Giornata in quel di Miami dedicata per quanto concerne il seeding maschile alla disputa dei secondi turni mancanti, ovvero l’esordio nel torneo delle teste di serie della parte bassa del tabellone e allineare così il draw ai sedicesimi di finale. Dopo le sconfitte italiche targate Berrettini e Musetti, a far da contro altare al successo di Sonego, facciamo una rapida scorsa dei match più intriganti del programma odierno.
[8] H. Hurkacz b. [LL] T. Kokkinakis 6-7(10) 7-6(7) 7-6(6)
In quella che senza dubbio alcuno passerà agli archivi della storia tennistica relativa alla stagione 2023 come una delle migliori partite dell’anno, per le emozioni e il pathos trasmessi, il campione dell’edizione 2021 del Miami Open Presented By Itaù Hubert Hurkacz ha salvato un totale di 5 match point prima di ottenere una memorabile vittoria ai danni di Thanasi Kokkinakis al termine di un epic thriller che ha visto andare in scena ben tre tie-break: il polacco ha infatti rimontato con lo score di 6-7(10) 7-6(7) 7-6(6).
La testa di serie numero 8 ha cancellato la prima triade di match ball nel gioco decisivo del secondo parziale mentre gli ultimi due nel tie-break finale riuscendo così alla fine a centrare il passaggio ai sedicesimi di finale, dove troverà il francese Adrian Mannarino che ha estromesso la tds n. 32 Ben Shelton per 6-4 3-6 6-1, dopo 3h34‘ minuti di scontro che lo rendono – finora – l’incontro maschile al meglio dei tre set più lungo del 2023.
“È difficile da spiegare quello che è successo. Ero conscio del fatto che lui stesse esprimendo un buon tennis, e quello che ho fatto è stato semplicemente cercare di rimanere in partita anche dopo aver perso il primo set sapendo di avere ancora possibilità per competere per la vittoria della partita. In ogni caso, anche se avessi perso non mi sarei potuto rimproverare nulla avendo affrontato la sfida col giusto atteggiamento e mettendo sul campo un ottimo livello di gioco“, ha così commentato a caldo la sofferta affermazione sul ripescato australiano, il semifinalista di Wimbledon 2021.
Hubi ha frantumato le prime tre palle match, rispettivamente le prime due consecutive sul 4-6 e sul 5-6 con l’ausilio del servizio: soprattutto però sul primo di questi si concentrano maggiormente i rimpianti del n. 94 ATP, dato che Kokki ha sbagliato una comoda volée di dritto sopra la rete. Successivamente sia il secondo che il terzo, quest’ultimo maturato sul 6-7 e con il 26enne di Adelaide stavolta ad avere anche l’aggravante della battuta a disposizione, sono volati via mancando un paio di dritti.
Tuttavia nella cinquina dei match point sfumati, quelli più sbalorditivi nella modalità con la quale non sono stati trasformati – o se volete annullati – sono sicuramente stati i due in rapida successione nel decidig game della terza frazione: sul 6-4, Kokkinakis al servizio per ben due volte non è stato in grado di chiudere la pratica. In questo caso anche per meriti del polacco, che in particolare sul primo ha estratto fuori dal cilindro dopo un’insidiosa prima slice al corpo del giocatore aussie un’eccezionale risposta vincente sulla riga togliendosi di fatto la palla di pancia: un’esecuzione dal coefficiente di difficoltà estremamente elevato a tal punto che l’incredulità era talmente chiara sul volto del povero Thanasi, che non appena ha visto atterrare il colpo avversario sulla parte biancastra del campo è rimasto pietrificato da ciò a cui aveva assistito.
