I treni che passano, le storie che si intrecciano. Un vagone aperto e un tuffo per salirvi e cominciare a scalare posizioni. La vita è strana e alle volte ti riserva delle gioie inaspettate. Christopher Eubanks è l’uomo del momento per l’America tennistica. Il classe ’96 nativo di Atlanta non si ferma più e, dopo aver eliminato Mannarino, si regala i quarti di finale del Masters 1000 di Miami con Daniil Medvedev.
Eubanks è il volto nuovo di una Nazione che poggia i suoi recenti successi tennistici sulle imprese di Taylor Fritz ma non solo: non c’è nessun campionissimo, ma tanti buoni/ottimi giocatori. Sono 13 quelli nei primi 100 del mondo nel ranking ATP di questa settimana. Tra questi ci sarà da lunedì anche Christopher: sicuro di entrare nella Top100, dopo aver cominciato l’anno da 120, Eubanks è il volto felice e sereno di chi ce l’ha fatta, di chi ha trasformato in oro l’occasione ricevuta. Piace alla gente perché emoziona e si emoziona. Le lacrime in campo sono vibrazioni positive che fanno bene a tutti, spettatori e tennisti. Dai Challenger a una crescita graduale ma significativa, grazie alla quale ha ottenuto 26 vittorie e 10 sconfitte nell’arco temporale che dall’UsOpen 2022 raggiunge l’edizione 2023 del Masters 1000 di Miami. Ha giocato in due tabelloni principali degli Slam ed è approdato a due finali Challenger perse contro l’astro nascente Ben Shelton. Il tutto sotto lo sguardo attento del suo allenatore, il giovanissimo Ruan Roelofse, ex giocatore sudafricano di appena 33 anni.
Fuori Coric, poi Barrere, adesso Mannarino che è stato incapace di concretizzare le chances avute nei momenti decisivi del match. Il francese ha trasformato una sola delle nove palle break avute e a fine gara ha raccontato a “L’Equipe” quanto sia difficile giocare contro Christopher attualmente: “Gli riesce tutto, malgrado tatticamente non giochi in maniera perfetta. Procede all’indietro ma da qualsiasi posizione e con qualsiasi colpo pesca il vincente”.
A 26 anni non si è lasciato sfuggire l’opportunità di crescere e migliorare, della serie “gli esami non finiscono mai”. Il lavoro ripaga e ora lo porta ai piedi di un gigante, Daniil Medvedev, reduce, anche lui, da due mesi stratosferici, rallentati solo dalla sconfitta in finale sul cemento di Indian Wells.
Di sicuro quella di Eubanks è la storia del torneo di Miami, una storia meravigliosa di chi non si arrende: immaginava di entrare più rapidamente tra i Top100 e invece la sua crescita è stata frenata anche dal Covid. Dopo tante peripezie eccolo qui a godersi i quarti di finale di Miami. Stavolta niente lacrime, ma la promessa di crescere ancora: “Quando sono sceso in campo ho pensato solo a mantenere il servizio che è l’unica cosa che posso controllare veramente. Per il resto Adrian è molto esperto per cui sono stato molto bravo a trovare il vincente in alcuni momenti delicati”.
Non nega di aver chiuso gli occhi su alcuni cambi di direzione e di aver esultato perché sono rimasti in campo al momento giusto: “Non so come, ma certi colpi sono entrati e ora sono ai quarti di finale e mi godo questo momento“, ribadisce Eubanks. Prova a mettere i sentimenti in una teca e si sta isolando dal mondo esterno, anche se sa bene quanto affetto nutrano per lui anche i suoi tennisti connazionali. Mackenzie McDonald, per esempio, gli ha mandato un bel messaggio: “L’ho ringraziato di cuore e gli ho detto che qui non ci sarei stato se non avessi avuto lui e la mia famiglia ad affiancarmi lungo il percorso”.
Tutti ripropongono quello che ormai è diventato un tormentone targato Eubanks: “it feels good”!