A Belgrado presso il Novak Teniski Center si è svolta la conferenza stampa indetta da Novak Djokovic. Inizialmente prevista per le ore 13 è stata poi posticipata alle 14:20, con la stampa presente che ha prima potuto seguire gli allenamenti del tennista serbo seguiti dal taglio della torta con sopra scritto 377, le settimane passate da numero uno del mondo. Con questa cifra Novak ha raggiunto Steffi Graf per numero di settimane in testa alla classifica mondiale (qui l’articolo di Ilvio Vidovich sul tema). Durante la conferenza stampa, Djokovic non ha dato informazioni che non si sapessero già: giocherà a Dubai, mentre ha chiesto un’esenzione per poter entrare negli Stati Uniti e giocare a Indian Wells e Miami, ma aspetta ancora una risposta.
Così Djokovic: “Per quanto riguarda l’infortunio che ho subito all’Australian Open, è stato risolto, ma non sono ancora al 100%. Le cose stanno andando molto bene. Con il team, abbiamo preso la decisione di andare a Dubai” per l’ATP 500. Mentre restano i dubbi sulla sua partecipazione ai Masters 1000 di Indian Wells e Miami, legata al fatto che Djokovic non ha effettuato la vaccinazione al Covid. Il tennista ha fatto richiesta di un’esenzione alle autorità. “Il procedimento per questo è iniziato. Adesso è fuori dal mio controllo. Mi piacerebbe giocare e sono contento di aver ricevuto l’approvazione dagli organizzatori di Miami e Indian Wells. Spero che i responsabili delle decisioni diano l’approvazione.”
Ringraziamo il collega serbo Vuk Brajovic, presente alla conferenza, che ci ha fornito questo reportage audio e fotografico di quanto avvenuto a Belgrado.
Nella parte finale della conferenza stampa, in cui ha risposto alle domande in inglese, Djokovic ha parlato del suo prossimo record assoluto di settimane al numero uno del mondo: lunedì supererà Steffi Graf arrivando a quota 378. “Steffi Graf è una delle più grandi leggende del nostro sport. La ammiro e la rispetto. Sono lusingato di poter uguagliare il suo record avendo la possibilità di superarla la prossima settimana. Essere il numero uno del mondo e vincere Wimbledon erano i miei sogni da bambino. I record ti stimolano a oltrepassare i tuoi limiti. Sono molto orgoglioso, ma non interpreto mai i miei successi come se fossero solo miei. Sono anche della mia famiglia, che mi sta dietro da tutta la carriera in tutto quello che faccio dentro e fuori il campo da tennis. Sono in grado di girare il mondo perché ho il loro sostegno”.
A Djokovic viene chiesto se Alcaraz può essere considerato il più grande pericolo per la posizione di numero uno del mondo: “Alcaraz sta giocando a un grande livello considerando che è stato fuori per mesi. Tornare e vincere subito significa essere già un giocatore maturo. Mi piace come si gestisce dentro e fuori dal campo, è anche aiutato da un grande team. Lui porta energie nuove nel tennis, una bella personalità, merita grandi cose. Ma credo che il mio principale rivale sia ancora Nadal. Senza nulla togliere ad Alcaraz che sarà la next big thing del nostro sport. Ma la rivalità con Nadal è qualcosa che non puoi cancellare solo perché qualcun altro ha fatto bene nell’ultimo anno. Nadal probabilmente è e rimarrà il mio più grande rivale”.
Il numero uno del mondo conferma di non aver perso le speranze di poter giocare i Masters 1000 di Indian Wells e Miami: “Al momento tutto è in corso di svolgimento. Io spero di essere ad Indian Wells e Miami se le comunità dei luoghi mi accetteranno. Io spero che una positiva decisione arrivi presto, ma la situazione non è nelle mie mani e posso solo aspettare e sperare”. Così Djokovic sulla sua assenza dai tornei americani: “L’anno scorso ho saltato tutti i tornei americani. Spero che la situazione non si ripeta ma tutto quello che posso fare è sperare. La mia posizione è sempre la stessa. Penso che comunque il risultato in Australia abbia dimostrato che il fatto di non giocare diversi eventi non influisce negativamente sul mio tennis. Lo US Open? E’ uno dei più grandi eventi, ovviamente spero di poter essere lì. New York mi riserva sempre una grande accoglienza; quello che ho provato durante la finale contro Medvedev è qualcosa che non mi era mai successo prima. Spero di poter tornare a New York per rivivere quella connessione con il pubblico”.