Non ne sentivamo affatto la mancanza ma la partecipazione di Djokovic a tornei in Paesi che non permettono l’ingresso ai non vaccinati è tornata una questione calda, di cui è inevitabile parlare. In sostanza, è questo uno dei pochi casi che ci ricorda ancora l’esistenza del Covid e dei vaccini, per il resto quasi del tutto spariti da giornali e televisioni. Comunque, già lo scorso settembre l’uomo più potente del mondo – quantomeno sulla carta visto che è il Presidente degli Stati Uniti – aveva sentenziato che la pandemia era finita. Peccato che il suo Paese abbia ancora in vigore una legge che non permette agli stranieri non completamente vaccinati di mettere piede sul suolo americano. Sarà così fino a maggio, dunque questo dovrebbe essere l’ultimo capitolo di una tiritera iniziata a gennaio 2022 in Australia e proseguita durante la scorsa estate con i 1000 nordamericani e lo US Open. E l’esito di quest’ultimo atto non dovrebbe discostarsi, a meno di sorprese al momento improbabili, da quello dei suoi precedenti.
Un mese fa Djokovic ha chiesto un’esenzione per essere al via di entrambe le tappe del Sunshine Double, a Indian Wells e a Miami, ma l’ultimo aggiornamento sembrerebbe cancellare qualsiasi sua speranza: il Senatore Rick Scott ha infatti affermato di aver ricevuto la notizia che il Dipartimento della Sicurezza interna ha respinto la richiesta di Nole. Come abbiamo però imparato nei casi dell’anno scorso, per archiviare definitivamente la questione non basta una parola fine, ma ne servono in quantità indefinita. I tentativi, infatti, vengono portati avanti da più parti e non solo dal serbo che crea involontariamente attorno a sé uno schieramento politico-diplomatico non indifferente. A prendere le sue parti sono stati sia il direttore del Miami Open James Blake che due senatori della Florida, tra cui lo stesso Rick Scott di cui sopra.
Scott e il collega Marco Rubio hanno inviato una lettera al Presidente Biden insistendo sulla necessità di concedere un’esenzione a Djokovic: “Il signor Djokovic è un atleta di livello mondiale in ottime condizioni fisiche che non è ad alto rischio di gravi complicazioni dovute al COVID-19. Sembra illogico e non in linea con le opinioni della vostra amministrazione non concedergli l’esenzione che ha richiesto per potersi recare negli Stati Uniti per competere in un evento professionistico” – affermano i due senatori.
Nel frattempo, si sono uniti al team che sostiene la causa di Nole anche lo US Open e la USTA (Federazione Tennis statunitense): “Novak Djokovic è uno dei più grandi campioni che il nostro sport abbia mai visto. La USTA e lo US Open sperano che la sua richiesta di ingresso nel Paese abbia successo e che i tifosi possano rivederlo in azione a Indian Wells e Miami” – hanno affermato in un tweet pubblicato sulla pagina dello Slam americano.