Un Alessandro Giannessi tenace, generoso e indomabile, trionfa al Challenger 75 di Zara (terra battuta outdoor), uscendo vincitore da una finale drammatica, durata oltre tre ore, contro l’austriaco Sebastian Ofner. Il 26enne originario di Bruck An Der Mur (n.137 ATP), da italiano adottivo come si considera (ricordiamo che gioca la Serie A con Verona), interpreta ogni match contro i giocatori italiani con la grinta che si riserva ai derby. Come aveva confermato anche in questi giorni con le vittorie su Matteo Gigante nei quarti e su Flavio Cobolli in semifinale. Ma il 32enne tennista spezzino in questa stagione sembra non avere paura di nessuno e sta vivendo una seconda, splendida giovinezza come confermano il differenziale vittorie/sconfitte (15-8) decisamente positivo e gli ottimi risultati già ottenuti come la semifinale a Tigre 2 in gennaio e i quarti a Tenerife 3 un mese dopo.
In ogni caso sulla terra croata l’azzurro se l’è vista decisamente brutta con Ofner gli ha reso la vita durissima, come testimonia il punteggio 6-4 5-7 7-6(6). In particolare con un terzo set vissuto tutto sulle montagne russe: Alessandro infatti andava in fuga portandosi sul 4-0 e quando i giochi sembravano ormai fatti improvvisamente gli si spegneva la luce, fino a ritrovarsi sotto 5-4. A questo punto il match cominciava ad assumere i contorni dell’ennesima occasione sfumata, senonché, con uno dei classici capovolgimenti che regalano le partite dove il servizio non fa la differenza, era lo spezzino che andava a servire per il match sul 6-5. Non riusciva però a trasformare un match point e così si decideva tutto nel tie-break dove sul 6-5 era Ofner ad avere sulla racchetta una palla match. Ma Giannessi non era arrivato fin lì solo per fare i complimenti all’avversario e l’occasione per tornare alla vittoria dopo oltre tre anni era davvero troppo ghiotta. Così, nel breve volgere di qualche scambio, era il turno dell’azzurro di servire per il match, e questa volta non falliva l’occasione, dando poi libero sfogo a tutta la sua immensa gioia. Per lui è il quarto successo Challenger in carriera (Stettino 2016, Banja Luka 2018 e Vicenza 2019 i precedenti) che gli permette di risalire alla posizione n.216 ATP, ancora lontano dal suo best (n.84) risalente al 2017. Ma al momento queste considerazioni sono del tutto marginali perché la cosa importante è aver ritrovato un giocatore che un po’ ci era mancato, con quella sua elegante sbracciata mancina e quella voglia di non arrendersi mai.
Abbiamo contattato Alessandro mentre era già in macchina per trasferirsi a Sanremo dove la prossima settimana sarà tra i protagonisti del Challenger ligure. Gli abbiamo chiesto un commento a caldo. “E’ stata davvero una battaglia e purtroppo sul 4-0 del terzo set ho cominciato a spingere un po’ meno proprio mentre lui stava crescendo. Aggiungi poi che stava anche arrivando la stanchezza perché eravamo già verso le tre ore di gioco. Comunque ci sta, fa parte del tennis. Anch’io ho vinto tante partite che sembravano perse e quindi, tutto sommato, poteva starci anche il contrario. E’ un successo che fa bene, dà fiducia per i prossimi tornei e conferma come stia bene sia di testa che di fisico. Gli anni ci sono ma la voglia anche”.