Al contrario del suo dirimpettaio di campo, il n. 9 al mondo si è dimostrato super cinico concretizzando il primo ed unico punto partita avuto a disposizione, sul 7-6, grazie ad una strabiliante e arcigna difesa che ha finito per forzare l’errore del tennista di origini greche. A stravincere comunque su tutto è stata l’atmosfera che si è creata sul Grandstand, a partire dal primo tie-break in cui l’australiano ha provato ha trascinare il pubblico dalla sua cancellando la bellezza di 6 set point all’avversario, tra cui i primi tre consecutivi dal 6-3 al 6-6, prima di intascarsi la frazione al secondo tentativo.
In tutta la partita si sono materializzati soltanto due break, uno a testa, con bottini al servizio da 21 ace per Hurkacz e 23 per Kokkinakis. Come detto, questa sfida segna un nuovo primato per il 2023 andando a superare di otto minuti i due match che sino a prima del torneo detenevano a pari merito lo status di scontro maschile al meglio dei tre più lungo della stagione, curiosamente due sfide fratricide: 3h26′ infatti erano servite a Tommy Paul per avere la meglio nel derby a stelle e strisce contro Taylor Fritz nella semifinale dell’ATP 500 di Acapulco con il punteggio di 6-4 6-7(2) 7-6(2); identica durata anche per il primo turno del ‘250’ di Cordoba vinto dall’ottavofinalista dell’ultimo Roland Garros Bernabé Zapata Miralles su un altro iberico, Roberto Carballes Baena, in rimonta per 6-7(3) 6-3 7-5.
[5] F. Auger-Aliassime b. T. Monteiro 7-6(5) 7-6(8)
Ritornato ad assaporare il suo best ranking di n. 6 ATP nell’ultima classifica stilata, Felix Auger-Aliassime ha dovuto far fronte ad ogni grammo della sua esperienza a certe latitudini del circuito per superare una versione coriacea e vivace anche su un terreno molto rapido come quello della Florida, del terraiolo brasiliano Thiago Monteiro.
Il canadese alla fine si è imposto – anche lui – con un doppio tie-break, 7-6(5) 7-6(8), sul mancino sudamericano. Il buon Felix, infatti, è stato costretto a dover vedere i sorci verdi prima di poter incamerare la partita, mancando ben quattro match point all’interno di uno psichedelico dodicesimo game del secondo parziale. Per fortuna del vincitore dell’ATP 250 di Firenze, sulla quinta chance è corso in soccorso il n. 81 del mondo che mettendo larga una volée ha permesso al 22enne di Montreal di chiudere la pratica dopo aver sudato le proverbiali sette camicie in poco più di 2ore e 40minuti.
“Dopo aver vinto il primo set, mi sono sentito decisamente meglio, più sollevato. Questo perché mi ero finalmente dato delle concrete possibilità di raggiungere la vittoria. Lui stava giocando veramente molto bene, servendo alla grande e impattando straordinariamente da fondocampo. Quindi il mio obiettivo era semplicemente quello di dover continuare a condurre, continuare a provarci anche quando sbagliavo e andare avanti rimanendo positivo. Penso che questa sia stata la vera chiave oggi per rimanere forte e centrato mentalmente“. Questa l’analisi a bordo campo della sua prestazione da parte di FAA.
Dunque il passaggio ai sedicesimi di finale, seppur molto faticosamente, è stato agguantato dal tennista originario del Togo che ora cercherà di dare continuità ai piazzamenti ottenuti negli ultimi sei eventi Masters 1000, in cui ha sempre raggiunto i quarti. Tuttavia ancora non riesce a compiere quell’ultimo e definitivo salto di livello per poter realmente competere per la conquista del titolo, e sicuramente molto in tal senso dipenderà dalla sua capacità di alzare la qualità del suo tennis nei momenti chiave. Da questo punto di vista, almeno sul piano mentale, il coraggio mostrato per uscire indenne dalla trappola costruita ad hoc da un infuocato Monteiro rappresenta un deciso passo in avanti.
Nel primo set, il brasiliano è stato abile nel cancellare due set point servendo indietro 4-5 ma successivamente nulla ha potuto per bloccare l’ira di Felix nel tie-break. Il vantaggio cruciale nel sempre dirimente dodicesimo gioco, Auger se l’è procurato grazie al mini-break ottenuto sul 4-3 mediante un rovescio vincente a dir poco frizzantino.
