(da Miami il nostro inviato)
[10] J. Sinner b. E. Ruusuvuori 6-3 6-1
Non conosce ostacoli la marcia di Jannik Sinner al Miami Open presented by Itaú. In un’altra straordinaria dimostrazione di superiorità ha regolato in poco più di un’ora il finlandese Emil Ruusuvuori, contro cui solo 12 mesi fa su questi campi aveva dovuto salvare un match point al primo turno.
Un dominio quasi schiacciante negli scambi da fondocampo che ha costretto Ruusuvuori a giocare fuori ritmo e a spingersi in zone del campo a lui non troppo congeniali, finendo per fargli commettere ben 29 errori gratuiti.
PRIMO SET – Che potesse essere una gara contro il tempo (meteorologico e cronometrico) si era capito dalle previsioni che non lasciavano troppo scampo a questa ipotesi di pomeriggio di tennis all’Hard Rock Stadium. Già alle 15, ora d’inizio della partita, il cielo era piuttosto coperto e la situazione è andata via via peggiorando con il passare dei minuti e dei game.
Inizio secondo copione con palleggi sostenuti da fondocampo, Ruusuvuori rimontava da 0-30 con buona autorità al terzo game, Sinner si salvava con un servizio vincente dalla prima palla break, ma poco dopo il colpo di accelerazione di Sinner da fondo era efficace per passare a condurre 3-2.
Questo sorpasso al quinto game pareva sufficiente a Sinner per tenere la testa con un “tempo sul giro” sufficientemente competitivo da essere inattaccabile per Ruusuvuori, sempre sotto pressione sulla seconda e mai davvero in gara sul servizio dell’altoatesino.
Mentre Sinner serviva per il 5-3 il campo centrale sembrava trasformato in una discoteca, con i “LED wall” (i tabelloni a bordo campo fatti di LED luminosi) decisamente troppo potenti per le condizioni che si erano fatte davvero scure per metà pomeriggio: ci si fosse trovati a Indian Wells, dove i riflettori venivano accesi già alle 16.30 anche in giornate di pieno sole, probabilmente si sarebbe giocato sotto le luci artificiali, ma qui si proseguiva in un’atmosfera cupa, resa tale anche dal tetto dell’Hard Rock Stadium che toglieva la poca luce disponibile.
Dopo 36 minuti una risposta di rovescio incrociata di Sinner chiudeva il primo parziale con il secondo break, un primo parziale nel quale ognuno dei due giocatori aveva messo a segno più errori che colpi vincenti (7-11 Ruusuvuori, 8-12 Sinner), ma nel quale Sinner era sempre apparso in controllo delle operazioni.
SECONDO SET – Come accade alla plancia delle vetture quando si accendono i fari, anche il LED wall dello Stadium Court veniva adattato alle condizioni di luminosità di questo buio pomeriggio e tornava a inserirsi delicatamente nel contorno del campo invece di infuocarlo. Ciò che invece era infuocato era il buon Sinner dalla maglia bordeaux, che in abbrivio di parziale siglava un 9-2 (13-2 considerando anche gli ultimi punti del primo set) che lo mandava avanti di un break, dopo un paio di minuti durante i quali sia i giocatori sia l’arbitro avevano passato più tempo a scrutare le nubi che a guardare il campo.
Dopo 47 minuti di gioco effettivo la pioggia arrivava davvero, e alle 15.58 locali i giocatori guadagnavano lo spogliatoio per cominciare la loro attesa. Il tempo (meteorologico) aveva vinto la prima corsa contro il tempo (cronometrico).
Ci volevano due ore e 10 minuti prima che si tornasse a riprendere, dopo che il deejay dell’Hard Rock Stadium aveva dato sfoggio di una playlist che copriva quasi sette decenni. Per Sinner era come se nulla fosse successo: teneva con enorme disinvoltura i suoi turni di battuta, costringeva Ruusuvuori ad annullare una palla dello 0-4 e due game più tardi, dopo che il finlandese aveva mancato abbastanza grossolanamente almeno due chance del 2-4, andava a servire per il match sul 5-1.
L’impressione netta era che Ruusuvuori si sentisse costretto a giocare con margini molto risicati per la necessità di mettere in difficoltà Sinner nel palleggio, e per questo finisse per sbagliare più del suo solito.
Con un ace finale Sinner chiudeva la partita in un’ora e 14 minuti raggiungendo la seconda semifinale consecutiva in un torneo Masters 1000, la terza in totale.
Questa vittoria di Sinner consolida la sua possibile presenza tra i Top 10 a partire da lunedì prossimo: solo una vittoria del torneo da parte di Khachanov in finale su Taylor Fritz potrebbe impedirgli di rientrare nei primi 10 della classifica. In semifinale Jannik ritroverà uno dei due giocatori incontrati nello scorso torneo di Indian Wells, ovvero Taylor Fritz, da lui battuto nei quarti, o Carlos Alcaraz con il quale invece ha perso in semifinale. Sono 1-1 i precedenti con Fritz, mentre con Alcaraz conduce il testa a testa con Sinner per 3-2 (che diventa 4-2 se si considerano anche le partite disputate a livello Challenger.