Le certezze nel torneo femminile di Indian Wells sono rappresentate dalle ottime condizioni fisiche di Iga Swiatek e dalla sua incredibile continuità nel lasciare solo le briciole alle avversarie, in termini di game e punti. Contro Emma Raducanu, la gara è scivolata via senza grossi patemi d’animi. Un primo set molto combattuto, nella quale la n. 1 al mondo ha tirato fuori colpi importanti a dimostrazione di come si sente a suo agio sui campi di Indian Wells: “Il primo set è stato molto tirato, e sono abbastanza contenta di aver giocato in modo più solido nei momenti importanti. Ho cambiato passo a metà del parziale e la cosa mi ha dato grande energia. Alla fine sono riuscita a fare tutte le cose che mi ero prestabilita di fare”.
La cura dei particolari, come il lavoro su sé stessa a livello mentale e poi quello sull’adattamento a seconda delle condizioni climatiche differenti: “Sono felice di questi miglioramenti. L’anno scorso c’erano temperature differenti tra Indian Wells e Miami e ho fatto fatica. In questo sto cercando di crescere ascoltando i consigli del mio team”.
Ma mentre qui si parla di gioco del tennis, di divertimento, di passione, il pensiero va a quelle popolazioni che all’improvviso hanno dovuto rimuovere la parola “sport” dal proprio vocabolario, in quei luoghi dove da un momento all’altro tutto è cambiato. La realtà non può essere scissa dai momenti sportivi e inevitabilmente ansie e preoccupazioni derivanti dalla guerra in atta in Europa sono divampate. Nel circuito WTA sono scoppiate le tensioni nelle ultime ore lasciando strascichi enormi.
Sul ritiro dell’ucraina Tsurenko prima del match contro la bielorussa Sabalenka e sulle dichiarazioni dell’atleta ucraina (a cui ha fatto seguito una piccola polemica col presidente della WTA), ecco il pensiero della polacca: “E’ una situazione difficile, frequente in tutti gli sport. C’è una guerra in atto e le tensioni sono all’ordine del giorno. Secondo me serve chiarezza da parte della WTA, per ridurre i fraintendimenti e per capire cosa è giusto e cosa non lo è. Capisco e comprendo pienamente il perchè si sia ritirata. Non è facile scendere in campo e sapere che stanno bombardando il tuo paese di origine, è davvero terribile. Ci stiamo preoccupando molto di tennisti russi e bielorussi, quando, invece, la nostra posizione dovrebbe essere d’aiuto per quelli di nazionalità ucraina. Hanno bisogno di sostegno psicologico e di tutto quello che serve per aiutare le loro famiglie. In questo cercherò di essere d’aiuto, perchè secondo me quello che è stato fatto finora non è sufficiente. Serve pensare a come fermare l’aggressione russa e consentire a tutti di tornare alla normalità: su questo stiamo peccando“.
Sente grande responsabilità la n. 1 al mondo nei confronti di bambini e tifosi: “Noi tennisti siamo fortunati rispetto alla maggior parte delle persone che in Russia, Bielorussia e Ucraina hanno perso il lavoro a causa della guerra. Con i soldi che stiamo guadagnano noi ci sentiamo al sicuro, mentre le difficoltà sono altrove. Capisco perchè si sia ritirata e spero che torni in campo il più presto possibile. Noi guadagniamo così tanto perchè siamo chiamati a dover diffondere dei valori, a dare esempi positivi. Ed è per questo che sono pronta a prendermi le mie responsabilità per aiutare gli altri”.
Swiatek poi torna a parlare di tennis ed è pronta per il match con Sorana Cirstea nei quarti di finale del 1000 californiano: “Ci alleniamo insieme e la conosco benissimo. Ha grandi doti e so quali sono le sue potenzialità. Un anno fa ci incontrammo all’Australian Open e fu una gara molto importante. Ma ora le condizioni sono completamente diverse, per cui devo farmi assolutamente trovare pronta“.