Nonostante la perdita del parziale al fotofinish, il giocatore inferiore non si è sdraiato dinanzi al tennista più quotato lasciandogli strada spianata alla ripresa delle ostilità come spesso accade quando va in scena un primo set molto equilibrato in cui lo sfavorito ha over performato. Il 28enne di Fortaleza ha così salvato con grande autorità tutti e tre i break point offerti nel secondo atto per forzare un altro jeu décisif, che si è rivelato il vero frangente clou di una sfida comunque molto accattivante nel suo complesso. Nel momento della verità, a decretare quella minima differenza nel punteggio è stata la maggiore potenza di cui dispone il servizio di Aliassime che ha risolto per il classe 2000 un enigma assai difficile.
La quinta testa di serie del tabellone maschile del Miami Open ha trasformato l’86% (37/43) dei punti iniziati con la prima scagliando anche 12 ace, numeri che lo hanno aiutato a portarsi sul 3-0 nel bilancio degli scontri diretti con Thiago. Al prossimo turno per lui, un altro sudamericano: il semifinalista del 2022 Francisco Cerundolo, l’argentino ha eliminato il lucky loser di casa Aleksandar Kovacevic con un duplice 6-4.
La sfida con il maggiore dei fratelli bonarensi sarà il remake del terzo round consumatosi esattamente 12 giorni fa ad Indian Wells , dove a spuntarla in due partite fu il canadese.
[4] D. Medvedev b. R. Carballes Baena 6-1 6-2
Esordio invece sul velluto per Daniil Medvedev, che ha impiegato appena un’ora e tre minuti per liquidare il malcapitato iberico Roberto Carballes Baena smarrendo per strada soli tre game: un 6-1 6-2 che non si presta a chissà quali dinamiche laboriose di interpretazione. Una partenza nel torneo, quella del russo, decisamente scattante in perfetta sintonia con la rapidità del campo offerta dall’Hard Rock Stadium e che si confà a puntino con i colpi bassi, piatti e filanti dell’orso di Mosca, che difatti è stato immortalato sorridente durante il warm-up pre gara andato in scena nel pomeriggio locale. Uno stato d’animo diametralmente opposto a quello vissuto in California, dove invece i campi del Tennis Paradise si erano rivelati troppo abrasivi per i suoi standard.
Il campione dello US Open 2021 ha messo a segno ben 18 winners a fronte dei cinque dell’avversario. Una sfida fin da subito amministrata serenamente da Daniil, che gli ha permesso di poter sperimentare facendo uso costante del drop-shot: un’arma dannosa nei suoi confronti durante la finale del BNP Paribas Open, visto che è stata utilizzata a più non posso da Alcaraz sfruttando la lontananza dalla linea di fondo del rivale.
“Dopo il mio match con Carlos ho pensato che dovevo usare di più questa soluzione in partita”, ha commentato ironicamente Medvedev sul costante ricorso alla smorzata per poi chiosare: “Mi sono sempre piaciuti i drop shot, ma non è un’arma che fa parte del mio gioco. Perciò non mi vedrete mai utilizzarla cinquanta volta in una partita. Devi avere tanta fiducia nell’esecuzione e oggi debbo dire che ha funzionato abbastanza bene“.
Ora per il n. 5 ATP il cammino proseguirà contro lo slovacco Alex Molcan (n. 56 ATP), che ha fatto fuori il nipponico Yoshihito Nishioka per 7-6(5) 1-6 6-2. Ricordiamo che Medvedev va a ciaccia del quarto titolo del suo 2023, dopo i tre conquistati in altrettante settimane tra Rotterdam, Doha e Dubai, e nel frattempo proverà a mettere in piedi un’altra striscia vincente dopo quella interrottasi a IW di 19 vittorie in fila.