[1] I. Swiatek b. S. Cirstea 6-2 6-3
Iga Swiatek vola in semifinale al BNP Paribas Open sull’onda della sedicesima vittoria stagionale. A farne le spese è Sorana Cirstea, scesa al n. 83, che in ogni caso dovrebbe essere contenta del proprio torneo in cui spicca lo scalpo della numero 5 del mondo Caroline Garcia. Troppo superiore Swiatek perché l’ex n. 21 WTA (nel 2013) possa avere recriminazioni oltre le poche prime messe in campo nel primo parziale e qualche errore inevitabile quando ti ritornano palle che con altre sono vincenti. Perché non ha giocato male, Sorana, anzi, ma Iga ha concesso davvero poco in termini di gratuiti, in difesa ha come sempre costretto a rischiare due o tre volte (due o tre di troppo) e quando ha preso in mano lo scambio si è aperta benissimo il campo. Per lei un paio di passaggi a vuoto che ci stanno quando sei avanti e senti che non è la giornata in cui puoi perdere. Per ogni euro puntato sulla sua vittoria di Swiatek, i bookies pagano tra gli uno e i sei centesimi.
Tornando a Cirstea, se ne va con nove posizioni guadagnate in classifica (l’anno scorso, da 27a del ranking, era giunta agli ottavi) e con la fiducia che le arriva dai primi frutti della collaborazione con Thomas Johansson, suo coach dalla fine della scorsa stagione. Il quale, ha detto Sorana a Courtney Nguyen, “sta migliorando tanti aspetti del mio gioco. Era bravo a leggere il gioco e gli avversari e ora me lo sta insegnando”. Se tante ripetono ‘io penso al mio gioco’, “lui mi sta aiutando a vedere il tennis con occhi diversi, a essere più intelligente in campo”.
Primo set – Una distrazione di Iga regala la fuggevole illusione di una partita
L’unico precedente risale a poco più di un anno fa, quando all’Australian Open Swiatek vinse in rimonta. Forse anche per questo stavolta parte subito forte, tiene la battuta e strappa quella rumena, con Cirstea che cerca l’aggressività, ma la maggior parte delle volte o non fa male e subisce l’immediato ribaltamento dello scambio o va fuori giri. Sorana non fa una piega, un paio di errori polacchi la rassicurano e così spinge ancora di più: qualche schiocco di palla sul piatto corde e il break è recuperato.
È però un’impresa fare punto alla numero 1 del mondo, il cui enorme valore aggiunto sono le capacità difensive. Swiatek non è semplicemente il corrispettivo WTA di Nole: è un Djokovic in un Tour dove il secondo per elasticità, atletismo e rapidità al servizio di difesa e contrattacco è Taylor Fritz (con il peso di palla di Juanma Cerundolo). A proposito di servizio, nel senso del colpo, la prima di Sorana latita ma quando entra viaggia, la usa per procurarsi palle da chiudere e aggancia sul 2 pari.
Con un po’ di fortuna Swiatek chiude un quinto gioco che stava per complicarsi, approfitta di troppe seconde avversarie (una anche fuori bersaglio) e in un attimo sale 5-2. il problema è che, quando Iga tira una catenata bimane lungolinea fa punto, quando la tira Sorana, l’altra ci arriva più spesso che no. Cirstea annulla un match point con l’ace e si procura la palla per restare a galla con la smorzata (la prima del match in assoluto), ma Swiatek ha aggiustato la misura sul rovescio e si prende il parziale senza ulteriori indugi, facilitata (non che ne avesse particolare bisogno) dal 45% di prime dell’altra.
Secondo set – Pericolo di bagel sventato
Iga parte con la malcelata intenzione di mettere a segno il 53° 6-0 della sua carriera. Al servizio, la classe 1990 di Bucarest privilegia il controllo rispetto alla potenza, ma subisce due break senza creare alcun fastidio in risposta. Una fase del match in cui si rischia di distrarsi notando che entrambe sono alte 176 cm (misura che nessun giocatore ATP eguaglia). Rimane invece centrata Sorana ed è allora pronta ad approfittare di un piccolo passaggio a vuoto di Swiatek per dimezzare lo svantaggio.
Iga si scioglie un po’ il braccio, non forza la prima, ma l’altra, pur restando in scia, non riesce ad approfittarne e Swiatek chiude al secondo match point dopo 82 minuti. Sedicesima vittoria, dicevamo, a fronte di tre sconfitte e al prossimo turno l’aspetta proprio l’artefice della più pesante delle tre, quella agli ottavi dell’Australian Open. In semifinale sarà quindi rivincita con Elena Rybakina, vincitrice in tre set di Muchova.