(da Indian Wells, il nostro inviato)
[5]D.Medvedev b. [12]A.Zverev 6-7(5) 7-6(5) 7-5
Il problema di quando vanno in campo uno contro l’altro due giocatori dalle caratteristiche di Daniil Medvedev e Alexander Zverev, è che si rischia di non avere uno spettacolo tennistico granchè brillante o vario. Se poi entrambi non sono troppo in forma, la vicenda diventa facilmente un esercizio di palleggio di altissimo livello, certo, ma più interessante per gli addetti ai lavori e i fanatici della tecnica esecutiva che per gli appassionati generici.
PRIMO SET – Detto questo, nella prevedibile ragnatela di pressione da fondo che è stata il primo set, quello che ha provato con più lucidità tattica a fare qualcosa di diverso, pur se non del tutto consono alle proprie propensioni tecniche, è stato Zverev. Qualche serve&volley a punire la posizione super arretrata di Medvedev in risposta, qualche accelerazione anticipata, qualche palla corta ben accarezzata: il premio è stato il vantaggio di un break all’inizio, 3-1 per lui. Daniil ha però reagito immediatamente pareggiando, e il set è continuato in equilibrio, sempre però con la sensazione che quello più a rischio fosse il russo. Sensazione confermata da una situazione di 0-40 alla battuta, sotto 5-6, in cui Medvedev si è trovato a causa di qualche errore di troppo. Bravo qui Daniil ad annullare i tre set point e ad arrampicarsi al tie-break, che però lo vede commettere un doppio fallo, un paio di gratuiti, e concedere il primo parziale a un Alexander che se lo è decisamente meritato, viste le occasioni avute. Durante la pausa del cambio campo, Medvedev si lancia in uno sfogo ad alta voce rivolto all’arbitro, gridando “questo campo andrebbe vietato, è vergognoso per questo sport, e lo chiamano campo duro? Che vergogna, fa schifo, adesso sarò ancora più lento del campo, puoi darmi anche 5 time violation, non mi interessa. Se permettono che giochiamo su questa roba, allora io mi permetto di fare quello che voglio“. Anche durante il match precedente, contro Ivashka, aveva espresso rimostranze simili, non proprio un atteggiamento positivo insomma.
SECONDO SET – Le cose non migliorano per Medvedev nel secondo parziale, con ben 5 palle break salvata nel primo game, di cui tre consecutive da 0-40, e di nuovo altre 4, risalendo come prima da 0-40 nel terzo. Tre giochi consecutivi al servizio, contando l’ultimo del set precedente, in cui si è trovato 0-40, sono veramente tanti, così come sono tanti i rimpianti per Zverev che non riesce a capitalizzare le opportunità. Poco dopo, sul 3-2 per Daniil, tocca ad Alexander affrontare un break point, e qui Daniil fa prendere un bello spavento all’intero stadio ruzzolando a terra in malo modo dopo essersi impuntato il piede destro nei pressi della scritta “Indian Wells” sul cemento. Per fortuna, non sembra essere troppo grave, anche se la storta c’è chiaramente stata. La partita prosegue, il russo fallisce un’altra palla break, ne salva a sua volta una nel game successivo, e poi, dal 4-3 in avanti, solo le briciole per chi risponde, e arriviamo al tie-break. Onestamente, equilibrio nel punteggio e “sbrocchi” di Medvedev a parte, non una sfida troppo emozionante finora. Un lampo di spettacolo, che infiamma il pubblico, arriva con un gran contro-smash di Daniil, che lo manda in vantaggio di un mini-break, Zverev recupera con un bel passante, ma poi fallisce un dritto e si trova sotto 4-6. Il primo set point svanisce col lungolinea del russo in corridoio, il secondo è quello buono, si va al set decisivo.
TERZO SET – Come si usa dire commentando il calcio, goal mancato, goal subìto. Non aver concretizzato tutte quelle palle break a inizio secondo set, per poi perderlo, costa comprensibilmente qualcosa al tedesco a livello di testa, mentre Medvedev pare aver ritrovato la sua letale continuità. Nel terzo game, un passante del russo seguito da un dritto largo di Zverev mandano Daniil in vantaggio di un break, e paiono liberarlo definitivamente dai suoi fantasmi mentali. Ora Medvedev non sbaglia più, sale 4-2, poi 5-3, ma al servizio per il match sul 5-4, fallisce un match point (palla corta in rete) e si fa raggiungere dall’avversario. Zverev pare non crederci a sufficienza, però, e con un gravissimo doppio fallo si fa brekkare di nuovo. Stavolta Daniil non esita, chiude 7-5, e va ad affrontare da favorito nei quarti di finale Alejandro Davidovich Fokina, precedenti 2-0 per lui.