria qualità al servizio, un’arma di cui oggi Jannik ancora non dispone. O meglio: il servizio di Jannik funziona, ma ancora non ai livelli della creme de la creme del tennis mondiale; e avere la possibilità di incidere maggiormente e chiudere punti più in fretta alla lunga può dimostrarsi un fattore determinante, specie sulla distanza Slam.