La sfida tra le due campionesse dello US Open Bianca Andreescu ed Emma Raducanu al Miami Open presented by Itaú si è risolta con la vittoria in tre set della canadese, mostrando scampoli di buon tennis da parte di entrambe che lasciano viva la speranza di rivederle ai livelli migliori. D’altra parte, Andreescu è una classe 2000 e Raducanu è addirittura di due anni più giovane. Se Bianca ha dovuto fare i conti con ripetuti problemi fisici, Emma sta scontando le stesse pene, sorte nella passata stagione ma non ancora alle spalle. Dopo il verdetto del campo, ecco dunque le loro considerazioni.
Partiamo dalla britannica che a proposito del match dice: “Sapevo che sarebbe stata dura. Siamo due buone giocatrici e abbiamo vinto uno Slam. Era una sfida complicata, ma ci sono stati sprazzi di ottimo tennis”.
D. Dicevi al tuo team che il polso ti creava problemi…
“È qualcosa che sto gestendo da un po’, dovrò capire quali passi fare. [Sentirò altri pareri perché] sono in grado di giocare nel breve periodo, ma le soluzioni attuali non sono praticabili a lungo termine.”
Gran livello nel secondo set, specialmente sul 4-3. Pensavi di mantenere l’inerzia? Cos’è andato male nel terzo?
“Nel primo game del terzo ho risposto sullo 0-40, lei ha servito bene, io ho sbagliato una risposta sulla seconda cercando di entrare perché ero a sfavore di vento. Ho cercato di tirare i miei colpi, ma semplicemente non entravano. Sono però contenta di averci provato senza limitarmi a rimetterla. Penso di aver giocato nel modo giusto.”
Hai messo una percentuale di prime più alta della media. Ci hai lavorato?
“Sto lavorando per forzare di più sulla prima perché sulla seconda ho un’ottima percentuale di punti vinti.”
A che punto diresti di essere dopo questa prima parte di stagione?
“Credo di stare facendo le cose giuste e ciò mi dà fiducia. Quest’anno è difficile perché ho a che fare con degli infortuni preesistenti. È snervante e frustrante perché sto lavorando al meglio e mi diverto durante i match.”
Giocherai Stoccarda ma non la Billie Jean King Cup, come hai preso la decisione? Sembra che tu debba partecipare a un altro tie per poter giocare alle Olimpiadi di Parigi. Sono importanti per te?
“A causa dei miei problemi fisici, il consiglio dei medici è stato di non cambiare superficie troppo rapidamente, ma mi sarebbe piaciuto giocare. E, certo, vorrei andare a Parigi.”
Per quanto riguarda Andreescu, comincia definendo “folle” quell’ottavo gioco da ventisei punti che ha deciso il secondo set: “Non penso di averne mai giocato uno del genere in vita mia, roba da 22 minuti, lei ha giocato davvero bene. Ma io sono rimasta fedele al mio piano e ciò ha aiutato”.
Cosa pensi del gioco di Emma? E cosa credi che abbia funzionato tatticamente contro di lei?
“Credo stia giocando molto bene. Onestamente, fa piacere perché non ha giocato molto a causa degli infortuni. Riesco a comprendere la sua situazione. Spero di poterci parlare, abbiamo tanto in comune: è rumena ed è nata a Toronto. Se continua così, può tornare in top 10. Oggi sarebbe potuta finire in entrambi i modi. Ho cercato di essere aggressiva quando potevo. Il servizio ha funzionato alla grande.”
Qui a Miami hai fatto finale nel 2021, ti sei ritirata durante il match contro Barty dopo aver battuto Maria Sakkari, la tua prossima avversaria.
“Avevo una frattura da stress al piede. Mi si è girato e non volevo peggiorare la situazione. Maria sta giocando bene, speriamo di mettere in piedi un bello spettacolo per voi.”
Fai ancora meditazione?
“Sì, non ho perso un giorno di meditazione in tre o quattro anni. Mi ha cambiato la vita e consiglio a tutti di provare.”
La numero 1 Iga Swiatek ha detto che tu cambi spesso il ritmo del tuo gioco, è difficile da gestire per le altre. Come descriveresti il tuo stile?
“Sì, amo variare il ritmo quando posso, lo faccio da quando ho iniziato a giocare perché tendevo ad annoiarmi in campo e allora provavo cose diverse per renderlo divertente. Mi ha aiutato tantissimo. A volte mi mette nei guai perché sento di avere tante soluzioni in una sola volta che un po’ mi distraggo o magari scelgo il colpo sbagliato. Ma è molto efficace e giocherò così per sempre (risata).”
Sulla carta, i tuoi risultati non impressionano le persone che non ti vedono giocare, ma credi di essere sul punto di qualcosa di grande?
“Non voglio mettermi pressione, viene quello che viene. Ma vorrei vincere al più presto un altro Slam, un altro 1000. Magari qui. Ma nessuna pressione, certo (risata).”