Un come back amaro per Gaël Monfils. Dopo sette mesi di assenza dalle gare a causa di un brutto infortunio al piede, il 36enne parigino, marito di Elina Svitolina e padre della piccola Skaï (nata lo scorso 15 ottobre), scende nuovamente in campo in quel di Indian Wells; ma il tanto atteso primo turno del torneo californiano si rivela una delusione, poiché Gaël viene nettamente dominato dall’australiano Jordan Thompson con un perentorio 6-3 6-1 in poco più di un’ora, in una giornata particolarmente ventosa.
Intervistato da L’Equipe dopo la sconfitta, il francese mantiene però il suo noto entusiasmo e rivela di avere ancora qualche grande obiettivo, nonostante sia consapevole della sua grande fragilità fisica e che, il ritiro, forse, non è poi così lontano. Attuale n. 210 del mondo, Gaël vanta un best ranking alla sesta posizione condito da 11 titoli in carriera e altre 22 finali.
“È una buona cosa tornare, sentirsi come un vero giocatore di tennis, anche se non è andata come speravo. Non sono riuscito ad adattarmi rapidamente alle condizioni” ha ammesso Gaël a L’Equipe, “È stato difficile giocare contro Jordan, ma è una nuova esperienza, bisogna rimettersi al lavoro e sto ritrovando la routine del tennista“.
Quali sono le sue aspettative in questo momento? “Stavo bene, ho preso il tempo che mi serviva per sentirmi bene sugli appoggi e nei colpi. La gente dimentica che viene curato innazitutto l’infortunio, poi, con la ripresa, ci sono il gomito, la spalla, il polso, il ginocchio… ed è per questo che mi sono preso tutto il tempo necessario per essere competitivo. Ma oggi è stato difficile, con tanto vento, facevo fatica a fare i punti e ho fatto 33 gratuiti, sono tantissimi…“.
Un infortunio al piede lungo e complicato, quello di Monfils... “È un problema subdolo, la guarigione è lunga e capita al momento sbagliato. Sono di ritorno perché mi piace giocare a tennis ma sento che la fine è vicina, va detto... Sono costretto a pormi degli obiettivi importanti per darmi le giuste motivazioni. Spero di poter andare alle Olimpiadi l’anno prossimo“. “La classifica? Mi dico che devo fare molti match se voglio risalire il ranking. Ma, in realtà, ho voglia di divertirmi giocando. Faccio volentieri dei sacrifici ma, onestamente, alcuni un po’ meno. E allora se dovessi partecipare a un torneo tanto per fare, non ci andrei; se decido di gareggiare è per vivere al meglio questi ultimi anni“.
C’è stato un momento in cui forse Gaël ha pensato di smettere? “No, perché uno sportivo non ha mai davvero voglia di smettere. Arrivare a Indian Wells mi ha dato una boccata di ossigeno perché, da quando mi sono infortunato, ho avuto pochi momenti felici. L’unica felicità è essere stato con mia moglie e mia figlia, per il resto, ci sono stati tanti sacrifici. Abbiamo avuto dei problemi personali, non è facile per Elina, con tutto quello che succede in Ucraina. È un accumulo di tante cose sulle spalle. Bisogna reagire, abbiamo delle aspettative e anche gli altri hanno delle aspettative su di noi. A quasi 37 anni è più difficile, poi ora ho mia figlia, domani bisogna ricominciare gli allenamenti, è più difficile. E poi so che adesso, se mi infortuno di nuovo, è finita. Cala il sipario. So che sono appeso a un filo”.