A 33 anni Petra Kvitova ha ancora tanta voglia di giocare a tennis e vincere. E sebbene durante la sua carriera abbia raccolto diversi risultati prestigiosi, c’è ancora spazio per alcune prime volte. Quella di stasera contro Elena Rybakina sarà infatti la sua prima finale a Miami. Ma soprattutto, dopo qualche anno passato più nell’ombra, ma comunque sempre restando nell’élite del circuito femminile, Petra ha la possibilità di riprovare sensazioni già vissute in passato: in caso di affermazione sulla kazaka tornerebbe infatti tra le prime 10 giocatrici del mondo per la prima volta da settembre 2021 e conquisterebbe nuovamente un titolo 1000 dopo cinque anni. E lei stessa dice che il sapore della vittoria è più gustoso adesso che agli inizi della sua vita tennistica: “Quando ero più giovane, non pensavo così tanto come faccio ora. Non avevo niente da perdere e mi limitavo a colpire da tutte le parti, e a volte entravano in campo. Quindi penso che adesso sia mentalmente un po’ più faticoso, ma d’altro canto, sono più felice quando vinco”.
Oltre a parlare del suo match di semifinale contro Cirstea e della sua prossima avversaria, rispondendo a una domanda sulla decisione di Wimbledon di riammettere i giocatori russi e bielorussi, Petra si è anche esposta su questo tema piuttosto bollente: “Ho sempre espresso la mia posizione contro la guerra. Sicuramente sono più preoccupata per il popolo e i giocatori ucraini. Mi rendo conto che l’anno scorso Wimbledon ha avuto un momento difficile con la rimozione dei punti per via dell’esclusione di russi e bielorussi e russi. Però ho apprezzato molto la scelta dell’anno scorso e penso che non dovrebbero essere ammessi, nemmeno alle Olimpiadi che esistono proprio come simbolo contro la guerra. Su questo sono dalla parte dell’Ucraina”.
Di seguito le altre risposte di Kvitova in sala stampa.
D: La partita sembrava stesse andando dalla parte di Cirstea, era in vantaggio 5-2, 0-30 sul tuo servizio, poi 5-4, 40-15. Cos’è successo poi? È stata lei a innervosirsi o sei stata tu a prendere in mano la situazione?
KVITOVA: Probabilmente un po’ entrambe le cose. Sui due set point per lei ho messo in campo due buone risposte. E lei ha sbagliato un po’. Poi ho mantenuto lo slancio e ho servito meglio. Questa è stata sicuramente la chiave, perché lei ha servito molto bene per tutto il match. È stato molto difficile.
D: Non avevi mai superato i quarti di finale qui, cosa c’è di diverso questa volta?
KVITOVA: Credo di aver giocato abbastanza bene già a Indian Wells. Perdere nei quarti di finale lì mi ha fatto male, è stata una partita molto dura contro Maria [Sakkari, ndr]. È stato difficile archiviare la sconfitta. Quando sono arrivata qui stavo un po’ meglio e mi sono sentita subito bene in campo. Naturalmente le condizioni non sono uguali, ma mi piace anche di più qui. Il campo è un po’ più veloce e le palle viaggiano. E il mio servizio sta funzionando molto bene.
D: Hai affrontato Elena [Rybakina, ndr] due volte negli ultimi sei mesi. Una vittoria e una sconfitta. Lei sta giocando molto bene in queste settimane. Come vedi la partita di domani [oggi, ndr]?
KVITOVA: Sì, sta giocando molto bene, ha vinto a Indian Wells ed è arrivata in finale anche qui. Sicuramente è un risultato importante. È una big server e una grande colpitrice. Anche io lo sono quindi dipenderà tutto da come riusciremo a gestire la pressione dell’avversaria.
D: Hai raggiunto la tua prima finale WTA 1000 12 anni fa e ora ci sei tornata. Cosa pensi che dica di te questo e quanto sei orgogliosa di essere stata in grado di raggiungere queste grandi finali, di ottenere questi grandi risultati nell’arco di tutta la tua lunga carriera?
KVITOVA: Beh, credo di non essere mai stata una giocatrice costante, devo dire. Più che altro ho avuto tanti alti e bassi per tutto il tempo. Forse adesso sono più esperta. Sicuramente sono orgogliosa per come ho gestito queste partite qui, soprattutto quando mi sono trovata in svantaggio nei vari set. Questo è davvero importante.